01 Settembre 2025 - 05:15
CREMONA - A Cremona trovare operai specializzati è sempre più difficile. È quanto emerge dall’elaborazione dell’Ufficio Studi Cgia di Mestre condotta sui dati diffusi da Unioncamere e Ministero del Lavoro: nel trimestre agosto-ottobre 2025, le aziende della provincia prevedono 7.560 nuove assunzioni, ma in più di un caso su due (52%) la ricerca di profili idonei si rivelerà problematica. Un risultato che colloca Cremona nella fascia alta della graduatoria che fissa il grado di difficoltà che si incontra nelle varie province italiane.
Si tratta di un dato nettamente al di sopra della media italiana (47,8%). Condizioni ancor più sfavorevoli si registrano a Pordenone (56,8%), a Bolzano e a Trento (56,5%). Va detto che in altre province lombarde il reperimento di operai specializzati continua ad essere una sorta di sfida. Gli indicatori di difficoltà di reclutamento a Lecco (55,1%), a Brescia (52,9%), a Mantova (52,3%), Piacenza (50,5%) e Parma (49,4%) restano elevati.
Dati vicini a quelli del cremonese, che testimonierebbero il peso delle difficoltà connesse alle assunzioni nel settore manifatturiero ed agroalimentare. A Milano, invece, pur registrandosi il numero più elevato di assunzioni (115.280), decresce la difficoltà nel reperire nuove risorse (44,8%), anche grazie a un mercato del lavoro diversificato. Tra i profili maggiormente ricercati, molte figure chiave per il settore manifatturiero ed edilizio, ma ad oggi pressoché introvabili.
Stiamo parlando di saldatori, tornitori, fresatori, operatori Cnc, carpentieri e gruisti. Tanti, troppi colloqui di lavoro – denuncia il report della Cgia di Mestre – terminano in un nulla di fatto, senza candidati disponibili ad assumere l’incarico. Alla radice del problema, probabilmente, pare esserci anche un cambio culturale: i giovani sarebbero propensi a privilegiare lavori più flessibili e meno faticosi, con una quota maggiore di tempo libero. A questo aspetto, si aggiungerebbero fattori come la crescente denatalità, e il gap tra la formazione scolastica specializzata e le richieste effettive delle imprese.
Se da un lato i giovani tendono ad orientarsi verso percorsi liceali o generalisti, poco orientati a professioni tecniche, dall’altro gli istituti professionali e tecnici faticano ad attrarre nuovi studenti, e a fornire laboratori moderni, dotati di strumenti e di tecnologie compatibili con le nuove richieste dell’impresa.
La difficoltà nel reperire operai specializzati non rappresenta solo una questione occupazionale bensì un nodo strategico per la competitività del territorio. Per un distretto produttivo come quello cremonese, caratterizzato da piccole e medie imprese ad alta specializzazione, la mancanza di figure qualificate rischia infatti di rallentare gli investimenti e di compromettere i tempi di produzione, frenando così dinamismo e novità.
Le associazioni di categoria sottolineano la necessità di rafforzare la collaborazione tra formazione e imprese: a livello locale, la sfida diviene dunque quella di investire in percorsi tecnici e professionali, laboratori ed orientamento, così da fornire risposte concrete al tessuto produttivo. Un impegno, quest’ultimo, a cui non si può più derogare; al fine di evitare che la carenza di manodopera specializzata diventi un freno strutturale alla crescita economica non soltanto della città di Cremona, ma dell’intero territorio nazionale.
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