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Krylov ‘nuovo’ cremonese strega il pubblico dell’MdV

Conferita la cittadinanza onoraria, torna bambino e si commuove. Poi emoziona con Bartók, Bach e Bosso

Giulio Solzi Gaboardi

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redazione@laprovinciacr.it

12 Novembre 2023 - 09:48

Krylov ‘nuovo’ cremonese strega il pubblico dell’MdV

Sergej Krylov dirige la Lithuanian Chamber Orchestra all’Auditorium dell’MdV (FotoLive/Leonardo Calvi)

CREMONA - Grande festa ieri sera all’Auditorium del Museo del Violino per il concerto che ha visto il tradizionale ritorno di Sergej Krylov nella sua amata Cremona. Stavolta, finalmente, autenticamente sua, senza dover usare le virgolette. Krylov è ufficialmente cittadino onorario di Cremona.

«Le serate che hanno per protagonista Sergej Krylov - introduce orgoglioso il direttore artistico del Museo del Violino e dello StradivariFestival, Roberto Codazzi - non sono serate qualunque. È dal 1989 che Krylov è stato ‘adottato’ da Cremona, e da trent’anni i suoi concerti scandiscono la storia della nostra città: la cittadinanza onoraria cremonese è il modo più bello per dire ‘grazie’ per tutte le emozioni che ci ha regalato in questi anni».

trio

Gianluca Galimberti, Sergej Krylov e Paolo Carletti

Dello stesso parere è Paolo Carletti, presidente del Consiglio comunale, che ricorda il voto unanime dell’intero Consiglio a favore del conferimento della cittadinanza: «Per me il nome Krylov è sinonimo di cremonesità», commenta.

Il sindaco Gianluca Galimberti, dapprima chiede un applauso per Ludmilla, la madre di Sergej, per poi elencare le motivazioni per cui viene conferita la cittadinanza onoraria: «Per essere stato, con il suo talento straordinario unito alla sua passione per la musica, una testimonianza vivente della nostra città nel mondo».

Prende la parola il ‘nuovo’ cremonese: Sergej Krylov. «Per me è un’emozione speciale - spiega -, perché questo momento mi riporta ai miei anni a Cremona. Voglio ringraziare mia madre, Ludmilla, presente in sala, e mio padre, che non c’è più, e di cui suonerò stasera il violino. Da sempre - continua -, ho cercato di ridare al mio pubblico, attraverso la musica che suono, la straordinaria armonia che trasmette questa città».

Poi, torna bambino, si commuove, e non riesce a proseguire. Al momento della firma della cittadinanza, alza i pugni al cielo e sorride. L’orchestra è insolitamente ampia per gli spazi ridotti dell’Auditorium: timpani e clavicembalo finiscono ‘in braccio’ alla prima fila, «ma - scherza Codazzi - è come essere ancora più coinvolti nella musica».

In effetti, la Lithuanian Chamber Orchestra offre da subito un approccio fortemente immersivo e di grande impatto. Il Divertimento per archi di Béla Bartók è brano dalla notevole complessità non solo per la prova richiesta all’orchestra, ma anche al direttore. Si alternano temi anche estremamente differenti tra loro, benché ritorni, nell’Allegro assai finale parte del tema dell’Allegro non troppo introduttivo, pur con significative variazioni.

È un pezzo di grandiose atmosfere, gustosamente didascalico e che richiede, per questo, intelligenza interpretativa, cosa che a Krylov e alla Lithuanian Chamber Orchestra, di certo, non manca.

Del resto, il Krylov direttore è lo stesso Krylov virtuoso e istrionico a cui siamo abituati, ma quando regge la bacchetta tesse con sapienza i fili di un’esecuzione compatta, fortemente espressiva e caratterizzata anche da un bel suono.

La seconda parte del concerto vede Krylov prendere in mano il violino del padre. Krylov restituisce un Bach (Concerto in la minore BWV 1041) eccezionale, di una freschezza interpretativa e una modernità assoluta. Certo, tutto questo è insito per natura nella musica senza tempo del Kantor, ma è evidenziato da un’interpretazione raffinata, delicata, soave.

Davvero singolare ed emozionante l’abbinamento del Concerto bachiano con l’Esoconcerto di Ezio Bosso, eppure davvero emozionante. Emozionante per quello che racconta, per il ricordo che ancora vive nel pubblico di Ezio Bosso e del suo calvario vissuto con il sorriso, per l’amicizia fraterna di Krylov e Bosso. Ma emozionante anche perché è una musica che in qualche modo profuma di Bach, che Bosso amava così tanto. Un lirismo intenso si alterna a pagine infuocate e di struggente espressività. Krylov è sempre una garanzia: tutto esaurito, standing ovation e, perché no, anche qualche lacrima. Bissa, ancora con l’amico Ezio Bosso, con The Sea Rain. 

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