IL GIORNO DELLA MEMORIA
23 Gennaio 2024 - 10:48
Renzo Bongiorno
CASTELLEONE - «Mi auguro che questo testo ‘Ricordi di un soldato, un uomo’ possa portare ai lettori uno spaccato di vita che sia un messaggio di libertà, rispetto, condivisione. Possiamo godere della nostra libertà grazie a uomini che hanno combattuto in prima linea, spesso perdendo la vita o che non hanno accettato di combattere al fianco di chi consideravano un nemico, subendo — a causa di tale diniego — privazioni di ogni genere. Che il ricordo di tutti loro sia da monito perché nessuno debba rivivere quelle sofferenze al fine di conquistare beni tanto preziosi quali la pace, la libertà».
Così nella pagina introduttiva Clara Bongiorno presenta il significato del libro dedicato alla memoria del papà, Renzo Bongiorno, artista decoratore e pittore di Castelleone e ancor prima militare durante la Seconda guerra mondiale e poi internato dopo il ‘43 in Germania. Una storia basata su ricordi, racconti e documenti che Clara — storica maestra d’asilo a Castelleone dove ha visto crescere generazioni e generazioni di bambini per oltre 40 anni di attività — porterà ai ragazzi di terza media il 29 e il 30 gennaio, grazie anche all’ospitalità dell’Istituto comprensivo diretto da Luigia Vita.
«Da tempo volevo scrivere l’esperienza vissuta da mio padre nella Seconda guerra mondiale e il periodo di prigionia. Ho custodito i fatti nella mia memoria, ripescando brevi annotazioni risalenti ad alcuni anni fa e ho deciso finalmente di fissarli. Mio padre ne parlava in momenti di sfogo come per esorcizzare il dolore vissuto durante la prigionia, che ha segnato la sua vita. Fin da bambina ho sempre ascoltato con curiosità i racconti relativi al periodo da lui vissuto a Larissa, in Grecia e quello più drammatico trascorso nel campo di Hannover».
«Vorrei che l’esperienza di mio padre come quella di tanti uomini e donne, non venisse dispersa, per questo ho deciso di condividerla attraverso questo libro con gli altri, a partire dai ragazzi del nostro paese».
Renzo Bongiorno era nato a Castelleone il 3 febbraio 1916, famiglia modesta da punto di vista economico, otto figli. Dopo la sesta elementare, desideroso di esprimersi in campo artistico, andò a bottega come decoratore e poi, a 16 anni, a Milano. Nel ‘36 come militare fu assegnato al 3° Reggimento Genio Radiotelegrafisti. Richiamato nel ‘39 e destinato alla 72ª compagnia di telegrafisti, venne imbarcato a Bari nel dicembre del ‘40, destinazione Grecia. Poi, dopo l’8 settembre, rifiutatosi di aderire alla Repubblica di Salò, venne catturato l’11 settembre del ‘43 e messo su un treno merci con tanti altri soldati. Destinazione: ignota.
«Devo dire — continua Clara Bongiorno — che nei suoi racconti ho sempre ammirato la grande umanità, il rispetto degli altri anche nella disperazione. La sua saggezza, con spiccata capacità di risolvere imprevisti, è stata una delle qualità che gli hanno consentito di sopravvivere. Nella sua attività di pittore non ha mai riprodotto elementi che ricordassero la sua esperienza. Penso sia stata una scelta calcolata, come se avesse voluto cancellare l’orrore vissuto in quegli anni». Le uniche tre opere in cui ha riprodotto militari sono state donate all’Associazione Combattenti e Reduci di Castelleone.
Bongiorno venne liberato dagli Alleati il 7 aprile 1945. «Raccontava quel momento così — scrive la figlia —: grande euforia nel cuore ma poca capacità di movimenti. Tutti cercavano di procurarsi cibo e vestiti. Arrivò in Italia nel mese di settembre. Ho dedicato alla patria dieci anni della mia vita — diceva —, tra servizio militare, guerra e prigionia. Il periodo più bello della mia vita. Nonostante tutto sono stato fortunato, sono vivo».
Emozionante la pagina dedicata al ritorno a casa, secondo il racconto di Clara: «Arrivai a Castelleone con il cuore in gola, dal viale Santuario, nessuno sapeva del mio arrivo. Alla fine del viale, davanti alla casa degli Agosti, vidi un ragazzo seduto sul muretto di cinta. Era mio fratello Dante. Il mio ritorno in famiglia fu un trionfo di lacrime e abbracci».
Poi, una nuova pagina: «Così mio padre cominciò un’altra vita, sia pur in mezzo a mille difficoltà. Iniziò l’attività di tinteggiatore e di decoratore. Riuscì ad inserirsi nel campo artistico, come aveva sempre desiderato. Realizzò opere di recupero di decorazioni e affreschi in varie chiese (tra cui la nostra parrocchiale, poi anche a Gombito, Ripalta, Roggione). Medaglia d’Onore, Croce al merito di guerra, ha sposato Bianca Zanisi, io avevo 19 anni nel 1972 quando lei morì e oggi che ho superato i 70 ho sentito quasi il dovere di raccontare la storia di mio padre, dopo che nel 2016 avevo pubblicato il catalogo delle sue opere e delle sue Nature. Era tanto tempo — conclude Clara Bongiorno — che volevo raccontare la storia di mio padre, mi fa molto piacere poterla condividere con i ragazzi che, da ex maestra d’asilo, sono stati per tanti anni una parte importante anche della mia vita. Grazie alla scuola che mi ospita e a chi ha sostenuto la realizzazione di questo lavoro che mi sta molto a cuore».
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