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#DIRITTODICRITICA: «Sollima, Bevilacqua e Maestrini», le recensioni degli studenti

Al Ponchielli il concerto con violoncello, violino e pianoforte: un'esperienza travolgente di spettacolo

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

02 Maggio 2023 - 12:05

#DIRITTODICRITICA: «Sollima, Bevilacqua e Maestrini», le recensioni degli studenti

Giovanni Sollima

CREMONA - Nuovo appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Sul palco un trio speciale con Giovanni Sollima, violoncello, Clarissa Bevilacqua, violino, e Carlotta Maestrini, pianoforte. Leggi le recensioni qui sotto.

 

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ALTISSIMO EMMA – 3 LICEO MANIN

Il concerto di venerdì 14 aprile al teatro Ponchielli ha visto come protagonisti tre musicisti eccezionali: Giovanni Sollima, violoncellista di fama internazionale, si è esibito assieme a due giovani talenti, Clarissa Bevilacqua e Carlotta Maestrini. Sollima è un compositore ecclettico che unisce elementi popolari e pratiche musicali diverse, prendendo spunto dalle sue innumerevoli esperienze di viaggio. Clarissa Bevilacqua, violinista di spiccata musicalità, possiede qualità e tecnica di grande livello. Ha debuttato nei concerti in giovanissima età davanti a migliaia di persone ed è stata vincitrice di numerosi premi, conseguendo nel 2021 il Master of Music in Violin performance. Infine la giovanissima Carlotta Maestrini, pianista di soli 18 anni che frequenta il Corso di Alto Perfezionamento presso la Scuola di Musica di Fiesole, ci ha fatto ascoltare il meraviglioso talento che è. Questi tre artisti ci hanno stupito suonando brani diversi dal solito repertorio, più moderni. Partendo dal Trio in mi bemolle maggiore di Beethoven sono arrivati fino a Chop Suey della band statunitense System Of A Down, brano virtuosistico suonato con energia e passione soprattutto nel registro acuto, e Short trio Stories di Sollima, diviso in 5 movimenti, il cui tema è ripreso più volte nel corso dell’esecuzione creando una sorta di ciclicità. I tre musicisti hanno infine concluso l’intensa serata con la ballata Ara batur di Sigur Ros, regalandoci un momento di estasi, coinvolgendo il pubblico e incitandolo a cantare e a seguire la melodia di questo travolgente brano. Così l’auditorium si è riempito con le nostre voci grazie alla sensibilità dei tre artisti che, con l’espressività del loro volto e la fluidità con cui le loro dita scorrevano sugli strumenti, ci hanno donato non solo un bel concerto da ascoltare ma anche un modo per esprimerci liberamente e per accantonare, per un’ora, quella rigidità che ci accomuna tutti nella vita quotidiana.

RUSSO LUDOVICO EMANUELE – 4 LICEO STRADIVARI

Il Teatro Ponchielli è travolto dall’esuberanza di uno dei musicisti più eclettici del nostro tempo, Giovanni Sollima. Virtuosismo, inventiva e sentimento, modellati con il violoncello del liutaio cremonese Francesco Ruggeri, diventano gli ingredienti per un’esperienza che allontana l’ascoltatore dal contesto reale e lo rende coprotagonista di un percorso emozionale. L’allegoria della Musica, imponente sipario dipinto dal cremonese Antonio Rizzi, prende vita con i giochi di contrasto del Trio in Mi bem Mag Op.1 di Beethoven. L’estro di Sollima e la fresca intraprendenza delle sue giovani compagne di viaggio, Clarissa Bevilacqua e Carlotta Maestrini, riescono a portare tra il pubblico l’anima creatrice del musicista che ha avuto il merito di indicare nuove prospettive alla musica del suo tempo. Quello di Sollima è un Beethoven lontano dall’immaginario collettivo: spiritoso, quasi irriverente, che pone in un dialogo sempre più intenso arpeggi staccati e frasi legate, che in un ripetersi di temi variati trova, nell’Adagio, una nuova atmosfera. Il tema melanconico viene sostenuto dai tre strumenti in tre differenti tonalità e poi ricondotto a uno stato di pienezza e di serenità, modulando in maggiore. Tre note sole per tessere un inciso brillante che si muove nello Scherzo evocando balli della tradizione popolare. A danzare sono gli archi sui delicati arpeggi del pianoforte. Il finale, aperto dal buffo interloquio tra i singulti del pianoforte e il riso del violino, riprende il tema di impianto e restituisce all’ascoltatore il Beethoven dell’età matura che riesce, in un equilibrio di note, a dare stabilità al conflitto tra forze diverse e opposte. Come in un ideale divenire, l’ordine del programma di sala viene invertito a favore del brano, Chop Suey, dei System Of A Down. In un ritmo vorticoso, tra cambi di tempo repentini, i tre strumenti cantano l’esasperazione e il dolore, la tristezza e l’angoscia dell’essere umano e la sua continua ricerca di serenità. Con Short Trio Stories, Sollima rompe le barriere del tempo e dello spazio: ritroviamo Beethoven con le sue idee musicali inedite, Scarlatti e la sua passionalità, suggestioni gipsy e celtiche. La serata si conclude con il diretto coinvolgimento del pubblico in Ara Batur dei Sigur Ros: sulle sonorità irlandesi viaggia verso l’infinito un canto di speranza e libertà.

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