E mentre parla agita le mani, si guarda intorno, fatica a fissare la telecamera evidentemente imbarazzato dall’occhio di vetro. Il messaggio di Moretti svela il lato umano e fragile del regista che non vuole mancare di rendere omaggio al suo Dario: «E poi mi ricordo il primo film che abbiamo fatto insieme, Sogni d’Oro. Tu dovevi dire sempre una specie di tormentone, ma questo film non lo capisce una casalinga di Treviso, un pastore abruzzese, o un, non mi ricordo la terza qual era. E tu invece che pastore abruzzese, dicesti pastore tedesco. E va bene. E poi abbiamo fatto insieme Bianca, La Messa è Finita e Habemus Papam, tanti film. In Palombella Rossa, dove non c’era un ruolo per te, però nelle pubblicità finte, in acqua nella piscina c’era scritto Pasticceria Cantarelli. Quindi in ogni caso eri con me anche sul set ad Acireale di Palombella Rossa» e conclude: «Ora hai deciso di non recitare più, però mi hai confidato che gli spettacoli te li sogni tutte le notti. Vabbè, quindi magari se qualcuno di noi ti richiama per un film o per uno spettacolo, pensaci un po’ su, magari chissà per i secondi 80 anni lavorerai ancora di più. Tanti auguri a te e tanti ringraziamenti. Ciao!».
A Cantarelli sono venuti gli occhi lucidi, l’applauso della sala è caloroso. In modo migliore non poteva aprirsi la rassegna, promossa da CineFilo in collaborazione con l’Associazione Antani e il Kiwanis Club. Dopo i saluti di Giovanni Schintu e Luca Beltrami di CineFilo, Antonio Capra, regista e presidente dell’associazione Antani, ha introdotto il film Bianca e dialogato con Cantarelli sull’attività cinematografica, mentre con Arrigoni l’attore di Isola Dovarese ha rievocato l’emozione di essere in palcoscenico dagli anni del Gst fino all’ultimo lavoro con Glauco Mauri in Re Lear, aneddoti raccolti nel libro Io Dario Cantarelli, in vendita in tutte le librerie cittadine a 10 euro. A fare da sostegno colui che da sempre sostiene Cantarelli, l’amico di una vita, Fausto Malinverno che ha raccolto ogni genere di memorabilia su Dario, fra cui il manifesto originale di Bianca di Nanni Moretti che in modo migliore non poteva aprire il cartellone di una piccola ma densa monografia dedicata all’attore feticcio di Moretti, a cui la sala cinematografica più antica della città ha tributato i giusti onori dell’arte e dell’affetto.