23 Luglio 2025 - 09:11
BORDOLANO - «L’oratorio ha tante spese e noi lo aiutiamo calcando le scene». La bella storia di altruismo, amicizia e generosità arriva da Bordolano, dove c’è un gruppo di otto amici innamorati del dialetto cremonese. Il più vecchio ha sessantaquattro anni, il più giovane ventidue. Sono gli attori nostrani di commedie brillanti nella lingua della nostra terra. Con il ricavato delle esibizioni danno una mano al parroco don Roberto Moroni a coprire i costi dell’unità pastorale ‘Madonna della neve’, formata dalle anime di Bordolano, Cignone e Corte de’ Cortesi.
La compagnia teatrale si chiama ‘Noòn ghe proum’ e già il nome racconta umiltà e modestia perché, malgrado il successo che stanno riscuotendo, tengono i piedi per terra. La scuola di recitazione non l’ha fatta nessuno, ma quando pronunciano le battute sono talmente spontanei e naturali che uno pensa davvero ad una formazione professionale. L’anima del gruppo è lei, Carla Martinenghi, che nel tempo ha contagiato tutta la famiglia, coinvolgendo sul palco i figli Camilla e Filippo, mentre il marito Carloalberto è il tecnico del suono.
«La nostra compagnia nasce nel 2018 da un’idea mia e di Aurelio Arisi, ex bordolanese trapiantato a Paderno – racconta Carla -; abbiamo iniziato a reclutare persone, animate come noi, dalla voglia di stare insieme divertendosi e contemporaneamente spinte dal desiderio di raccogliere fondi da destinare alla nostra unità pastorale che ha sempre tanto bisogno. Così siamo partiti con la prima commedia, ispirata ad un testo scritto in dialetto cremasco da un mio collega di lavoro, Corrado Barbieri, e trascritta da me in cremonese».
Continua Carla: «Gli attori negli anni sono cambiati, anche se i principali protagonisti sono Aurelio, che da poco è diventato pensionato e avrà quindi tanto tempo per trovare ispirazione per le prossime commedie, Lorena Agazzi di Bordolano, la nostra star, passando per Piero Baggi, l’artista più versatile, che alterna ruoli maschili a femminili e parla in cremonese ma anche in cinese; per non parlare di Pierina Ghinaglia di Bordolano, che nella vita e sul lavoro è sempre professionale e seriosa, ma sul palcoscenico si trasforma. Nella prima commedia anche il nostro don Roberto ha recitato, interpretando giustamente la parte del prete. Sono stati con noi anche Annalisa Sbolli, che ha lasciato perché è diventata mamma e Mariarosa Scaglia; grazie a lei, il figlio Francesco Mondini, di professione regista, ci ha dato le dritte e aiutato a partire con la prima commedia. Infine si sono aggiunti, dopo la chiusura del ristorante da loro gestito, La Granda di Casalbuttano, Maurizio Ziglioli come attore e Dario de Stefani come aiutante. Ci sono pure io, che normalmente faccio la parte della pettegola e chiacchierona».
La loro passione ha coinvolto anche tre giovani: «Sono arrivati e questo ci ha fatto immensamente piacere, i miei due figli Camilla e Filippo Preti di Bordolano e Federico Bonvini di Corte; sono tre studenti universitari che a fine settimana, al venerdì sera, quando tornano ai paeselli, si ritrovano in oratorio con noi a fare le prove».
Soddisfazioni, ma anche tanti sacrifici… «Il lavoro di preparazione è lungo - prosegue Carla - di solito partiamo a settembre con la nuova commedia e ogni venerdì, in oratorio a Bordolano, si lavora divertendosi e ridendo, si studiano battute, si cercano termini dialettali in disuso, proverbi e modi di dire di una volta, perchè quello che vogliamo è proprio far continuare a vivere questa nostra lingua locale. Poi tutti, una volta entrati nel personaggio, impreziosiscono i testi con battute, danno colore e vita ai personaggi, insieme poi si curano le scenografie, gli abiti, trucco e parrucco. Insomma tutto ciò che serve per ambientare, in maniera molto semplice, le nostre commedie».
La notizia del talento si è sparsa e ha portato ottimi frutti… «Sì – conferma Carla – nell’ultima commedia in poco tempo abbiamo fatto ben dodici repliche: due volte a Bordolano, poi a Castelverde, Cignone, Corte de’ Cortesi, Acquanegra, Paderno, Corte de’ Frati, Ripalta Cremasca e al teatro Bellini di Casalbuttano, per poi concludere la stagione nella nostra meravigliosa Villa Zaccaria con un pubblico di circa 300 persone».
Conclude Martinenghi: «Adesso stiamo cercando un nuovo soggetto, poi scriveremo la bozza e a settembre si riparte, perché siamo un gruppo molto affiatato e molto ben amalgamato e questo credo che il pubblico lo noti e lo apprezzi: essere unità pastorale, lavorare insieme per un fine bello e costruttivo, coinvolgere persone di età diverse, raccogliere soldi per finalità utili alla collettività ci motiva a continuare, ad impegnarci e faticare. Insomma Nòn ghe Proum».
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