10 Agosto 2025 - 05:20
Ivan Zaffanelli nel riquadro
CREMONA - Sono 129 le malattie professionali denunciate in provincia fra gennaio e giugno, 36 in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. A crescere sul territorio cremonese, dunque, non sono solo gli infortuni mortali sul lavoro (come già riferito nei giorni scorsi, ci piazzano all’ottavo posto in Italia per incidenza) ma anche le patologie legate all’attività svolta. Spiccano le cronicità agli arti, come la sindrome della cuffia dei rotatori alla spalla, con 27 casi in sei mesi, e il tunnel carpale con 12 casi.
«Se da un lato si registra una diminuzione complessiva delle denunce di infortunio – analizza Ivan Zaffanelli, segretario generale Cisl Asse del Po, nel consueto report stilato dal sindacato – dall’altro si assiste a un drammatico incremento degli incidenti mortali e a una crescita delle malattie professionali. Le denunce di infortunio scendono infatti da 2.403 a 2.233 (-7,1%), con una riduzione sia degli incidenti avvenuti in occasione di lavoro (-7,5%), sia di quelli in itinere (-2,8%). Al contrario, i decessi aumentano da due a otto (+300%): sei avvenuti sul posto di lavoro, due durante il tragitto casa-lavoro. Poi appunto le malattie professionali, per le quali si osserva un aumento degno di nota: le denunce passano da 93 a 129, con un incremento del 38,7%. L’identikit del disagio è chiaro: spalle, polsi e colonna vertebrale sotto stress, con aumenti significativi della sindrome della cuffia dei rotatori (+145%), del tunnel carpale e dei disturbi discali. In aumento anche patologie gravi come mesoteliomi, ipoacusia da rumore e asbestosi. Quest’ultima è provocata dall’inalazione di fibre di amianto.
C’è un punto ulteriormente preoccupante: analizzando i dati consolidati dell’intero 2024 si rileva che su 145 lavoratori che hanno presentato richiesta di accertamento per malattia professionale, solo 35 l’hanno ottenuta. «Da questo punto di vista, è fondamentale che il lavoratore sia seguito sin dall’inizio da un patronato – continua Zaffanelli –, che si avvale di consulenza medica qualificata e, in caso di contenzioso, anche di consulenza legale».
La maggior parte delle malattie professionali denunciate nel primo semestre 2025 riguarda lavoratori italiani (111); ci sono poi 3 lavoratori di nazionalità albanese, 4 romeni, 2 colombiani, uno della Costa d’Avorio, un francese, 2 indiani, 2 marocchini, 2 svizzeri e un vietnamita. Le denunce riguardano per lo più uomini (82 su 129). Da rilevare, infine, che la crescita delle malattie professionali è una costante in tutta la Lombardia: tra gennaio e giugno 2024 i casi in regione erano stati 2.052, mentre nei primi sei mesi di quest’anno sono stati 2.562. Con una prevalenza delle patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo. In crescita anche le malattie del sistema nervoso, da 159 a 195, diminuite invece quelle del sistema respiratorio che sono passate da 73 a 61.
Per quanto riguarda gli infortuni non mortali, invece, balza all’occhio il marcato incremento di quelli registrati fra gli under 19, probabilmente anche a causa dell’alternanza scuola-lavoro: nella nostra provincia in sei mesi sono stati ben 481. L’inesperienza della giovane età, insomma, sembra fare la differenza in negativo: «Preoccupante l’aumento degli infortuni tra i giovanissimi – commenta Zaffanelli –. Ma anche fra i lavoratori over 60». Non solo: sono stati registrati 5 infortuni tra lavoratori over 75.
Il sindacalista commenta infine la situazione dei lavoratori stranieri in ambito di infortuni: «Spesso hanno un minore accesso a informazioni, formazione e tutele, infatti sono coinvolti nel 25% degli infortuni totali. Le comunità più colpite sono quelle provenienti da India, Marocco, Egitto, Romania e Nigeria. Per quanto riguarda la distribuzione per genere, invece, si evidenzia un calo più marcato tra gli uomini, in particolare nei settori industriali, mentre le donne restano esposte in comparti caratterizzati da un’alta intensità fisica come quelli della sanità, dell’assistenza e del commercio».
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