28 Marzo 2025 - 17:36
CREMONA - Chiude lunedì 31 marzo 2025 la mostra 'Oltrerumore' di Andrea Parisi, allestita alla libreria Ponchielli di Cremona.
«Si tratta di una selezione di fotografie e testi di viaggio, estratta dall’ampia e caracollante galassia di immagini, scritti, musiche e altri approssimativi detriti prodotti negli ultimi anni, che sto provando da qualche tempo a catalogare. Si configura come il racconto di uno dei miei tentativi di ricerca di un silenzio relativo e funzionale, risalente a una deriva in Marocco del 2022 - dice Parisi .- Vengono documentati diversi ambienti in cui questo obiettivo è risultato essere, di volta in volta, del tutto irrealizzabile e negato (Casablanca, Marrakech), prossimo ma comunque inafferrabile (valli dell’Atlas), effimero e apparente (Erg Chebbi. Hassilabied e Merzouga) e, infine, nuovamente e diversamente prossimo in un peculiare mare mortum adiacente alla vita (Tétouan). I testi redatti durante e dopo questa esperienza sono disponibili, assieme ad altre immagini del viaggio, in un quaderno a corredo della mostra».
«Persevero nell’essere un non-fotografo. Che è diverso, credo, dal non essere un fotografo. Non voglio saperne molto, di fotografia, né litigarci su, né convincermi di dogmi etici derivanti dall’acquisizione di scienze e sapienze articolate. Non è che evito di assumermi le mie responsabilità. Sono solo impaziente. Mi guida un’urgenza che non ammette ulteriori ritardi: come non-fotografo, voglio essere stupidamente felice. Fanciullescamente fedele alla mia deriva verso, spero, uno o più significati. Lieto di contrastare il rumore sonoro tramite scatti che sono spesso popolati di rumore di immagine e musiche infestate di rumore di fondo. Ringrazio quindi l’era digitale e la tecnologia a buon mercato per concedermi questa via di fuga come dignitoso ambito d'essai. È negli anfratti di questi habitat elettronici che la società ha arenato e disgregato molte parti di me ed è da essi che, senza perdere troppo tempo e con quello che ho a disposizione, procedo a recuperarle per vedere se è possibile, dopo averle ricucite e identificate, superarle e andare oltre».
«Tutto quello che faccio è cercare di fuggire dal frastuono nella direzione di una quiete che mi consenta di recuperare un’essenza negata da tutta una serie di incidenti individuali e di meccanismi nocivi, di definire la dignità che le pertiene per proiettarla al di là della vita in cui è immersa e mimetizzata. Questo comporta una serie di operazioni minime di ricerca e di rituali. Catturare, elaborare e stampare immagini. Apporvi le coordinate del luogo in cui sono state prese. Certifico date, latitudini, longitudini. Tutto un rito di definizione del tempo e dei luoghi. Stratagemmi per non perdermi intanto che mi perdo cercandomi e cerco di superarmi».
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