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MUSICA

Senza confini i tracciati del cuore

A 25 anni dalla morte di Moruzzi, il figlio Martino suona con Meloni alla Filarmonica

Barbara Caffi

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04 Marzo 2025 - 11:38

Senza confini i tracciati del cuore

Fabrizio Meloni e Martino Moruzzi durante le prove a Parigi

CREMONA -  Ci si interroga da sempre sull’esistenza e la veridicità delle coincidenze che per molti hanno un che di magico e che per altri sono solo il frutto di un calcolo delle probabilità. Le traiettorie del cuore, però, esistono. Fabrizio Meloni e Martino Moruzzi hanno condiviso una serie di concerti in giro per l’Europa con la Filarmonica della Scala e fin qui non ci sarebbe nulla di strano, visto che il primo è da anni tra i più grandi clarinettisti del nostro tempo a livello internazionale e il secondo è uno dei talenti più limpidi della sua generazione. Ma ci sono le traiettorie del cuore, appunto.

Esattamente venticinque anni fa - era il 30 gennaio del 2000 -, Meloni aveva tenuto uno stage per gli studenti della Scuola di musica Monteverdi. Chiamato dall’allora direttore Mario Vitale, Meloni aveva occupato per qualche ora quella che fino a settembre del ’99 era stata l’aula di Mauro Moruzzi, indimenticato clarinettista cremonese e papà di Martino.
«Non ho avuto la fortuna di conoscerlo — aveva spiegato allora Meloni — ma Vitale me ne ha parlato molto bene. È stata una grave perdita». In quell’aula, Mauro Moruzzi aveva appeso il poster di Meloni, suo idolo e già allora prima parte della Scala, nonché il principale protagonista della rinascita della scuola clarinettistica italiana.

Ora, a venticinque anni di distanza, Meloni ha incontrato Martino Moruzzi che dal padre ha ereditato l’immenso talento e lo sguardo limpido. Insieme, quasi gomito a gomito, hanno affrontato una breve quanto trionfale tournée europea. È un incontro che emotivamente ha colpito entrambi ed è stato Meloni a fare il selfie di rito - durante le prove parigine - e a inviare l’immagine a Roberto Codazzi, oggi direttore artistico del Museo del Violino. 

La Filarmonica della Scala diretta da Lorenzo Viotti e con il violoncellista Gautier Capuçon si è esibita nei giorni scorsi alla Konzerthaus di Vienna, alla Béla Bartók National Concert Hall di Budapest e alla Philharmonie in Lussemburgo, oltre che nella sala della Philharmonie di Parigi, registrando sempre il tutto esaurito. Le ultime due tappe del tour sono spagnole: ieri la Filarmonica ha suonato all’auditorio di Saragozza, mentre stasera il concerto si terrà all’Auditorio Nacional de Música di Madrid, che ha una capienza di 2.338 posti. Il programma della Filarmonica parte dalle Quattro versioni originali della Ritirata notturna di Madrid di Luigi Boccherini di Luciano Berio e prosegue con il concerto n. 2 per violoncello e orchestra di Antonin Dvořák e la suite da Romeo e Giulietta di Sergej Prokofiev.

Con il fratello Marco Mauro, violoncellista che si è da pochi mesi laureato al Mozarteum di Salisburgo sotto la guida del cremonese Giovanni Gnocchi, Martino ha ridato vita all’Agon Ensemble, riprendendo un progetto di papà Mauro che, oltre che musicista, era anche un infaticabile e vulcanico organizzatore. Il gruppo è a formazione variabile e accoglie musicisti di tutta Europa uniti dalla stessa passione per la musica. Perché le traiettorie del cuore non hanno confini.

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