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LA SCOPERTA

La prima scuola di Annicco riemerge dall'Archivio di Stato

Trovato un contratto manoscritto del 1567. Stringhetti: «Attesta l’istituzione dell’istruzione gratuita a giovani e adulti»

Piero Zanoni

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07 Aprile 2025 - 05:15

La prima scuola di Annicco riemerge dall'Archivio di Stato

Il documento trovato nell'Archivio di Stato e Giuseppe Stringhetti, appassionato di storia e tradizioni locali

ANNICCO - Importante scoperta nell’Archivio di Stato di Cremona: un documento notarile del 1567 attesta la nascita della prima scuola pubblica di Annicco. «Per noi annicchesi — afferma Giuseppe Stringhetti, appassionato di storia locale e cultore delle tradizioni — è un avvenimento di grande portata. E faremo in modo di valorizzarlo come si deve».


Il merito di questa scoperta va al professor Federico Lanzoni, insegnante di lettere al liceo di Scienze umane Anguissola di Cremona. Studioso della storia cremonese, il docente da anni frequenta l’Archivio diretto da Valeria Leoni. Negli ultimi tempi le ricerche di Lanzoni si sono focalizzate sul fondo del notaio Giacomo Corbani. Operante in Annicco all’incirca tra il 1555 e il 1580, di quest’ultimo si sono conservate le filze raccolte in una quarantina di voluminosi faldoni. Tutto materiale scritto in latino ‘notarile’, ovvero in una forma spesso ricca di abbreviazioni, termini tecnici e giurisprudenziali, alquanto diversa dal latino ‘classico’, e quindi di non facile lettura (anche per la grafia del notaio e del suo eventuale assistente) e interpretazione.


Tra queste migliaia di atti manoscritti, quello che ha destato l’attenzione del ricercatore è datato 27 luglio 1567. Davanti al notaio, nella vecchia chiesa di San Giovanni Battista (omonima ma precedente all’attuale edificio realizzato nel Seicento), quel giorno si presentarono i capifamiglia promotori con don Angelo Alcaini e don Giacomo Manfredini, ovvero due della dozzina di sacerdoti presenti e operanti all’epoca ad Annicco, ciascuno ministrante del proprio altare nella chiesa parrocchiale, il cui titolare era l’arciprete don Tommaso Capra. Una riunione in chiesa poiché a quei tempi non esisteva un municipio come noi l’intendiamo oggi, e il castello già di Cabrino Fondulo (attuale sede del Comune) era abitato dalla famiglia ‘feudataria’ degli Stanga.

Lo scopo di tale incontro è presto detto: far nascere una scuola finanziata dalla comunità dove apprendere la grammatica, l’aritmetica e la musica. Il contratto venne stipulato con il professor Camillo Conti, bresciano di Quinzano d’Oglio, ma residente a Monticelli d’Ongina, all’epoca ancora diocesi di Cremona. L’accordo prevedeva per l’insegnante un alloggio adeguato, utilizzabile anche come scuola, e una durata di nove anni, dietro un compenso di 450 lire imperiali all’anno.

«È un atto di grande rilevanza per la storia di Annicco — rimarca Stringhetti — in quanto attesta la volontà dei capifamiglia di dare un’istruzione del tutto gratuita a giovani e adulti del paese, reperendo i fondi necessari mediante autotassazione. Ora abbiamo una copia del documento originale, e la corrispondente traduzione in italiano, che saranno messe a disposizione del Comune e quindi esposte alla cittadinanza».

La ricerca, che ha visto la collaborazione di Romolo Milanesi, custode dell’archivio parrocchiale annicchese, ha risvolti molteplici poiché, tra l’altro, rivela i nomi delle famiglie storiche di Annicco, cognomi che ricorrono tutt’oggi fra i residenti della comunità, a distanza di oltre quattro secoli e mezzo.

«Inoltre — evidenzia il professor Lanzoni — è alquanto probabile che quella istituita ad Annicco sia di fatto la prima scuola ‘pubblica’ del contado cremonese, o comunque una delle prime in assoluto, stante la rarità di simili ‘istituzioni’ scolastiche nei piccoli paesi di campagna agli inizi del dominio spagnolo in Lombardia». «Non è escluso — interviene a conclusione Stringhetti — che, in sinergia col sindaco Maurizio Fornasari, nei prossimi mesi si organizzi un incontro pubblico per illustrare nei dettagli la scoperta e le sue implicazioni. Il fondo Corbani potrebbe poi celare altri squarci di storia e tesori nascosti».

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