22 Maggio 2025 - 21:28
CREMONA - È Leonardo Lamanna il nuovo soprintendente all’Archeologia, belle arti e paesaggio delle province di Cremona, Lodi e Mantova. L’incarico è per ora ad interim, perché attualmente Lamanna è anche soprintendente archivistico e bibliografico del Veneto e del Trentino-Adige.
Ma il passaggio di testimone con Gabriele Barucca, in pensione dallo scorso primo maggio, c’è già stato nei giorni scorsi nella sede mantovana della Soprintendenza. Quello di Lamanna a Cremona è un ritorno, visto che qui è già stato funzionario archeologo della soprintendenza dal 2017 allo scorso anno. Era legato per competenza al territorio di Mantova, ma è stato presente in diverse occasioni anche nel cremonese. Dal 2018 al 2023 è stato anche referente dei siti archeologici Unesco nel territorio di competenza della soprintendenza, compreso il sito palafitticolo ai Lagazzi del Vho di Piadena.
Nato a Grosseto nell’ottobre del 1980, Lamanna ha frequentato il liceo classico a Monza e si è successivamente laureato in Giurisprudenza con il vecchio ordinamento. Ma i tribunali o gli studi notarili non erano evidentemente la sua strada: consegue la laurea triennale in Scienze dei beni culturali, un master di I livello in Bioarcheologia, paleopatologia e antropologia forense, la laurea magistrale in Archeologia, un diploma di specializzazione in Beni archeologici e un dottorato di ricerca in Storia, critica e conservazione dei beni culturali all’Università degli Studi di Padova.
Ha accettato il nuovo incarico «con senso di responsabilità e grande entusiasmo», come ha dichiarato alla Gazzetta di Mantova, aggiungendo: «Si tratta certamente di una sfida impegnativa, ma ho la fortuna di poter contare su una squadra di professionisti molto preparati e motivati all’interno della Soprintendenza». Ha inoltre affermato: «Sono molte le sfide da affrontare, basti pensare al tema dello sviluppo delle energie alternative, come il fotovoltaico e ai relativi equilibri paesaggistici, ma sono certo che potremo affrontarle con spirito costruttivo, dialogando con gli enti locali, i cittadini e tutti i soggetti coinvolti, in un clima di collaborazione e rispetto».
E questo anche negli altri territori sotto l’egida della soprintendenza, «tutti ricchissimi di testimonianze storiche, artistiche e archeologiche di grande valore». Per quanto riguarda Cremona, ai primi posti nell’agenda del neo soprintendente dovrebbero esserci due progetti che con grande rammarico Barucca non è riuscito a portare a termine: ovvero il recupero dell’ex monastero di San Benedetto che la Fondazione Stauffer ha donato al demanio e che dovrebbe ospitare l’Archivio di Stato, e all’adeguamento dell’allestimento della pinacoteca Ala Ponzone a palazzo Affaitati e all’adiacente palazzo Soldi.
«L’accettazione della donazione di San Benedetto - aveva ricordato Barucca - però è bloccata per una certa rigidità del Demanio e del ministero della Cultura, che ha detto di non avere i fondi per portare a termine l’intervento. Un cortocircuito di cui mi rammarico molto. Ci vuole visione: in quell’area bellissima della città ci sono già le università e l’Archivio risistemato può essere un nuovo motore culturale». «In otto anni - aveva aggiunto relativamente al Museo civico - non siamo riusciti a mettere mano alla rivisitazione dell’allestimento della Pinacoteca. Si era aperta la possibilità con un finanziamento importante che poi non si è concretizzato. Volevo mettere mano a palazzo Affaitati e al vicino palazzo Soldi». Nell’edificio che ospita il Museo civico ci sono infiltrazioni d’acqua: «Dobbiamo stimolare le amministrazioni a spendere di più nella salvaguardia del proprio patrimonio».
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