LA GIORNATA NAZIONALE
05 Maggio 2025 - 16:17
CREMONA - «La protezione dei diritti di bambini e adolescenti rappresenta una priorità per la Polizia di Stato e richiede un’attenta valutazione delle minacce emergenti, l’impiego di tecnologie innovative e un approccio metodologico e operativo in linea con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione che possa consentire nuove prospettive in termini di conoscenza e interazione sociale». Sono le parole del direttore del servizio Polizia Postale e per la sicurezza cibernetica, Ivano Gabrielli, che fungono da introduzione per la Giornata nazionale contro la pedofilia e pedopornografia.
«I pericoli della rete sono numerosi - elenca Gabrielli -: i minori possono essere vittime di adescamento (grooming) o essere spinti da predatori online a produrre immagini intime, con il rischio di incorrere in minacce come la pedopornografia, il revenge porn e la sextortion. Possono altresì subire atti di prepotenza, scherzi crudeli e molestie da parte di coetanei, spesso durante le sessioni di gioco online (cyberbullismo), oltre a rischiare violazioni della privacy o truffe informatiche (romance scam)».
«La Polizia Postale, nel più ampio e complesso scenario della sicurezza online, con l’adozione di metodologie investigative all'avanguardia improntate alla cooperazione internazionale con tutte le Polizie del mondo e attraverso la promozione di una cooperazione sempre più stretta tra il settore pubblico e privato, ha strutturato l’impegno in un incessante monitoraggio della rete per fronteggiare tutti i rischi del web» conclude Gabrielli.
Nel 2024 è stato potenziato il monitoraggio dei siti analizzati che è aumentato in maniera esponenziale rispetto al 2023. Complessivamente 42.231 i siti analizzati di cui 2.775 resi irraggiungibili e inseriti nella black list dei siti che contengono rappresentazioni di sfruttamento sessuale di minori, per inibirne la visualizzazione e impedire alle immagini di abuso di continuare a circolare, evitando la vittimizzazione secondaria. Nel 2024 il numero complessivo di casi trattati è risultato in aumento rispetto all’anno precedente passando da 2702 a 2828, testimoniando la crescita dell’azione di contrasto a fronte della crescita dei fenomeni.
Nel 2024 il dato relativo dell’aumento delle persone arrestate, passate da 108 nel 2023 a 147 nel 2024, è connesso al rafforzamento delle operazioni repressive volte ad identificare e arrestare tempestivamente gli autori di gravi reati. Nel 2024 il dato relativo alle persone denunciate in stato di libertà (1037) è risultato in leggera diminuzione rispetto ai dati 2023 (1131) analogamente per il numero delle persone indagate passate da 1239 nel 2023 a 1184 evidenziando come l’azione della Polizia Postale si è orientata con maggiore incisività sui soggetti di particolare pericolosità.
Nel 2024 le analisi delle attività hanno evidenziato un aumento delle perquisizioni passate da 927 nel 2023 a 986 nel 2024. Questo dato evidenzia un approccio investigativo più incisivo e capillare con operazioni che hanno permesso di raccogliere prove fondamentali per i procedimenti giudiziari e di smantellare reti criminali attive nella diffusione di materiale pedopornografico.
In qualità di organo del Ministero dell’Interno, il Servizio Polizia Postale detiene competenze istituzionali esclusive, sancite dalla normativa istitutiva del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO), incaricato della prevenzione e repressione dei reati legati allo sfruttamento sessuale dei minori sul web1. Per svolgere queste funzioni, il Servizio si avvale di avanzate tecniche investigative assicurando il coordinamento internazionale con le forze di polizia estere e, a livello nazionale, i 18 Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica (C.O.S.C.) e le 82 Sezioni Operative (S.O.S.C.) della Polizia Postale.
Il lavoro di prevenzione e contrasto alle varie forme di aggressione, anche sessuale, ai minori in rete si integra con le scienze sociali attraverso l’operatività dell’Unità di Analisi del Crimine Informatico, un’equipe di psicologi della Polizia di Stato, che contribuisce a costruire analisi criminologiche, buone prassi e azioni di sensibilizzazione che siano più efficaci nel mantenere al sicuro i minori.
