09 Agosto 2025 - 19:43
PIZZIGHETTONE - Non c’è pace per la stazione ferroviaria di Pizzighettone, poco utilizzata perché la maggior parte dei convogli ferma in quella di Ponte d’Adda, ma comunque attiva. Nuove recenti scritte sono comparse sui muri esterni, inoltre per evitare i continui atti vandalici e segni di bivacco è stato chiuso con lucchetto e catena l’accesso alla sala d’attesa. Che, quindi, è di fatto ‘vietata’ ai pendolari. L’unico modo per evitare ripetuti danneggiamenti.
Dalla vetrata si possono comunque scorgere le condizioni dei locali interni, fra sporcizia, arredi rotti e monitor di fatto inutilizzato. Come se non bastasse, le finestre sono di fatto state ‘murate’ con pannelli e si notano ancora i resti dei vetri infranti nei mesi scorsi. Nel piazzale esterno non va meglio: la pensilina originariamente da utilizzare per il ricovero delle bici è di fatto una giungla inaccessibile e fra gli arbusti è stato gettato di tutto. C’è perfino una scarpa.
Insomma, non un bel biglietto da visita per i tanti cineturisti che arrivano in stazione per scattare fotografie dopo che nel 2017 è stata scelta dal regista Luca Guadagnino, quale controfigura di quella di Clusone, per girare una nota scena del film «Chiamami col tuo nome» (Oscar per la migliore sceneggiatura non originale nel 2018). Nella pellicola Oliver saluta Elio proprio a pochi passi dai binari pizzighettonesi e poi prende il treno per andare all’aeroporto di Linate e tornare negli Stati Uniti; Elio chiama la madre in lacrime e la attende per tornare a casa.
Nelle scene, naturalmente, tutto era in ordine: niente scritte lasciate da writer, niente sporcizia, tabelloni lindi e arredi intatti. La realtà è ben diversa: la panchina che era stata utilizzata per le riprese, ad esempio, ora non è più all’esterno. Dopo che è stata utilizzata come ‘ariete’ da ignoti per spaccare porte e finestre, è stata ricoverata all’interno. Chiusa a chiave.
Nel 2022 Rfi ha disposto un intervento di riqualificazione generale, con tanto di ritinteggiature e posa di nuovi faretti illuminanti, ma ben presto gli incivili sono tornati a farsi vedere. Lo scorso marzo, ad esempio, hanno lasciato di tutto nel sottopassaggio che porta ai binari. Ancora prima, nel settembre 2024, con un mattone avevano infranto una finestra.
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