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CAPERGNANICA

Caso bar, il primo round al don

L’Mcl perde la causa: il giudice ordina la restituzione dei 37mila euro prestati dalla parrocchia

Dario Dolci

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06 Maggio 2025 - 10:18

Caso bar, il primo round al don

La chiesa di Capergnanica e nel riquadro don Andrea Rusconi

CAPERGNANICA - La parrocchia e l’ex parroco Andrea Rusconi hanno avuto ragione in primo grado sul circolo Mcl, che aveva intentato una causa per risarcimento danni, dopo che al circolo era stata tolta la gestione del bar situato in piazza San Martino. Il giudice del tribunale di Cremona, Luigi Enrico Calabrò, nel rigettare le richieste dell’Mcl, ha condannato il Movimento al pagamento, in favore della parrocchia, di 37.269 euro, oltre agli interessi legali.

In aggiunta, ha condannato il locale circolo Mcl a rifondere alla parrocchia e a don Rusconi le spese legali, per altri 8.991 euro a testa. L’Mcl aveva contestato la decisione con la quale il parroco aveva risolto anticipatamente il contratto di comodato e estinto il diritto di credito del circolo nei confronti della parrocchia. Aveva inoltre chiesto di risarcire il danno costituito dall’illegittima sottrazione degli arredi del locale già in uso al circolo stesso, di condannare la parrocchia e il prete a risarcire il danno costituito dalla perdita di immagine e di associati.

In aggiunta la parrocchia avrebbe dovuto mettere a disposizione del circolo, a titolo gratuito, locali di eguale comodità rispetto a quelli nei quali aveva esercitato l’attività sino a maggio 2021. In quanto ai danni a suo dire subiti, l’Mcl aveva chiesto alla parrocchia un risarcimento, a far data dal mese di giugno 2021, di 666 euro al mese o, in alternativa, la somma di 24mila euro per il triennio 2021–2024. Nei confronti di don Rusconi, a titolo di risarcimento del danno per cattiva gestione, la richiesta era stata di 96mila euro.

La parrocchia non soltanto aveva respinto tutte le richieste della controparte, ma aveva chiesto che l’Mcl le restituisse 37.269 euro a suo tempo prestati al circolo. In quanto a don Rusconi, il parroco aveva a sua volta respinto tutte le richieste della controparte e aveva chiesto al tribunale di dichiarare l’inefficacia del contratto di comodato.

Nella sentenza, il giudice ha evidenziato la mancanza di dimostrazione in ordine a quali arredi, rispetto all’inizio della convenzione, siano effettivamente rimasti nei locali del circolo e quali fossero le loro attuali condizioni e valore al momento dello scioglimento del contratto. Lo stesso dicasi per la perdita degli associati, ritenuta generica.

In quanto all’immagine del circolo, che sembrerebbe riguardare la presunta cattiva gestione imputabile solo a don Rusconi, secondo il giudice non vi è prova, così come non vi è prova dell’effettiva appropriazione da parte del sacerdote di somme in contanti incassate e non versate. In merito, infine, alla mancata messa a disposizione di nuovi locali, il consiglio parrocchiale, pur non essendone obbligato, si era detto disponibile a concedere un nuovo comodato d’uso gratuito per dare sede alle attività dell’Mcl.

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