La Polizia Postale partecipa a numerosi tavoli di lavoro interistituzionali per la protezione dei minori, tra cui il Safer Internet Center Italy in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza e l’Osservatorio per la Prevenzione e il Contrasto della Pedofilia e della Pornografia Minorile, promosso dal Ministero della Famiglia. Inoltre, il Gruppo di Lavoro sulle Sfide e Opportunità del Gaming, istituito dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale, dimostra come la complessità di questi fenomeni richieda un approccio sinergico per una comprensione e gestione efficace.
In considerazione della dimensione transnazionale di questi reati è stato rafforzato attraverso gli uffici di Europol e Interpol anche lo scambio di informazioni nei canali di cooperazione internazionale con l’obiettivo di promuovere a livello nazionale un’azione coordinata da parte degli Uffici della Specialità, per individuare autori e vittime di abusi.
L’identificazione delle vittime è una priorità e viene affidata a un’unità investigativa specializzata che analizza e gestisce i file multimediali illeciti attraverso la Banca Dati I.C.S.E. (International Child Sexual Exploitation Database), accessibile tramite Interpol e alimentata dalle segnalazioni delle forze di polizia di tutto il mondo. A tale settore affluiscono anche le informazioni fornite dall’Unità di Informazione Finanziaria (U.I.F.) della Banca d’Italia che segnalano transazioni sospette legate alla vendita di materiale pedopornografico sul web, utili per approfondimenti investigativi.
Su questo percorso il C.N.C.P.O. ha rinnovato l’impegno, in considerazione della particolare sensibilità riconosciuta verso la fragilità delle fasce deboli, nel redigere protocolli operativi di collaborazione con gli enti del terzo settore impegnati nel contrasto allo sfruttamento dei minori su logiche di ‘partenariato pubblico e privato’. Questi enti sono: Telefono Azzurro, Save the Children, Comunità di Sant'Egidio, Associazione Meter, National Center for Missing and Exploited Children, Operation Underground Railroad e Terres des Hommes.
L’adescamento di minori online rappresenta una delle minacce più insidiose e pericolose per i bambini e gli adolescenti, un fenomeno che il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) affronta con costante impegno e strategie mirate. L’analisi dei dati relativi agli ultimi due anni evidenzia come questo reato, pur mantenendosi su livelli elevati, mostri un’evoluzione che richiede interventi sempre più specializzati e tempestivi.
Nel 2024, il numero complessivo dei casi trattati si attesta a 374, un dato leggermente superiore rispetto ai 353 del 2023, che può essere interpretato come il frutto di un’intensificazione delle attività di prevenzione e educazione. L’adescamento online infatti è un fenomeno che si sviluppa e si manifesta nelle piattaforme digitali sempre più precocemente utilizzate da bambini e ragazzi come i social network le app di messaggistica istantanea e, più recentemente i videogiochi online, luoghi virtuali adatti per “predatori” pronti ad usare tecniche di manipolazione affettiva per ottenere immagini sessuali, video e addirittura incontri reali con potenziali vittime.
In questo contesto il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online ha intensificato le proprie attività investigative, adottando tecniche avanzate di monitoraggio del deep e dark web, collaborando con le principali piattaforme digitali per segnalare e rimuovere contenuti illeciti e rafforzando la cooperazione con le forze dell’ordine internazionali per identificare e fermare i responsabili di questi crimini.
Un’analisi più approfondita dei dati mostra come il rischio non sia distribuito in modo uniforme tra le diverse fasce d’età. Se è vero che i bambini tra 0 e 9 anni rappresentano ancora una quota relativamente minore di vittime, con 26 casi nel 2024 rispetto ai 32 del 2023, è altrettanto vero che si tratta di una tipologia di vittime particolarmente fragili per le quali un approccio sessuale precoce e tecnomediato può costituirsi come trauma concreto con potenzialità dannose piuttosto elevate.
Spesso è nei luoghi virtuali del gioco che gli adescatori “avvicinano” le loro vittime, sfruttando l’entusiasmo di vincere una partita nel gioco online preferito, nascondendosi dietro profili falsi di sedicenti coetanei. La fascia d’età 10-13 anni, che registra 207 casi in entrambi gli anni, continua a essere la più esposta. In questa fase dello sviluppo i minori iniziano a esplorare il mondo digitale in maniera più autonoma utilizzando i social media e le chat per stringere nuove amicizie. Gli adescatori sfruttano questa apertura per avvicinarsi alle vittime, fingendo di condividere interessi comuni e instaurando un rapporto basato su fiducia e manipolazione.
