22 Ottobre 2025 - 19:29
SONCINO - A distanza di quattro anni, i postumi dell’incidente sono rimasti. È entrato in aula zoppicando il ragazzo di Borgo San Giacomo (Brescia) che la sera del 29 dicembre 2021, in sella al “Cinquantino”, era stato investito da una Mercedes condotta da un uomo di Soncino, risultato positivo all’alcoltest. Accusato di lesioni stradali, oggi l’automobilista è stato condannato a 5 mesi (il pm onorario ne aveva chiesti 3) e alla sospensione della patente per 1 anno. E dovrà risarcire i danni alla vittima, all’epoca 22enne, parte civile. Il giudice ha fissato una provvisionale immediatamente esecutiva di 3mila euro.
Erano le sette di sera passate. C’era buio, ma la via era illuminata dalle luci natalizie. L’automobilista aveva svoltato a destra, senza dare la precedenza allo scooter, centrandolo in pieno. Il giovane era stato trasportato all’ospedale Maggiore di Cremona. «La visibilità era a 50/60 metri. L’automobilista poteva vederlo», ha confermato l’ingegnere Cinzia Cardigno, consulente tecnico della Procura, che ha ricostruito la dinamica dalle fotografie e dalle dichiarazioni dei testimoni, tra i quali una donna che aveva notato lo scooter «sollevarsi di qualche centimetro, un sollevamento durato poco».
Non, dunque, una «impennata», come aveva sostenuto il difensore Filippo Rizzi, per il quale «se lo scooter aveva diritto di precedenza, non vi è dubbio», tuttavia «non c’era alcuna volontà di violare il diritto di precedenza, perché il mio assistito non lo ha visto». Non solo. Per la difesa, prima di svoltare, l’automobilista «o aveva rallentato o si era fermato per poi ripartire dando una accelerata».
«Ma cosa c’entra — aveva ribattuto l’ingegnere Cardigno —. Che fosse in accelerata, in decelerata o a velocità costante, non cambia nulla. La visibilità era a decine e decine di metri». La difesa ha tentato di scaricare la colpa sullo scooterista. Ha ricordato che in un precedente processo per guida in stato di ebbrezza con il rito abbreviato, l’automobilista era stato assolto perché lo stato di ebbrezza non aveva contribuito a causare l’incidente, visto che sembrava fosse fermo e si parlava di quella impennata.
Oggi la difesa, nel chiedere l’assoluzione, ha detto che il 22enne «era senza patentino e senza tagliando assicurativo: non sapeva nemmeno guidare, creando, quindi, un pericolo». «Il patentino lo aveva fatto alle scuole medie, non lo aveva più con sé», ha spiegato la parte civile. La difesa farà appello.
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