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FdI sotto accusa: «Intesa vergognosa col Pd»

Lega, Forza Italia e Udc all’attacco: «Accordo sottobanco per i nomi nel Cda dell’Ato. Alleanza anche sui criteri di voto all’assemblea dei sindaci, così svendono il centrodestra»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

24 Aprile 2025 - 10:19

FdI sotto accusa: «Intesa vergognosa col Pd»

Simone Bossi (Lega Cremona), Tiziano Filipponi (Lega Cremona), Gabriele Gallina (Forza Italia) e Giuseppe Trespidi (Udc)

CREMONA - Nuova spaccatura nel centrodestra a livello provinciale dopo la Conferenza dei sindaci dell’Ato, con Lega, Forza Italia e Udc che accusano Fratelli d’Italia di aver concluso un accordo sottobanco con il Pd sulle nomine. E sotto accusa c’è anche il presidente Roberto Mariani, responsabile insieme ai comuni di Cremona e Crema di quella che viene definita «l’ennesima forzatura politica».

L’attacco è contenuto in una nota firmata da Simone Bossi, Lega Cremona, Tiziano Filipponi, Lega Crema, Gabriele Gallina, Forza Italia e Giuseppe Trespidi, Udc, secondo cui «il risultato di questo atteggiamento arrogante e prepotente è stato che la metà dei sindaci ha abbandonato l’assemblea e i tre nominativi da indicare per il Cda dell’Ato sono stati eletti da poco più di 50 comuni su 113». I nomi emersi sono quelli di Simona Pasquali, assessore a Cremona, Roberto Medesani, consigliere a Casalmaggiore per FdI e Luca Ferrarini, sindaco di Bonemerse di centrodestra.

Una rosa che fa dire a Lega FI e Udc: «Le votazioni dell’assemblea hanno definitivamente confermato, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, il vergognoso accordo sottobanco tra Pd e Fratelli d’Italia: infatti dei 5 nominativi del Cda dell’Ato, tre indicati dall’assemblea dei sindaci e due nominati direttamente da Mariani, quattro faranno riferimento al Pd e uno a Fratelli d’Italia». In assemblea Mariani ha annunciato l’intenzione di nominare Stefano Belli Franzini, sindaco di Gussola e Cinzia Fontana, assessore a Crema.


Bossi, Filipponi, Gallina e Trespidi sottolineano che «in passato i cinque nominativi del Cda dell’Ato sono sempre stati frutto di una condivisione tra tutti i sindaci, sotto il coordinamento politico e la sintesi del presidente della provincia. Questa volta invece il presidente Mariani, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, non ha voluto svolgere questo ruolo di coordinamento e sintesi. In un primo momento non riuscivamo a capire il perché di tale inerzia e si pensava fosse solo un’incapacità a coordinare, ma in buona fede. Ora invece dopo l’assemblea si sono chiarite le motivazioni: il presidente della provincia Mariani non ha coinvolto e coordinato i sindaci perché vi era già un accordo con Fratelli d’Italia per spartirsi i 5 posti nel Cda».


«I 3 nominativi che dovevano essere eletti dall’assemblea — prosegue la nota — erano rappresentanti delle tre fasce di popolazione: un sindaco doveva rappresentare i comuni da 0 a 3.000 abitanti, un altro i comuni da 3.000 ai 15.000 abitanti e il terzo i comuni sopra i 15.000 abitanti. I comuni che hanno abbandonato l’aula chiedevano solamente che i sindaci divisi in fasce di popolazione, potessero votare e scegliere il proprio rappresentante; richiesta che crediamo qualunque sindaco di buon senso avrebbe fatto».

«Invece con l’avvallo del presidente Mariani — continua —, i comuni di Cremona e Crema con gli altri comuni piccoli e medi del Pd e di Fratelli d’Italia, hanno imposto a tutti i sindaci una modalità di votazione per cui i due grandi comuni Cremona e Crema, grazie all’enorme peso ponderale dei loro abitanti, avrebbero potuto votare e quindi scegliere, come in realtà poi hanno fatto, anche i rappresentanti delle fasce dei comuni piccoli e medi. A questo punto, dopo questa forzatura vergognosa del Pd e di Fratelli d’Italia, la metà dei comuni piccoli e medi ha deciso giustamente di non partecipare a questa votazione farsa e ha abbandonato l’assemblea. Anche su questa ‘alleanza di fatto’ tra Fratelli d’Italia e Pd, sono due le questioni da chiarire».


E qui parte la raffica di accuse al partito guidato in provincia da Marcello Ventura: «Innanzitutto, è meglio esplicitare una volta per tutte la vergognosa natura di questo rapporto, che forse non è ancora così chiara ai più: non si tratta di una normale dinamica di competizione tra partiti di centrodestra, i quali promuovendo insieme prioritariamente l’interesse e la crescita dei consensi del centrodestra, cercano legittimamente in seconda battuta di favorire tra gli elettori il proprio specifico partito. Lo schema di gioco che Fratelli d’Italia attua a Cremona non rientra in questa legittima logica tra partiti alleati, ma persegue invece un subdolo accordo con il Pd, molto remunerante per i dirigenti di FdI, anche se deplorevole dal punto di vista politico».

«In secondo luogo — prosegue la nota —, è quindi decisivo capire come è strutturata questa alleanza di fatto. Fratelli d’Italia si candida fintamente insieme ai partiti di centrodestra, ma continua a tradire scientificamente il centrodestra alle elezioni. Ha svenduto il comune di Cremona al Pd in cambio di qualche poltrona nelle partecipate comunali: disimpegnandosi nella campagna elettorale e creando liste fittizie alternative ha fatto vincere il Pd per soli 200 voti. Ha svenduto la Provincia di Cremona al Pd in cambio di qualche poltrona nelle partecipate provinciali: facendo votare gli amministratori di Fratelli d’Italia per il presidente Mariani ha permesso al Pd di vincere e governare la nostra provincia».

«E ora nell’assemblea dell’Ato, ha votato insieme al Pd per spartirsi i 5 posti del Cda. In cambio il Pd, incassate le preziose vittorie alle elezioni comunali di Cremona e alle elezioni provinciali, ha nominato esponenti di Fratelli d’Italia in tutte le partecipate del Comune di Cremona e della Provincia. Gli unici che ci perdono in questo gioco vergognoso sono gli elettori di centrodestra e in particolare coloro che in buona fede votano Fratelli d’Italia e in cambio ricevono da questi ultimi solo tradimenti. Per noi la politica è un’altra cosa» conclude.

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