17 Febbraio 2023 - 17:16
CREMONA - Nuovo appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Si prosegue con «Il lago dei cigni»: leggi le recensioni qui sotto.
ALDOVINI BIANCA – 3 LICEO CLASSICO MANIN
La sera di domenica 12 febbraio è stato messo in scena al Teatro Ponchielli il Lago dei Cigni di Čajkovskij dalla compagnia Ballet Preljocaj. Il coreografo Angelin Preljocaj ha impiegato ventisei ballerini, tra cui Leonardo Cremaschi, interprete di Siegfried, cresciuto alla scuola Teatro Danza di Cremona sotto la guida della maestra Paola Posa. Il capolavoro dell’autore russo è ispirato ad un racconto tedesco. Si narra dell’amore tra Odette e il principe Siegfried, che deve scegliere la sua futura sposa. In riva ad un lago Siegfried è pronto a scagliare una freccia contro un cigno bianco sull’acqua il quale si trasforma inaspettatamente in una principessa, Odette. Lei e le sue amiche erano state trasformate in cigni dal mago Rothbart. Esse avrebbero potuto tornare nel loro corpo solamente se qualcuno avesse giurato loro amore eterno. Il principe promette ad Odette di salvarla, ma durante la festa al suo palazzo, convinto di avere di fronte Odette, chiede a un’altra donna di sposarlo. La ragazza in questione era Odile, figlia di Rothbart, trasformata dal mago nella sosia di Odette. Siegfried è addolorato quando scopre di aver perso per sempre la principessa. Esistono due finali per questa storia: uno in cui i cigni intorno al lago piangono l’amore perduto tra Siegfried e Odette e uno in cui Siegfried e Rothbart si scontrano e la vittoria di Siegfried restituisce le sembianze umane ad Odette. Preljocaj ha portato a Cremona una versione modernizzata del Lago dei Cigni. Ventisei ballerini si intercambiano sul palco a ritmo di danze classiche e con abiti diversificati. Non manca però uno stacco musicale in cui si balla su ritmi contemporanei sfrenati. La caratteristica sorprendente di questo spettacolo è il continuo cambio di scenografia. Grazie alla stesura di teli posti avanti o indietro sul palco, lo sfondo si avvicina o allontana creando un senso di dinamicità alla scena. I ballerini si muovono con grande scioltezza e in armonia tra loro. Lo spettacolo è coinvolgente, anche grazie alla grande espressività dei ballerini, capaci di trasmettere emozioni sia con la danza sia con le espressioni del viso. Consiglio vivamente la visione di questa esibizione a ragazzi e a adulti se desiderano rilassarsi facendosi trasportare dalla musica e dai movimenti armoniosi dei danzatori.
CASELANI LUCA – 4 ISTITUTO GHISLERI
E con un lunghissimo applauso scaturito dal tutto esaurito del Teatro Ponchielli, in data domenica 12 febbraio, si è aperta la stagione della danza con il balletto “Il lago dei cigni”. Una creazione per 26 danzatori del Ballet Preljocaj che riprende uno dei più famosi e acclamati balletti del XIX secolo, riadattato e riscritto più volte, formato da quattro atti che portano in scena la storia romantica, ma allo stesso tempo drammatica, del principe Siegfried che si innamora per magia nera di Odile, la figlia di Rothbart “Il Cigno Nero”, pensandola Odette, la vera e meravigliosa donna-cigno, che per un sortilegio lanciatole da Rothbart è costretta a diventare un cigno bianco all’alba e tornare donna la notte. La storia si conclude con il protagonista che si rende conto dell’errore commesso e sprofonda nel suo dolore accerchiato da tutti i cigni bianchi e dalla donna-cigno amata. Il palco viene allestito e modificato in corso d’opera con semplici scenari, con la presenza di un “muro” nero che taglia la scena ed isola sul proscenio uno o più ballerini, separandoli dagli altri danzatori. Nessuno è mai completamente fermo, né sempre presente sul palco. Tutti i ballerini si scambiano entrando e uscendo dal palco ininterrottamente con un cambio di costumi azzeccato alla parte di storia che si vuole raccontare e alle emozioni che si vogliono trasmettere allo spettatore. I colori utilizzati per i danzatori sono il bianco e il nero, il bene e il male, con effetti creati dai balletti veramente scenografici. Se l’inizio è armonioso e tranquillo, poi si passa ad una evoluzione più movimentata e drammatica durante la parte centrale dello spettacolo; il corpo di ballo si muove all’unisono in modo perfettamente coordinato e teatrale, a tal punto da esprimersi anche attraverso gli effetti di luce. La musica classica si interrompe in più momenti lasciando spazio ad una musica più moderna, un riadattamento dell’opera in chiave contemporanea. E l’ovazione del pubblico è tutta per Leonardo Cremaschi, il ballerino cremonese protagonista della serata. Uno spettacolo che cattura, che ha messo leggerezza e che ti porta a canticchiare le famose arie di Čajkovskij.
