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TORRE DE' PICENARDI. L'APPUNTAMENTO

Dall’orrore di via D’Amelio alla speranza della Casa di Paolo

Alla Soms martedì 18 febbraio appuntamento con Roberta Gatani, nipote del giudice Borsellino. Nel libro ‘Cinquantasette giorni’ le ultime settimane dello zio e il progetto per i bambini della Kalsa

Barbara Caffi

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bcaffi@laprovinciacr.it

05 Febbraio 2025 - 15:48

Dall’orrore di via D’Amelio alla speranza della Casa di Paolo

L’ingresso della Casa di Paolo

TORRE DE' PICENARDI - Trasformare il dolore in speranza, trasformare una battaglia di civismo in attenzione concreta al futuro: è quanto fa ogni giorno Roberta Gatani in un posto speciale a Palermo. Gatani - cognome diverso, ma identica nei tratti - è la nipote di Paolo Borsellino e insieme allo zio Salvatore ha trasformato la vecchia farmacia di famiglia in un centro che è riduttivo definire un doposcuola. Roberta Gatani racconterà la sua esperienza e parlerà del libro Cinquantasette giorni. Ti porto con me alla Casa di Paolo (Iod edizioni) il prossimo martedì 18 febbraio alla Soms (via Garibaldi). La serata avrà inizio alle 19 con una cena solidale, seguita dall’incontro con l’autrice, che sarà intervistata da Silvia Gissi, presidente dell’Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli di Milano.

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Roberta Gatani

Cinquantasette giorni è lo spazio temporale che separa la strage di Capaci (23 maggio 1992) e la morte del giudice Giovanni Falcone ucciso con la moglie magistrata Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro e l’attentato di via D’Amelio. Qui, il 19 luglio 1992, un’autobomba ha ucciso il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Ogni capitolo, tuttavia, è anche un’apertura alla speranza, alla luce, alla possibilità di un futuro diverso, migliore. Alla cronistoria drammatica dei cinquantasette giorni tra le due stragi si accompagna la testimonianza della Casa di Paolo. Nel cuore della Kalsa - uno tra i quartieri più difficili di Palermo - questo luogo è per le bambine e i bambini un porto sicuro in cui fare i compiti, studiare l’inglese e l’informatica, fare merenda e, soprattutto, crescere lontano dalle insidie della criminalità. La Casa di Paolo è stata fondata nel 2015 da Salvatore Borsellino nell’abitazione e nella farmacia di famiglia. È in via della Vetriera, a pochi passi da quella piazza della Magione in cui era nato Falcone. Nata come doposcuola - all’inizio i bambini che la frequentavano erano una quindicina -, la Casa ha aggiunto nel corso degli anni altre attività, anche se la priorità viene sempre data ai bambini.

La Casa collabora con le altre associazioni del quartiere e con la scuola, offre la consulenza di uno sportello legale, aiuta le famiglie in difficoltà, garantisce pasti gratuiti a una sessantina di senzatetto. La Casa è insomma diventata un punto di riferimento per la Kalsa ed è appunto una ‘casa’ dove si è accolti dai volti sorridenti di Paolo e di Giovanni, dai disegni colorati dei bambini, da quaderni e borse colorate in vendita per finanziare l’attività dell’associazione. «Non abbiamo contributi pubblici - ci tiene a sottolineare Roberta - né dal Comune, né dalla Provincia, né dalla Regione, né dallo Stato. Quella di via D’Amelio non è stata solo una strage di mafia ma anche una strage di Stato. Non solo non è stato fatto nulla per impedire la sua morte, ma dopo ci sono stati depistaggi e omissioni. Mio zio era un servitore dello Stato e finché non ci sarà la verità sulla sua morte, la Casa di Paolo non accetterà finanziamenti pubblici». La Casa di Paolo si regge sul lavoro e l’impegno di tanti volontari che, insieme a Roberta, sono impegnati nelle attività quotidiane. E poi ci sono le donazioni, la vendita di piccoli oggetti, i proventi di iniziative quali la cena solidale alla Soms di martedì 18. L’appuntamento rappresenta un’opportunità preziosa per riflettere sulla lotta alla mafia e sull’importanza della memoria, come sottolineato dalle parole dello stesso Paolo Borsellino: «Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene». Proprio su questo monito si basa il lavoro dell’Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli, nata nel 2018 dal Movimento delle Agende Rosse di Milano e impegnata nella diffusione della cultura della legalità. L’incontro è aperto a tutti coloro che desiderano approfondire la figura di Paolo Borsellino e conoscere più da vicino l’attività della Casa di Paolo.

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