27 Giugno 2024 - 13:33
Morgan e Villa Verdi
VILLANOVA SULL'ARDA - Anni fa, contattato dall’erede Angiolo Carrara Verdi, aveva prestato il suo volto per promuovere la raccolta fondi a sostegno del salvataggio di Villa Verdi e aveva posato nelle stanze della dimora e a fianco dei ritratti del ‘Cigno’. Ora a chiamare l’eclettico cantautore Morgan sarebbe stato invece il ministro Gennaro Sangiuliano: per fargli una proposta decisamente più prestigiosa. «Sarò il direttore artistico di Villa Verdi - ha rivelato proprio l’artista durante un’ospitata alla rassegna ‘Dedalo’ in corso a Parma -. Ne farò un luogo di apprendimento e di cultura, oltre che una casa museo. Sono stato incaricato dal ministro Sangiuliano». Il ministero tuttavia smentisce: «Non c’è stata alcuna nomina da parte del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano». Lo hanno precisato fonti del Mic, chiarendo che «il ministero non è ancora entrato in possesso del bene e pertanto qualsiasi valutazione sui soggetti che verranno eventualmente coinvolti è del tutto prematura».
Morgan era sceso in particolari, sostenendo di voler fare «un parco culturale». E aggiungendo: «Ho in mente di realizzare uno spettacolo all’esterno, per comunicare al pubblico i nuovi progetti». Fra questi: «Recuperare tutti i vestiti di Giuseppe Verdi e fare una bella costumeria, oltre a realizzare un archivio digitale con tutti i suoi libri, i suoi manoscritti e spartiti».
Intanto, però, oltre al giallo della nomina, sulla questione pende il possibile ricorso al Tar degli eredi: «Non riesco a capire il motivo per cui, pur a fronte di uno stanziamento di 20 milioni, pur in base a una perizia di 30 milioni fatta da un soggetto indipendente, come il perito del tribunale e con gli eredi disposti ad accettare i 20 milioni, non si sia ancora arrivati a una conclusione - ha dichiarato nei giorni scorsi l’avvocato Gianantonio Belli, uno dei legali che assistono i Carrara Verdi -. Stiamo auspicando che lo Stato faccia un’offerta, non dico congrua, ma quantomeno non offensiva per gli eredi».
Ha aggiunto che gli eredi hanno tutto l’interesse e tutta l’intenzione di cedere il compendio allo Stato «ma ovviamente non possono farlo a un prezzo che non è corretto, nemmeno con l’esproprio che è un procedimento eccezionale, che deve avere dei presupposti ben precisi e va fatto riconoscendo un indennizzo al prezzo di mercato, che non riteniamo siano gli 8 milioni indicati».
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