DOBROZI SAMANTA – 3 LICEO CLASSICO MANIN
Sulle note musicali di Čajkovskij, affiancate da arrangiamenti più contemporanei, ha inizio la stagione di danza 2023 del teatro Ponchielli che domenica sera ha debuttato con uno dei maggiori capolavori della danza, “Il Lago dei Cigni”, insieme alla compagnia Ballet Preljocaj, composta da 26 strepitosi ballerini. Il balletto è ispirato alla celebre vicenda dell’amore contrastato tra il principe Siegfried e la bellissima Odette, trasformata in un cigno per un crudele incantesimo. Pur restando fedele alla struttura drammaturgica del celebre balletto, al Ponchielli è stata portata in scena una nuova versione, dove lo stesso Angelin Preljocaj ha affermato di aver voluto dare maggior spazio a personaggi che, nella maggior parte delle versioni de “Il Lago dei Cigni”, hanno solo un ruolo formale. In questo modo vengono rivisitati i ruoli dei genitori di Siegfried, che sono molto importanti e molto presenti in scena dal momento che influenzano in grande misura i rapporti dei protagonisti. Il “Lago dei Cigni” di Preljocaj è innovativo perché è stato in grado di catapultare il racconto tedesco in un contesto di attualità, al centro delle problematiche dei nostri tempi, anche attraverso un uso lodevole della scenografia che, mediante diversi video proiettati su schermi che hanno fatto da sfondo ai balletti, è riuscita a porre l’attenzione dello spettatore sul tema dell’ecologia, senza distaccarsi notevolmente dallo sviluppo della trama. Un particolare apprezzamento è sicuramente rivolto alla strabiliante bravura dei ballerini, che sono riusciti a coinvolgere il pubblico e a raccontare questa emozionante storia con impeccabili interpretazioni, coordinazione dei movimenti e tante, tantissime emozioni. A testimonianza di questo un gremitissimo Ponchielli ha applaudito calorosamente la compagnia Ballet Preljocaj. Uno spettacolo da non lasciarsi scappare assolutamente!
GATTI SOFIA – 3 LICEO LINGUISTICO MANIN
Domenica 12 Febbraio inizio di stagione al Teatro Ponchielli con il balletto “Il lago dei cigni” di Angelin Preljoccaj. Il famosissimo balletto è suddiviso in quattro atti ed ispirato ad un racconto tedesco ambientato nelle nebbie romantiche sulle sponde di un lago dove nasce la storia d'amore tra il principe Sigfrido e Odette, una principessa trasformata in cigno dallo stregone Rothbart. La fanciulla però sarà salva dal sortilegio solo se qualcuno le giurerà amore eterno. Il coreografo torna al balletto dove narrazione, danza e musica si fondono perfettamente, osando rivisitare il capolavoro del compositore russo Pëtr Il'ič Čajkovskij con con incursioni di musica elettronica creata dal collettivo 79D. La coreografia assolutamente precisa non ha pause durante le due ore dello spettacolo, molto fluido e compatto negli ensemble corali. I cigni sono i nuovi simboli di un linguaggio coreografico tra classico e contemporaneo. I video di Boris Labbé sullo sfondo mostrano che lo skyline di una grande città contemporanea, o l'ambiente del lago circondato da foreste che finiscono per essere inghiottite dall'invasione di gigantesche costruzioni sono un superbo fondale. Isabel Garcia Lopez danza il doppio ruolo di Odette/Odile e senza dubbio disegna bene la psicologia dei due caratteri, cosa che si può dire per tutti i solisti: Leonardo Cremaschi (Siegfried), Mirea Delogu (La madre), Baptiste Coissieu (Il padre) e Antoine Dubois (Rothbart). Questo quintetto riempie il palco con personalità in assonanza perfetta con l’intento del coreografo, che esamina le motivazioni di ciascuno dei personaggi e ci ricorda che questo “Lago dei cigni” parla al pubblico moderno di oggi. Numerosi e infiniti sono stati gli applausi da parte del pubblico per i ventisei ballerini che si sono esibiti sul palco. È stato uno spettacolo veramente coinvolgente che ha lasciato gli spettatori di qualsiasi età davvero a bocca aperta.