È in questo contesto che la Polizia Postale ha rafforzato le proprie strategie di prevenzione, promuovendo campagne di sensibilizzazione rivolte sia ai ragazzi che ai genitori, affinché possano riconoscere segnali di pericolo e adottare comportamenti più sicuri online. Il dato più significativo riguarda la fascia 14-16 anni, che mostra un incremento del 24%, passando da 114 casi nel 2023 a 141 nel 2024. Questo aumento riflette la crescente esposizione degli adolescenti a dinamiche digitali complesse, che vanno dal sexting alla condivisione di immagini intime, talvolta indotte con minacce o ricatti.
Gli adescatori mirano a minori di questa età consapevoli della loro naturale curiosità per la seduzione, la sessualità e l’interazione libera, consapevoli di quanto i ragazzi si sentano sicuri in un dominio, quello digitale, in cui credono di muoversi con maggiore dimestichezza, minore esposizione corporea senza particolari controlli.
La sextortion rappresenta una delle minacce più insidiose e devastanti per i minori nel panorama dei crimini online. Questo fenomeno si manifesta attraverso il ricatto sessuale: i malintenzionati inducono le vittime, spesso con l'inganno o la manipolazione emotiva, a condividere immagini intime per poi minacciarle della diffusione di tali materiali al fine di ottenere ulteriori contenuti, denaro o favori personali.
Singoli sfruttatori e organizzazioni criminali sfruttano le vulnerabilità psicologiche e sociali dei giovani, le loro curiosità, la naturale fiducia negli altri per realizzare contatti online discreti e apparentemente anonimi attraverso i quali indurre a produrre, inviare e condividere con sconosciuti immagini intime e video personali estorti con minacce e raggiri. Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) è in prima linea nella lotta contro questa forma di abuso, adottando strategie avanzate di investigazione, prevenzione e supporto alle vittime.
L’analisi dei dati relativi agli anni 2023 e 2024 mostra una sostanziale stabilità nel numero complessivo dei casi trattati, da 137 nel 2023 a 130 nel 2024. Un’analisi dettagliata delle fasce d’età delle vittime evidenzia come la minaccia della sextortion colpisca principalmente gli adolescenti tra i 14 e i 17 anni, con 115 casi nel 2023 e 114 nel 2024. Questa stabilità nei numeri conferma come gli adolescenti, per la loro tendenza ad affidare le esplorazioni sentimentali ai servizi del web, social network e messaggistica in primis, siano più esposti a questa tipologia di attacchi dai quali credono di sapersi difendere perché portatori di un’abitudine d’uso della tecnologia che diventa prassi consolidata.
In questa fascia d’età i ricattatori spesso si fingono coetanei per stimolare la curiosità, costruendo il miraggio di un’interazione sessuale autentica, spontanea, libera e reciprocamente partecipata nella quale invece tali elementi diventano poi strumento ubiquo di coercizione. L’intensa attività del C.N.C.P.O. ha portato a smascherare numerosi network di sfruttamento, dimostrando come dietro molti casi di sextortion ci siano organizzazioni criminali con strategie ben strutturate e finalizzate all’estorsione su larga scala.
Appare opportuno evidenziare come la fascia 10-13 anni abbia registrato un leggero calo da 20 casi nel 2023 a 15 nel 2024. Anche se il numero complessivo è più contenuto rispetto agli adolescenti più grandi, questa categoria è particolarmente vulnerabile perché meno consapevole dei pericoli del web e più incline a fidarsi degli interlocutori online. I casi trattati in questa fascia evidenziano una dinamica ricorrente: le vittime vengono spinte con l’inganno a produrre immagini sessualmente esplicite, spesso senza rendersi conto delle implicazioni e successivamente vengono minacciate per ottenere ulteriore materiale.
Il dato relativo ai bambini di età compresa tra 0 e 9 anni è il più basso in termini numerici, con due casi registrati nel 2023 e uno nel 2024. Tuttavia, anche se statisticamente meno rilevante, questa fascia d’età rappresenta una delle più delicate poiché spesso le vittime non hanno gli strumenti per comprendere ciò che sta accadendo e possono essere manipolate con estrema facilità. I casi trattati mostrano che gli autori di questi crimini cercano di entrare in contatto con i minori attraverso piattaforme di gioco o sfruttano la mancanza di supervisione da parte degli adulti per interagire con loro. Il lavoro del C.N.C.P.O. in questi casi è particolarmente complesso e richiede un’immediata identificazione dei responsabili, spesso nascosti dietro false identità digitali, oltre a un intervento mirato per proteggere le vittime e le loro famiglie.
