23 Luglio 2025 - 11:34
ROMANENGO - I carabinieri di Romanengo hanno arrestato una 31enne, già nota alle forze dell'ordine e residente in un'altra regione, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. La donna è accusata di essere responsabile di una truffa pluriaggravata, svolta col metodo del "finto carabiniere", perpetrata a Romanengo il 26 marzo scorso.
Quel giorno, una residente del paese si è presentata alla caserma dei carabinieri per denunciare di essere stata vittima di una truffa dal considerevole valore economico. Al mattino, aveva ricevuto una chiamata da un interlocutore che si spacciava per un carabiniere della caserma di Cremona, il quale affermava che il figlio dovesse recarsi nel capoluogo poiché erano state trovate targhe a lui intestate, connesse a un presunto furto.
La donna, contattato il figlio, si è diretta a Cremona, ma, in un secondo momento, l'interlocutore la contattò nuovamente invitandola a tornare a casa, in quanto avrebbe dovuto presentarsi solo il figlio presso la caserma. Riaccompagnata a casa, mentre il figlio proseguiva per Cremona, l'interlocutore le ha chiesto di raccogliere tutto il denaro e i preziosi in suo possesso, riferendo che un presunto perito del Tribunale sarebbe venuto a ritirarli per un confronto con monili in oro, recentemente ritrovati dopo un furto in una gioielleria della zona.
Naturalmente era tutto falso, ma la vittima, ignara, ha acconsentito. Poco dopo, una donna si è presentata alla porta per prelevare quanto raccolto. Successivamente, il figlio della vittima è tornato a casa spiegando di non aver avuto alcun appuntamento con i veri carabinieri. Alla luce di ciò, la madre ha compreso di essere stata truffata, avendo ormai consegnato oggetti d'oro e alcune centinaia di euro.
A seguito della denuncia, i carabinieri hanno iniziato le indagini. Sono stati informate della presenza di un’auto con targa estera nei pressi della casa delle vittime. Attraverso le registrazioni delle telecamere pubbliche e private, i carabinieri hanno visto il veicolo segnalato. Gli accertamenti sulla vettura hanno rivelato che l'auto era stata controllata alcuni giorni prima in provincia di Lucca, con a bordo tre persone, tra cui una donna, già fotosegnalate per una truffa simile avvenuta in quel territorio.
I carabinieri di Romanengo hanno acquisito la fotografia della donna identificata sull’auto e preparato un fascicolo fotografico da sottoporre alla vittima, che ha immediatamente riconosciuto la donna che si era presentata a casa sua. La donna è stata quindi denunciata per truffa aggravata, avendo approfittato dell’età e della vulnerabilità della vittima, causando un danno patrimoniale di considerevole entità e ingenerato nella vittima l'erronea convinzione di eseguire un ordine dell'autorità.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cremona, concordando con le risultanze delle indagini dei carabinieri di Romanengo, ha riscontrato che la donna, priva di fissa dimora e con precedenti penali, ha utilizzato un'auto con targa straniera per rendersi difficilmente rintracciabile e ha commesso reati in diverse località del territorio nazionale. La sua pericolosità sociale è altresì dimostrata dal fatto di aver isolato la vittima dai familiari, abusando della sua condizione di vulnerabilità, e facendo leva su un presunto ordine autoritario.
Pertanto, considerando il pericolo di reiterazione di reati simili, il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, prontamente eseguita dai militari di Romanengo, i quali hanno verificato che la donna era già detenuta nel carcere di Potenza per altri reati. Pertanto, è stata fatta richiesta alla polizia penitenziaria del luogo di notificare l'atto alla donna, cosa avvenuta in tempi celeri.
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