28 Marzo 2025 - 10:55
Il gruppone dei partecipanti al Viaggio della memoria
LINZ (AUSTRIA) - Circondati quasi come in un abbraccio da oltre cinquecento studenti delle scuole superiori di Crema, Cremona e Casalmaggiore, il presidente della Provincia Roberto Mariani e il sindaco di Cremona Andrea Virgilio e le autorità hanno reso omaggio ai cremonesi che persero la vita nei campi di concentramento e la memoriale di Mauthausen e Gusen dove si è svolta la cerimonia in memoria delle vittime.
Silenzio e rispetto sono stati i punti cardine della giornata di ieri per gli studenti partecipanti al Viaggio della memoria che si concluderà oggi. Due momenti distinti hanno composto il momento istituzionale: prima Mariani e i sindaci hanno deposto una corona d’alloro al memoriale di Gusen.
Di grande impatto le parole in ricordo del calciatore grigiorosso Vittorio Staccione che Mariani, anche a nome della società ha pronunciato. «Quando veniva data la formazione, al posto di Staccione veniva messa una x. Era solo uno sportivo che non aveva aderito al regime» commenta Mariani. Portando al memoriale la maglia autografata dai giocatori della prima squadra, la società ha mostrato attenzione e sensibilità al tema della memoria.
Il ricordo è quindi proseguito con la lettura dei nomi dei quarantaquattro cremonesi deportati e morti nel campo nazista. Questo momento è stato preceduto dagli interventi dello stesso Mariani, di Virgilio e di Simona Piperno, dirigente scolastico dell’Istituto Torriani, scuola capofila del progetto ‘Viaggio della memoria’.
La cerimonia, tenutasi al monumento che l’Italia ha voluto dedicare ai compatrioti scomparsi è stata il momento conclusivo della giornata vissuta dai ragazzi e dagli accompagnatori. «Come si fa a negare? Come si fa a far sbiadire la storia che luoghi come questi si portano dietro?» esorta Piperno. «Qual è la nostra responsabilità in tutto ciò? Ricordate ragazzi, che agire sulla responsabilità individuale rende possibile parlare di democrazia e libertà».
Non dimenticare quanto successo è responsabilità delle scuole, delle istituzioni e della società civile nel suo insieme. Ricordare è ciò che ci rende cittadini e ognuno deve contribuire a coltivare il seme del ricordo nelle nuove generazioni. La giornata a Mauthasen è servita anche a questo, a passare di mano il testimone alle nuove generazioni. Oggi tappa a Innsbruck prima del rientro a Cremona.
«QUI L’UOMO È NEMICO DI SE STESSO»
Bastava il dubbio di non abbracciare l’ideologia per finire dentro. Consapevole di questo, Alissa Quaranta dell’istituto Einaudi di Cremona, ha unito la sua passione per la storia con il suo percorso di studi in grafica e comunicazione per presentare ai coetanei la figura di Germano Facetti, un illustratore deportato a Mauthausen che disegnava tutto quello che vedeva nella speranza che un giorno quel taccuino potesse uscire dalle mura e dare voce a chi non ne aveva più. «È surreale questo posto, non riesco a capire come qui sia successo davvero quello che la storia testimonia» commenta Alissa al termine della sua visita. «Il primo direttore del Memoriale, un deportato, nel rendere Mauthausen luogo di memoria scrisse: «l’idea è far capire alle persone cosa succede quando eviti di prendere la tua responsabilità personale», ricorda ancora Alessia.
Mossa dalla necessità di capirne di più, Ramneet Kaur del Polo Romani di Casalmaggiore racconta la sua paura e la necessità di trasformare questa paura in qualcosa di costruttivo. «L’uomo è il nemico di sé stesso» commenta Ramneet. «Torno a casa portando nel cuore e negli occhi la testimonianza di terribili atrocità». Mark Gruda dello Stanga di Cremona ha scelto di approfondire le vicende legate alle condizioni dei deportati «sottoposti a sfruttamento in quell’epoca macabra per poi essere lasciati morire». La memoria è una scelta, un modo di essere: questo l’insegnamento che gli studenti si portano a casa. Includere o escludere, mettere dentro o lasciare fuori. Una scelta individuale con ripercussioni sull’intera società.
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