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RIVOLTA D'ADDA

«Spari contro i piccioni», scatta la protesta dei residenti

Proiettili veri o cartucce a salve? Dibattito acceso su sicurezza e decoro

Riccardo Maruti

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18 Agosto 2025 - 09:08

«Spari contro i piccioni», scatta la protesta dei residenti

RIVOLTA D'ADDA - Non è più soltanto una questione di decoro urbano, ma di sicurezza e di convivenza civile. A Rivolta d’Adda monta la protesta di diversi residenti che denunciano una pratica pericolosa e — a quanto pare — piuttosto diffusa: i colpi d’arma da fuoco contro i piccioni in pieno centro abitato. Le zone finite al centro delle segnalazioni sono concentrate in diversi quartieri. A colpire non è solo il rumore improvviso degli spari, ma le conseguenze che ne derivano: animali ritrovati feriti o morti nei cortili, nelle villette, persino in mezzo alla strada. «I piccioni possono piacere o meno – scrivono alcuni cittadini in un post condiviso sui social – ma non si giustificano azioni di questo tipo. Si tratta di condotte perseguibili per legge».


Il dibattito si è acceso anche sul fronte tecnico: c’è chi giura che si tratti di fucili caricati con pallottole vere e chi, al contrario, sostiene che siano soltanto spari a salve, pensati per spaventare gli uccelli e allontanarli dai tetti. In entrambi i casi, però, resta l’inquietudine di una comunità che si trova a convivere con esplosioni improvvise in mezzo alle case, tra famiglie, anziani e bambini. «Non siamo nel Far West – sottolinea una residente – ci sono cani e gatti che si spaventano, persone che rischiano di cadere. È pericoloso e inaccettabile».


La polemica corre tra commenti indignati e voci più caute, ma il punto fermo è che la convivenza con i piccioni non può essere regolata a colpi di fucile. È vero: la presenza dei volatili rappresenta un problema crescente, tra escrementi sui balconi da ripulire ogni giorno, danni alle facciate e rischi igienici. Ma, osservano molti cittadini, le soluzioni ‘ortodosse’ esistono e sono già utilizzate altrove: sistemi dissuasori con reti e spuntoni, dispositivi a ultrasuoni, falchi addestrati per il controllo naturale della popolazione, fino a programmi di sterilizzazione che diversi comuni italiani hanno già avviato con buoni risultati.


La sensazione è che, al di là delle divisioni, la comunità rivoltana chieda un intervento chiaro e tempestivo delle autorità. Da un lato per verificare con precisione la natura degli spari – veri o a salve che siano – e dall’altro per promuovere soluzioni condivise che affrontino il problema dei piccioni in modo civile e rispettoso della legge. Perché, come ha scritto un cittadino sui social, «gli animali possono anche non piacere, ma non meritano di morire così. E noi non meritiamo di vivere in un quartiere che sembra un poligono di tiro». 

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