14 Gennaio 2025 - 14:48
CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è 'Venere Nemica', di Drusilla Foer.
RICCARDO GREGORIO - 5ª LICEO STRADIVARI
Al Teatro Ponchielli, il 9 gennaio, Venere Nemica di Drusilla Foer porta sul palco un "two
women show" che racconta di una dea imperfetta, finalmente capace di liberarsi del peso delle aspettative, unendosi al mondo dei (come li definisce lei stessa) “mortali”.
Ispirata alla favola di Amore e Psiche di Apuleio, la pièce, firmata da Giancarlo Marinelli e dalla stessa Drusilla Foer, rielabora il mito in modo ironico e pungente, come Drusilla è magnificamente in grado fare. Perfettamente bilanciata tra i momenti leggeri e allegri e quelli più amari, la performance esplora in profondità il dolore di Venere in quanto Dea frustrata e Madre tradita, sia dal figlio che da Psiche, la “straordinaria mortale, creduta Venere in terra”.
La gestualità della Foer è ammaliante, sempre misurata. Comanda la scena con il suo
savoir-faire, atteggiandosi da vera diva, ma senza mai nascondere le molteplici sfaccettature del personaggio. Le parole, allo stesso modo, sono magistralmente scelte dall’attrice, che spazia tra diversi registri linguistici, utilizzando termini che vanno dai più aulici alle imprecazioni, ma lo fa sempre mantenendo l'eleganza e la credibilità che la
contraddistinguono.
Elena Talenti, nei panni dell’assistente personale, fa da spalla a Foer, arricchendo le parti musicali con una performance virtuosistica. Il loro rapporto, inizialmente superficiale e basato sul sopportarsi, si rivela sorprendentemente centrale nella drammaturgia, culminando in un finale che cattura il pubblico.
L’intervento musicale, in particolari momenti, vede la Talenti dare piena prova delle sue
abilità canore, armonizzandosi perfettamente con la Foer. Questi momenti sono
sapientemente dosati lungo tutta la durata della performance.
Tuttavia, gli effetti sonori, come quello dello straccio che viene strizzato dalla dea mentre pulisce e accudisce il figlio ferito, o quello delle ali che sbattono quando il figlio arriva o lascia il palco, risultano meno convincenti, dando quasi più l’idea di tentativi non del tutto riusciti. Tuttavia, il peso di questi piccoli dettagli non compromette affatto in modo significativo la buona riuscita dello spettacolo. Il bilancio finale è molto positivo: il pubblico è entusiasta, non mancano complimenti ad alta voce e fischi di apprezzamento, segno di un grande gradimento.
REBECCA VERTOVA - 3ª LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Al Teatro Ponchielli di Cremona, il 9 gennaio, Drusilla Foer nelle vesti di una Venere inedita, spogliata della sua imperturbabile natura divina e dell’immortalità, ci restituisce l’immagine di una dea originale e umanizzata. Allontanatasi dall’Olimpo e di conseguenza dalla sua consuetudine divina, si è trasferita a Parigi. Eccolo, dunque, nella drammaturgia firmata da Giancarlo Marinelli e dalla stessa Foer, questa divinità percepisce la propria immortalità come un fardello, rivelando un universo interiore ricolmo di contraddizioni e un senso di isolamento che la allontana dai sentimenti autentici di coloro che non hanno il dono della vita eterna.
Ispirato alla favola di Apuelio, Amore e Psiche l’opera rimaneggia il mito con scherno ed un briciolo di commozione, alternando riflessioni amare e leggere, che serpeggiano tra le complessità delle relazioni familiari e la competizione femminile. Venere, talentuosa e canzonatoria, si confronta con una Psiche di medesima bellezza tanto da mettere in mezzo il figlio Amore per punirla, ma come si sa le storie non sempre vanno come devono; infatti, Amore si invaghisce della giovane arrecando scompiglio alla madre. Attraverso confessioni leggere e riflessioni più intime, la dea si abbandona a momenti di comicità acuta: “Immaginate la mia gioia. Una dea, condannata a vivere nell’eterna umidità del mare, scoprire l’esistenza della messa in piega!”.
Nel suo racconto, la nostra dea è accompagnata da Elena Talenti, un’enigmatica cameriera, la cui alchimia con Drusilla arricchisce la rappresentazione, trasformandola in un dialogo sottile e carico di significati. Le due figure ci illustrano tramite dialogo, spesso battibeccato, i passi salienti della favola di Apuelio.
Un ruolo fondamentale è giocato dalle musiche, con le quali ci si avvicina alla dimensione del musical. Il sottofondo musicale, intenso e ben calibrato, si integra alla perfezione con il testo, amplificando le emozioni e trasportando il pubblico in una dimensione sospesa tra mito e contemporaneità.
In conclusione, Venere nemica si distingue per l’abilità di avvicinare una figura divina alla fragilità umana, mostrandoci una Dea estremamente vulnerabile e vicina, una creatura sospesa tra due mondi che, nella sua fragilità, riesce a toccare corde universali, riscoprendo nell’appena scoperta umanità la sua mai tramontata divinità.
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