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SOLAROLO RAINERIO

Cassone della Caritas nel mirino degli incivili: «È ora di fermarli»

Il sindaco esasperato: «È essenziale che ogni cittadino si assuma la responsabilità del corretto smaltimento dei propri rifiuti»

Pierluigi Cremona

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pierluigi.cremona@virgilio.it

09 Aprile 2025 - 10:35

Cassone della Caritas nel mirino degli incivili: «È ora di fermarli»

Il sindaco di Solarolo Rainerio Vittorio Ceresini e il materiale abbandonato vicino al cassone della Caritas

SOLAROLO RAINERIO - L’ultima volta sono stati lasciati due lampadari vintage, un comodino e alcuni abiti ‘educatamente’ posti in un cartone, mentre le altre volte erano montagne di vestiti buttati alla rinfusa, scarpe, borse, zaini e altro materiale proveniente da un’abitazione. Il cassone degli abiti usati della Caritas, a fianco della chiesa parrocchiale in via Zaccaria è sistematicamente meta di incivili che vi abbandono diversi oggetti. La zona si trova a due passi dal municipio di Solarolo ma è anche leggermente nascosta dalla via principale, favorendo così il deposito indiscriminato.


Purtroppo sembra che ogni forma di repressione sia vana e anche il sindaco Vittorio Ceresini è esasperato. «Purtroppo si tratta di incivili che non hanno il minimo rispetto dell’ambiente in cui vivono e anche poco rispetto del luogo, visto che il cassone si trova a fianco dell’ingresso della nostra chiesa parrocchiale. È essenziale che ogni cittadino si assuma la responsabilità del corretto smaltimento dei propri rifiuti, inclusi gli indumenti usati, utilizzando le infrastrutture messe a disposizione dalle amministrazioni locali. Solo attraverso la collaborazione e il rispetto delle normative vigenti possiamo garantire un ambiente più pulito e sostenibile per tutti».


Probabilmente coloro che abbandonano il materiale sono anche a conoscenza che possono accedere alla piazzola ecologica di San Giovanni in Croce, ma per pigrizia o scarso senso civico, preferisco caricarlo sull’automobile, agire di notte e abbandonare il materiale dove poi viene trovato.

«Cercheremo di porre un freno provando a posizionare le telecamere nascoste, ma è un palliativo, non è certamente una cosa che può essere fatta sette giorni su sette. Serve che la popolazione migliori il proprio senso civico e il rispetto per l’ambiente. Tra l’altro la donazione di abiti è anche un’opera meritoria perché va ad aiutare persone svantaggiate e in difficoltà, ma comportandosi così i cittadini che abbandonano gli abiti mettono in secondo piano il loro gesto solidale».

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