+39 0372 404511

Cerca

FESTIVAL CINEMATOGRAFICO

ZioRiz vince la terza edizione del Fiducia

La macchina fissa e Patrol gli altri docufilm premiati. La giuria ha assegnato anche tre menzioni speciali

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

14 Aprile 2025 - 15:43

ZioRiz vince la terza edizione del Fiducia

La premiazione di Raffaela Mariniello

TORRE DE’ PICENARDI - ZioRiz di Raffaela Mariniello ha vinto la terza edizione del Fiducia Festival. La premiazione si è svolta sabato 12 aprile 2025 al cinema teatro Soms di Torre de' Picenardi durante la serata di gala, anticipata da un momento conviviale.

La giuria del Festival Internazionale del Documentario Urbano e del Cinema Ambientalista - composta da Dorothea Burato (presidente), Fabio Ceci, Fabio Guerreschi, Carmine Caletti e Pierluigi Bonfatti Sabbioni, – ha avuto il compito, quest’anno più difficile che mai, di selezionare i vincitori tra diciannove opere in concorso, provenienti da tutto il mondo.

I giurati hanno intervistato a turno i premiati dopo l'introduzione di Giacomo Volpi, presidente della Soms, che ha ricordato la genesi del festival, nato durante la pandemia e cresciuto fino a diventare un evento riconosciuto anche a livello internazionale. Volpi ha ricordato lo sforzo dei volontari, l’importanza della rete con gli autori e la volontà di trasformare uno spazio popolare in un centro vivo di cultura condivisa. Un’esperienza, ha detto, che unisce Torre de’ Picenardi al resto del mondo, sempre con fiducia. E gli ospiti si sono riuniti per celebrare una visione condivisa: quella di un cinema che racconta il mondo partendo dai margini, dai dettagli, dai conflitti veri.

fdfd

Il Premio Fiducia per il miglior film è andato all'opera di Raffaela Mariniello, giunta appositamente da Napoli. Un docufilm silenzioso e potente, costruito con un linguaggio visivo che trasforma l’immagine in poesia. Il film segue una canoa lungo la discesa del fiume Volturno, attraversando territori feriti ma ancora pieni di vita, in cui la bellezza naturale e le brutture dell’intervento umano convivono.

La regista, prima fotografa che filmmaker, ha saputo realizzare un racconto profondamente immersivo, girato tutto in presa diretta e privo di commenti: ogni rumore, ogni sguardo, ogni movimento ha un suo peso. La giuria ha assegnato il primo premio a ZioRiz «per la sua straordinaria capacità di trasformare l’immagine in poesia - dice la motivazione -, affidandosi a uno sguardo cinematografico essenziale, radicale e profondamente consapevole. Mariniello segue la canoa che dà il titolo al film lungo le acque del fiume Volturno, conducendo lo spettatore in un viaggio che svela, con sensibilità e rigore, la bellezza del paesaggio italiano e le brutture dell’intervento umano. Il protagonista, silenzioso e mai giudicante, osserva il mondo che lo circonda con uno sguardo di lucida consapevolezza, restituendo dignità a ogni frammento di realtà. L’assenza di dialogo diventa presenza e collante: rende l’opera comprensibile su scala internazionale e amplifica la forza evocativa delle immagini, accompagnate da una fotografia pittorica di grande maestria, che alterna momenti poetici e lampi comici. La scelta di girare interamente con riprese in diretta, per oltre sessanta minuti, è una prova di coraggio artistico, sostenuta da un montaggio raffinato e coerente. Il tono avventuroso si stempera gradualmente nel disincanto, in un epilogo di struggente bellezza: i bambini che giocano tra gli scheletri di edifici mai finiti e lo sguardo del protagonista che si perde nel mare. Zioriz è un’opera rigorosa, vibrante e necessaria, che incarna al meglio le potenzialità dello sguardo cinematografico». Mariniello, commossa, ha definito il suo cinema «esperienziale», fatto di immersione nei luoghi e nei ritmi della vita vera, e ha annunciato che continuerà a esplorare questa via con nuovi progetti.

ewew

Il Premio Speciale della Giuria è stato assegnato a La macchina fissa – Il giardino di Clark, di Emilio Neri Tremolada. Il film racconta la relazione tra un uomo e il suo giardino come atto di resistenza quotidiana. Un’opera poetica e contemplativa, che fa della lentezza uno strumento narrativo e della cura uno sguardo politico. Protagonista Clark, un giardiniere anglosassone, che tra caprette, piante e silenzi costruisce un mondo parallelo dentro un edificio di bonifica. Tremolada firma quello che la giuria ha definito il suo lavoro più maturo, arricchito dalla colonna sonora «a chilometro zero» di Andrea Inchierchia, costruita a partire dai suoni reali del luogo. Presente in sala, Clark ha spiegato come il film non abbia cambiato la sua vita quotidiana, ma l’abbia solo mostrata per com’è, nel rapporto diretto con la terra.

Il Premio della Giuria Popolare è stato vinto da Patrol di Camilo De Castro e Brad Allgood. Un film che ha colpito per la sua capacità di raccontare senza semplificazioni la lotta delle comunità Rama e Kriol in Nicaragua contro il disboscamento illegale. Girato con un’intensità visiva notevole e un racconto avvincente, il documentario dà voce sia ai difensori della foresta sia agli allevatori costretti a distruggere per sopravvivere. De Castro è intervenuto in collegamento dal Costa Rica, essendo stato dichiarato persona non gradita nel suo Paese d’origine in seguito alla sua denuncia pubblica.

Infine, novità di questa edizione, tre le menzioni speciali assegnate. Out of Sight, by the Forest di Nadina Dobrowolska ha emozionato per la delicatezza e la forza con cui segue un gruppo di attivisti animalisti polacchi nella loro lotta contro gli allevamenti di animali da pelliccia. Un racconto diretto, intimo, che mostra il peso e la dignità dell’impegno quotidiano. La regista ha ringraziato il Fiducia con un video fatto appositamente per il festival.

Altra menzione a Food for Profit, di Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi, premiato per l’efficacia della sua inchiesta. Con immagini dure, spesso scioccanti, il film tratta il tema degli allevamenti intensivi e il divario tra la narrazione politica e la realtà.

Infine, ultima menzione a Romagna Tropicale di Pascal Bernhardt per la forza con cui affronta la cementificazione e il conseguente dissesto idrogeologico in Emilia Romagna accentuato drammaticamente dalle recenti alluvioni. Il regista, in collegamento video, ha raccontato la genesi quasi casuale del film, nato da un incarico tecnico e trasformatosi in un progetto militante grazie al contatto diretto con attivisti, collettivi e comunità locali. Il film, sostenuto dalle voci fuori campo del collettivo Wu Ming, racconta una resistenza popolare che non si arrende.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400