In questo ambito, un’altra priorità del CNCPO è il supporto alle vittime. La sextortion può avere gravi conseguenze psicologiche, portando i minori a vissuti di panico, ansia, vergogna e, nei casi più gravi, alla depressione e al rischio di autolesionismo. Per questo motivo, il Centro lavora in sinergia con i funzionari psicologi dell’Unità di Analisi del Crimine Informatico (U.A.C.I.) per fornire aiuto immediato a chi subisce questi ricatti, a chi utilizza il portale istituzionale www.commissariatodips.it per richiedere aiuto, alle famiglie che si trovano ad affrontare situazioni tanto delicate e pericolose per le giovani vittime.
Il C.N.C.P.O. si impegna per l’identificazione e la denuncia dei responsabili ma offre accoglienza alle vittime e alle loro famiglie, fornendo strumenti concreti per affrontare le conseguenze emotive del reato e riprendere il controllo della propria vita. Il contrasto delle sextortion con vittime minorenni continua a rappresentare uno dei target strategici del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online.
Il revenge porn, ovvero la pubblicazione o diffusione di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è una delle forme più gravi di aggressione online, con conseguenze devastanti per le vittime, in particolare quando sono minorenni. Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) è costantemente impegnato nel contrasto a questa minaccia attraverso attività investigative avanzate, azioni di prevenzione e supporto psicologico alle vittime realizzato dall’U.A.C.I.
L’analisi dei dati relativi agli anni 2023 e 2024 evidenzia un aumento significativo dei casi trattati, passando da 29 nel 2023 a 42 nel 2024, con una crescita del 45%. Questo incremento indica una maggiore diffusione del fenomeno, ma al tempo stesso testimonia l’efficacia del lavoro del C.N.C.P.O., che attraverso monitoraggi sempre più capillari e una crescente sensibilizzazione ha portato a un aumento delle denunce e degli interventi.
L’assenza di casi nella fascia 0-9 anni in entrambi gli anni analizzati suggerisce che il revenge porn colpisce prevalentemente preadolescenti e adolescenti, ovvero coloro che iniziano a sviluppare una vita sociale online più attiva e un rapporto più stretto con la tecnologia e la condivisione di contenuti personali. Il fenomeno riguarda principalmente la diffusione non consensuale di immagini intime, spesso in seguito a relazioni affettive o a forme di adescamento online.
Questo abuso si verifica soprattutto attraverso social network e applicazioni di messaggistica, strumenti che permettono la rapida e incontrollata propagazione dei contenuti. Un dato particolarmente allarmante emerge nella fascia 10-13 anni che registra un aumento da 6 casi nel 2023 a 11 nel 2024, quasi raddoppiando in un solo anno. Questo incremento evidenzia come anche i più giovani siano esposti al rischio di subire forme di violenza sessuale digitale.
Spesso questi casi coinvolgono situazioni in cui i minori vengono indotti con l’inganno o la manipolazione psicologica a condividere immagini intime, senza comprendere appieno le conseguenze di tale azione. L’incremento dei casi in questa fascia d’età ha suggerito un potenziamento delle attività di sensibilizzazione, affinché bambini e preadolescenti siano adeguatamente informati sui pericoli legati alla condivisione di immagini personali in rete.
La fascia 14-17 anni rappresenta la categoria più colpita, con un sensibile incremento da 23 casi nel 2023 a 31 nel 2024. Gli adolescenti sono spesso vittime di revenge porn in contesti di relazioni sentimentali finite male, vendette personali o dinamiche di pressione tra pari. L’abuso si manifesta con la minaccia o la diffusione di immagini intime al fine di esercitare un controllo sulla vittima, danneggiarne la reputazione o ricattarla emotivamente.
Il C.N.C.P.O. interviene con tempestività per identificare i responsabili e bloccare la diffusione dei materiali, collaborando con le principali piattaforme digitali per la rimozione dei contenuti e attivando procedure di supporto psicologico per le vittime, che spesso subiscono gravi ripercussioni emotive e sociali. Il lavoro della Polizia Postale nel contrasto al revenge porn minorile si articola su più livelli. Da un lato vi è l’attività investigativa che grazie all’uso di tecnologie avanzate consente di tracciare la diffusione dei contenuti illeciti e risalire ai responsabili. Dall’altro, la collaborazione con enti istituzionali, scuole e famiglie gioca un ruolo fondamentale per la prevenzione, attraverso campagne di educazione digitale mirate a informare i giovani sui pericoli della condivisione di immagini intime e sulle strategie di difesa in caso di abuso.