SOMENZI LISA – 4 LICEO ARTISTICO
Il 12 febbraio scorso ho assistito al balletto narrativo “Il Lago dei Cigni”, Ballet Prejlocaj, con l’innovativa coreografia di Angelin Preljocaj. La trama di questo balletto narra la triste storia d'amore tra il Principe Siegfried e la bella Principessa Odette, trasformata in cigno da un maleficio del perfido stregone Rothbart. Prejlocaj ha portato in scena una visione di questa storia in maniera odierna, con ventisei ballerini. Un balletto durato circa due ore, a cui ho iniziato ad assistere con grandi aspettative, che sono state pienamente soddisfatte. Due ore senza pausa che non sono pesate (neanche a me che stavo nel loggione laterale) ma che anzi avrei voluto non durassero così poco. L’entrata della ballerina interpretante Odette con la nuvola di fumo proiettata che cambiava forma (prima una nuvola, poi uno scheletro ecc…) é stata molto piacevole e azzeccata. La scelta di non usare le scarpette ma di restare a piedi scalzi è abbastanza innovativa soprattutto in un balletto del genere, ma i ballerini hanno saputo come incantarci allo stesso modo. Nella performance ho trovato una grande coordinazione in ogni passo e movimento, grande leggiadria, sia per le figure femminili e sia per quelle maschili, e tanta passione. Hanno saputo interpretare un così lungo balletto in modo grandioso, nonostante la probabile stanchezza o lo sforzo fisico. La scelta del finale drammatico ha lasciato un po’ di amaro in bocca ma è stata resa con grande bravura dalle ballerine che, stese per terra, interpretavano una morte con spasmi e cadute su cadute. I costumi contemporanei come la resa della famosa storia sono stati piuttosto adatti e hanno contribuito alla riuscita dello spettacolo. Ho apprezzato specialmente i costumi realizzati per la parte della storia dove prevaleva il malvagio stregone Rothbart (ovvero i costumi di colore nero) e il suo in particolare, in similpelle, è risultato veramente azzeccato. In conclusione, ho apprezzato moltissimo la visione di questo balletto e consiglio anche di seguire il mio esempio.
SPINONI GIULIA – 3 LICEO CLASSICO MANIN
“Il lago dei cigni” di Angelin Preljocaj, andato in scena domenica sera al Ponchielli di Cremona, è un quadro in continuo movimento, una storia che si svolge contemporaneamente nel XIX e nel XXI secolo, la rappresentazione di un racconto di altri tempi con uno sguardo alla società moderna. Il celebre balletto è qui proposto in un unico atto, senza intervalli e senza la presenza dell’orchestra, da una compagnia di 26 danzatori che si esibiscono non utilizzando mai le classiche punte in gesso, bensì ballando soltanto sulle mezze. La trama incantata della metamorfosi del cigno e della tragedia dell’amore rimane fedele all’originale, tuttavia viene interpretata come una storia dei giorni nostri, che si svolge in un grattacielo cittadino tra balli, feste e musica da discoteca. Preljocaj, infatti, mantiene quasi totalmente la colonna sonora del Lago di Čajkovskij, ma decide di introdurre altri elementi di novità, scelta che gli permette di raccontare cose che non sono nel libretto originale. Per esempio, come lo stesso coreografo ha affermato, punta l’attenzione sul ruolo dei genitori che assumono ora una posizione chiave nei rapporti con i protagonisti e non hanno più solamente un carattere formale. I costumi, la scenografia, le luci seguono e modellano i movimenti dei ballerini e si adattano perfettamente allo stile moderno dell’opera. In particolare, le immagini visive proiettate accentuano l’efficacia comunicativa dello spettacolo, fondendosi tra di loro e donando un senso di continuità alle varie scene rappresentate. Le protagoniste Odette e Odile, rispettivamente cigno bianco e cigno nero, sono interpretate dalla stessa persona, Isabel García López, che ha così il difficile compito di rappresentare due personaggi opposti, compito portato a termine con enorme successo. Lo spettacolo si conclude e il teatro sprofonda nello scrosciante applauso della sala del tutto gremita: ci si alza in piedi per omaggiare e ringraziare una rivisitazione riuscitissima di un monumento della danza che si mostra con sfaccettature nuove e mai viste.
