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CREMONA

Il viaggio della memoria: storia e futuro nel progetto educativo cremonese

Iniziativa con gli studenti per tenere vivo il ricordo della Shoah e contribuire alla costruzione della cittadinanza europea

Barbara Caffi

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22 Novembre 2024 - 10:48

Il viaggio della memoria: storia e futuro nel progetto educativo cremonese

Un’immagine delle sorelline Andra e Tatiana Bucci insieme al cuginetto Sergio De Simone

CREMONA - «È un progetto del territorio, non solo delle scuole. Se così non fosse, non avremmo questo riscontro e non lo avremmo da così tanto tempo»: lo sostiene, a ragione, Ilde Bottoli, che dal 1995 organizza il Viaggio della Memoria. In quasi trent’anni sono stati migliaia gli studenti cremonesi che sono stati coinvolti, ma non sono solo le cifre a impressionare. Ogni visita, anno dopo anno, è stata preceduta e seguita da incontri e approfondimenti.

STUDENTI CONSAPEVOLI

«Ad Auschwitz - ha più volte ammonito Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah - non si va in gita» e così è stato per le ragazze e i ragazzi cremonesi, visitatori consapevoli, testimoni di una pagina nerissima e brutale della storia dell’umanità. A ottant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale e della liberazione dal nazifascismo, il Viaggio assume un significato particolare anche sotto il profilo simbolico. Tra passato, presente e futuro: al di fuori di ogni rischio retorico, il sottotitolo ‘Il prezzo della libertà 1945 - 2025’ vuole essere un richiamo e un tributo a quanti hanno lottato per costruire la democrazia in Europa, in quella stessa Europa che oggi è quanto mai fragile, indebolita e ai limiti dell’insussistenza. A questo ha fatto riferimento, ieri alla presentazione del progetto, Luciano Pizzetti, presidente del Consiglio comunale: «È nella conoscenza della storia che si collega il senso della cittadinanza europea e di un futuro in cui non si costruiscono più muri». Pizzetti sottolinea inoltre come contribuiscano al progetto non solo enti e istituzioni pubblici, ma anche privati (Fondazione Arvedi Buschini, Fondazione comunitaria della Provincia di Cremona e il quotidiano La Provincia) e come, al di là degli schieramenti politici, tutti i capigruppo in Consiglio abbiano accettato di spostare la prossima seduta per evitare la concomitanza con il seminario con la storica Isabella Insolvibile. Di «percorso strutturato e consapevole» parla Simona Piperno, preside del Torriani, scuola capofila. Imerio Chiappa, provveditore, fa sua la frase del Presidente della repubblica Sergio MattarellaSenza memoria non c’è futuro») ed evidenzia come la scuola debba soprattutto «far crescere le persone con il contributo di tutta la società e questi viaggi contribuiscono a far maturare, ad acquisire uno sguardo critico».

IL DOVERE CIVICO

«Il Viaggio della Memoria - sottolinea Giovanni Gagliardi, consigliere sia comunale che provinciale - dovrebbe essere fatto da tutti, non solo dagli studenti. Dovrebbe essere un dovere civico. Ammetto che all’inizio (Gagliardi è stato segretario generale dell’amministrazione provinciale, ndr) ero scettico, ma la Bottoli era implacabile e aveva ragione». Ad affiancare Bottoli, da sempre referente storica del progetto, è stata per anni Roberta Mozzi, oggi assessora alle Politiche educative: «In undici viaggi insieme ho vissuto momenti indimenticabili come dirigente del Torriani e a titolo personale». Sottolinea come «il sottotitolo ‘il prezzo della libertà’ ci debba far riflettere: per l’Italia e per l’Europa è stata una conquista dura, ma ci sono ancora molti Paesi che la libertà non la conoscono». Al progetto contribuisce anche l’Associazione nazionale Divisione Acqui, presieduta da Tiziano Zanisi. Cita Sandro Pertini, ricorda che «la memoria non è malinconico reducismo» e che gli approfondimenti legati ai Viaggi portano a una «memoria ringiovanita, grazie a un progetto che probabilmente è unico a livello nazionale». Quest’anno il Viaggio - in programma dal 26 al 28 marzo prossimi - toccherà i campi di Mauthausen e Gusen, gli ultimi Lager a essere liberati: era il 5 maggio del 1945 quando vi entrò l’esercito americano, che il giorno successivo liberò il sottocampo di Ebensee. «In Italia la guerra era già finita - sottolinea Bottoli -, lì i deportati hanno dovuto attendere ancora, in una situazione in cui in ogni ora, in ogni minuto hanno rischiato di morire. A Mauthausen, campo di annientamento attraverso il lavoro, ricorderemo Armando Gasiani, che più volte ha testimoniato. Piaceva molto ai ragazzi, qualcuno è andato anche a trovarlo a casa».

GLI APPROFONDIMENTI

Prima del Viaggio, gli incontri. Il 2 dicembre alle 14.30 in sala Puerari (via Ugolani Dati) Isabella Insolvibile (volto noto di Rai Storia, fa parte del Comitato scientifico di Passato e presente) parlerà del periodo ‘Dalla Resistenza alla Repubblica: storia, memoria, eredità’. Il seminario, pensato per gli insegnanti, è aperto a tutti. Il 13 dicembre, in un doppio incontro a Crema (sala Alessandrini, ore 8.30) e a Cremona (aula magna del Torriani, ore 11) lo storico Fausto Ciuffi terrà una lezione sulla ‘Storia dei lager nazisti di Mauthausen e Gusen’.

A gennaio, in concomitanza con la giornata della Memoria, ci sarà il collegamento con il Museo della Shoah, dove interverrà Sami Modiano. De ‘Il confine orientale, le foibe, l’esodo’ parlerà Giulia Caccamo (Università di Trieste) in una doppia lezione a Crema (sala Alessandrini, ore 8.45) e a Cremona (Iis Torriani, ore 11) il 14 febbraio, a cavallo del giorno del Ricordo. Tra marzo e aprile nella sala Abardieri del Comune oppure al Torriani sarà allestita la mostra storico-didattica organizzata dagli studenti.

LE SOPRAVVISSUTE

Sarà infine il Ponchielli a ospitare l’incontro più emozionante e coinvolgente, il prossimo 3 febbraio. Ci saranno le sorelle Andra e Tatiana Bucci, con il coordinamento dello storico Tristano Matta. Andra aveva 4 anni quando è stata deportata ad Auschwitz, Tatiana ne aveva 6 come il cuginetto Sergio De Simone. All’arrivo, i tre bambini vennero assegnati al Kinderblock, la baracca dei bambini, e destinati ai disumani esperimenti del dottor Joseph Mengele. Andra e Tatiana sono sopravvissute. Sergio, invece, con altri diciannove bambini venne trasferito al campo di Neungamme, vicino ad Amburgo, sottoposto ad altri crudeli pseudo esperimenti clinici e infine ucciso. Al momento di essere selezionato ad Auschwitz, Sergio era caduto in un tranello atroce: gli fecero credere che avrebbe rivisto la mamma.

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