L'intelligenza artificiale generativa sta cambiando il modo in cui interagiamo con il mondo digitale, in considerazione della possibilità di creare contenuti nuovi come immagini, video, testi e audio. Purtroppo, si sta verificando un aumento nei casi di abuso di questi strumenti per creare materiale di sfruttamento sessuale dei più piccoli. Tale fenomeno può riguardare sia minori reali, la cui immagine può essere artificialmente modificata in contenuto pedopornografico, ovvero può essere utilizzata per creare contenuti illeciti raffiguranti bambini inesistenti nel mondo reale.
Recentemente, si è dimostrato che l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per agevolare condotte di adescamento online, revenge porn e sextortion. Infatti, le capacità di generare messaggi su misura per il tipo di interlocutore può essere sfruttata dai malintenzionati per aumentare le possibilità di interazione con le loro vittime. In tal senso l’IA può sopperire al gap generazionale, originando messaggi realistici come se fossero scritti da minorenni, in modo da instaurare interlocuzioni digitali con i minori.
Questi nuovi fenomeni e la pericolosità degli strumenti ha sollecitato la riflessione a livello globale che ha reso necessaria l’adozione del recente disegno legge del 20 marzo 2025 n. 1146/24 contenente Disposizioni e delega al governo in materia di intelligenza artificiale, che ha inteso anche apportare diverse novità sull’impianto normativo delle fattispecie penali.
Le “prove di coraggio” che in molte culture rappresentavano la celebrazione del passaggio dall’infanzia all’età adulta, nell’era digitale hanno assunto la forma più evanescente delle challenges online, in cui l’esercizio di misurarsi con i propri limiti attraverso un test di coraggio assume forme talvolta singolari e decisamente problematiche. Già da qualche anno è emersa la tendenza di adolescenti a ricercare online non solo sfide che prevedano azioni irrazionali o pericolose in cui cimentarsi, filmandosi con gli smartphones per poi diffonderli in rete e guadagnare popolarità.
Più recentemente, accade che i ragazzi accettino di partecipare a gruppi chiusi di messaggistica, popolati da migliaia di utenti sconosciuti, nei quali circola e si contribuisce a far circolare materiale dai contenuti eterogenei: da esecuzioni capitali a incidenti mortali, dalle violenze sessuali fino alla pedopornografia e alle torture. Ogni immagine visionata sconvolge, colpisce le coscienze favorendo una desensibilizzazione dei giovani e giovanissimi, con evidenti effetti negativi sul loro sviluppo psicoemotivo.
L’Unità di Analisi del Crimine Informatico- UACI del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica è un’équipe composta da psicologi della Polizia di Stato, che svolge, sin dagli anni 2000 un’opera di affiancamento alle principali attività svolte nella direzione della protezione dei minori e delle vittime fragili dai rischi online. Nel corso del 2024, l’Unità si è concentrata sui fenomeni prodromici alla violenza di genere online, anche fra minori, promuovendo momenti formativi dedicati agli operatori impiegati nel contatto con vittime fragili.
Sempre più spesso i ragazzi “tollerano” forme di controllo tecnomediato (obbligo di geolocalizzazione, di documentazione fotografica dei luoghi e delle persone con cui si esce, supervisione degli outfit, etc.) scambiando prodromi di atteggiamenti di ipercontrollo e manipolazione per segnali di amore, affezione e trasporto. La formazione degli operatori è tesa all’aggiornamento sulle varie forme di violenza che possono interessare i più giovani e le vittime femminili, allo scopo di aumentarne la capacità di ascolto, riducendo il rischio di vittimizzazione secondaria nella gestione delle richieste di aiuto e tutela.
Nel 2025 è stata avviata con la facoltà di La Sapienza di Roma una collaborazione volta a redigere delle linee guida per gli operatori impegnati nelle attività di prevenzione presso le scuole, al fine di adeguare gli strumenti operativi e comunicativi in relazione ai minori appartenenti alla fasce d’età più basse. L’U.A.C.I. ha affiancato le squadre operative in investigazioni ad alto impatto emotivo, fornendo al personale le adeguate misure di riduzione dello stress lavoro correlato, attraverso incontri individuali e di gruppo finalizzati alla decompressione emotiva in diversi uffici territoriali.