VACCARO BEATRICE – 3 LICEO CLASSICO MANIN
Debutto entusiasmante per la Rassegna di danza del Ponchielli, domenica sera, con “Il Lago dei cigni” del Ballet Preljocaj. Quasi due ore senza interruzione, in cui ventisei ballerini hanno stregato il pubblico con la reinterpretazione dell’iconico balletto, ad opera del grande coreografo francese Angelin Preljocaj. La trama originaria, che racconta la storia d’amore tra Siegfried e Odette, è interamente mantenuta, e con essa la dimensione fantastica della trasformazione di una donna in cigno; il racconto, però, è attualizzato e trasposto nel mondo dell’industria e della finanza, con spunti assolutamente contemporanei legati al problema dell’inquinamento. Le ambientazioni, quindi, passano dalle suggestioni oniriche del lago, avvolto dalla nebbia, allo skyline di una metropoli moderna, tramite una scenografia complessa basata su video prodotti da Boris Labbé. Ricorrente l’immagine, sul fondale, del volo di uccelli, che, intrecciandosi ai virtuosismi disegnati dalle braccia dei ballerini, sottolineano il movimento nelle coreografie. I costumi, prevalentemente bianchi o neri, riprendono, tranne poche eccezioni, i colori dello sfondo: le donne cigno, liberate dalla formalità delle punte, con i loro tutù destrutturati, incarnano la perfetta sintesi tra la danza classica e quella contemporanea, sapientemente mixate da Preljocaj, con contaminazioni folkloristiche. Le musiche sono quelle originariamente composte da Čajkovskij, ma con l’inserimento di brani elettronici contemporanei. Un ritorno sul palco di casa per il cremonese Leonardo Cremaschi, nei panni di Siegfried; con la sua forte personalità espressiva, ha incantato il pubblico, fondendo perfettamente il movimento alla musica, a cui ha saputo sempre allineare il proprio ritmo interno. Impeccabile la tecnica di Isabel Garcia Lopez che, nel doppio ruolo di Odette e Odile, non sempre riesce, però, a differenziare la caratterizzazione dei due personaggi. Da segnalare l’interprete della madre di Siegfried, Mirea Delogu: incantevole il suo duetto con Leonardo Cremaschi, in cui riesce a trasmettere tutta la tenerezza e l’istinto di protezione verso il figlio. Un “Lago dei cigni” in versione inedita che ha conquistato il pubblico e lascia presagire una stagione emozionante della danza a Cremona.
ZITA SOFIA – 3 LICEO ARTISTICO
Questo 12 febbraio presso il teatro Ponchielli a Cremona, alle 20:30 si è tenuto questo, a mio parere, splendido balletto quale “Il lago dei cigni”, in cui si sono impegnato sia a mantenere la trama originale quindi nel preservare la tradizionale idea che si ha di quest’opera sia nel trovarvi uno spunto per riflettere su questioni molto attuali e importanti: l’ecologia. È infatti vero che la trama rimane la stessa quindi narra di una giovane principessa di nome Odette che per sua sfortuna fece innamorare uno stregone di nome Rothbart ma non ricambiando il sentimento finisce per essere maledetta, condannata a vivere con le sembianze di un cigno dal candido piumaggio durante il giorno, passando le giornate in un lago a dir poco malinconico poiché si dice esser stato alimentato dalle lacrime versate da Odette stessa che riassumere il suo vero aspetto solo la notte e l’unico modo per spezzare la maledizione è far in modo che qualcuno le giuri amore eterno. E proprio in una delle notti in cui riassume la sua vera forma che incontra il principe Sigfried, che tanto l’ama da volerla sposare, difatti durante una festa a palazzo lui pensa di giurarle amore davanti ai genitori ma si scoprirà in seguito essere la figlia dello stregone sotto mentite spoglie. Odette, disperata ritorna nel lago ed è li che Sigfried, seguendola spezza la maledizione. I 26 ballerini sono riusciti ad animare egregiamente la storia, esibendosi con tanta precisione e sincronia sa sembrare una cosa sola, quasi come se ognuno fosse il riflesso dell’altro e lasciando anche un messaggio importante sul troppo e inutile valore che si da al denaro e alle cose materiali.
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