Ha supportato l’attività investigativa conducendo audizioni di minori coinvolti in varie forme di aggressione tecnomediata, fornendo aiuto diretto ai ragazzi che contattano il portale istituzionale www.commissariatodips.it, supportando le famiglie e favorendo quindi la messa in sicurezza delle piccole vittime.
I funzionari psicologi hanno inoltre contribuito all’ideazione di iniziative di comunicazione e sensibilizzazione rivolte ai minori, ai genitori e agli insegnanti, al fine di aumentare la consapevolezza collettiva in materia di rischio online, con sessioni formative rivolte alle aziende, alle scuole e agli operatori del sociale. È stata dato inoltre largo spazio allo studio dei fenomeni emergenti di rischio online, alle metodologie più efficaci per realizzare interventi di prevenzione, con la finalità di standardizzare e qualificare gli interventi diretti a fasce di età di potenziali vittime sempre più precoci e fragili.
Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online ha intensificato il proprio impegno nella lotta alla criminalità informatica e, in particolare, alla prevenzione e repressione dei reati legati allo sfruttamento sessuale dei minori online. Le attività investigative hanno visto il coinvolgimento di diverse articolazioni territoriali e l’impiego di tecnologie avanzate, sia in modalità tradizionale che sotto copertura, dando luogo a operazioni complesse e articolate che hanno permesso di ottenere importanti risultati operativi.
OPERAZIONE TABÙ: condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania con il coordinamento del Centro Nazionale per il contrasto alla pedopornografia online. L’attività ha avuto inizio con un’azione sotto copertura sulla piattaforma di messaggistica istantanea Viper che ha consentito ad operatori specializzati di infiltrarsi all’interno di numerosi gruppi e canali dediti allo scambio di materiale pedopornografico e di individuare 26 utenti italiani. Le indagini, supportate da approfondite analisi forensi sui dispositivi sequestrati, hanno portato all’identificazione di ulteriori soggetti coinvolti. L’operazione si è conclusa nella sua fase esecutiva con 9 arresti in flagranza per detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico e con 17 persone indagate in stato di libertà.
OPERAZIONE LA CROIX: avviata dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Torino, condotta in modalità sotto copertura in uno scenario complesso di gruppi e canali Telegram utilizzati per lo scambio di contenuti pedopornografici. L’attività ha portato alla deanonimizzazione e successiva perquisizione di 33 utenti. Tra questi, 3 persone sono state arrestate in flagranza di reato – tra cui un parroco e un appartenente alle forze dell’ordine – mentre le restanti 30 sono state indagate in stato di libertà.
OPERAZIONE STREAM: L’operazione avviata dal C.N.C.P.O. in collaborazione con il C.O.S.C. Campania ha visto il coinvolgimento nella fase esecutiva dei Centri Operativi della Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Veneto e Sardegna. La cooperazione con il collaterale tedesco nell’ambito di una più ampia operazione coordinata da Europol e le complesse analisi delle blockchain hanno permesso di identificare i soggetti che hanno effettuato diversi pagamenti in criptovaluta per accedere alla piattaforma nel Dark web denominata “KidFlix”, utilizzata per la riproduzione on-demand di contenuti multimediali a carattere pedopornografico raggruppati per categorie. L’operazione si è conclusa con l’arresto di 4 persone per detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico come di seguito riportato, la denuncia in stato di libertà di 11 indagati. Sono stati individuati e sequestrati n. 9 wallet utilizzati per l’acquisto di materiale pedopornografico.
L’attività di prevenzione svolta quotidianamente dalla Polizia Postale ha l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi a un uso consapevole della tecnologia e per la conoscenza dei fenomeni e dei rischi legati all’uso della rete, con particolare attenzione a reati come l’adescamento e la pedopornografia, e alle implicazioni legali delle condotte online, che spesso hanno ripercussioni anche emotive. L’attività si svolge principalmente nelle scuole, attraverso incontri mirati che hanno la finalità di prevenire e intercettare situazioni di disagio, devianza e vulnerabilità sociale. Considerata l’importanza e la delicatezza dell’attività nelle scuole, il Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica ha previsto una specifica formazione per gli operatori a ciò stabilmente dedicati e linee guida per definire buone prassi per la gestione degli incontri.
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