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CASTELLEONE

Falò di San Giuseppe, la tradizione fa il pienone

Centinaia di fedeli, ma non solo perché ormai di festa di popolo si tratta, hanno prima affollato le navate della parrocchiale e poi invaso le strade del centro storico mercoledì sera

Andrea Niccolò Arco

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andreaarco23@gmail.com

20 Marzo 2025 - 19:39

Falò di San Giuseppe, la tradizione fa il pienone

CASTELLEONE - Ci siamo: rieccolo il Falò di San Giuseppe! Quello che conoscono e amano tutti i castelleonesi, però non la (pur ottima) versione ‘light’ imposta prima dalle restrizioni anti-pandemia e poi da quelle anti-fuochi di Milano. Centinaia di fedeli, ma non solo perché ormai di festa di popolo si tratta, hanno prima affollato le navate della parrocchiale e poi invaso le strade del centro storico mercoledì sera, prima del momento clou all’ombra della Torre Isso. Due simboli della cittadina, qui, immersi nelle fiamme. Col torrazzo a fare ombra e la ‘vecia' ardente che ha dato spettacolo grazie al lavoro straordinario degli Amici del Falò.


Un ritorno alle origini per quella che è a tutti gli effetti una città, e di quelle importanti nel contesto Cremonese, ma non ha mai dimenticato, e anzi valorizza, le sue radici più rustiche, folkoristiche, genuine e paesane nel senso più puro ed edificante del termine. Una naturalizza che è venuta fuori nel bel mezzo della messa che, sì, era dedicata a tutti i papà, perché pur sempre di San Giuseppe parliamo, ma che i concelebranti hanno voluto fosse anche di suffragio per il padre di don Giambattista Piacentini scomparso pochi giorni fa.


Post celebrazioni la banda in testa, poi la statua, poi le autorità coi cittadini e preti e chierichetti davanti. Il grande rogo è stato lo spettacolo indescrivibile di sempre, una fiammata che spezza il freddo delle notti nella Pianura Padana e ricorda il senso ancestrale dell’evento: a Castelleone è arrivata la Primavera e si ricomincia da qui. «Non ci aspettavamo neppure noi una partecipazione così sentita alla conviviale finale, che bello!» è stato il commento entusiasta del vicesindaco Gian Valcarenghi.

E, in effetti, così tante famiglie che con un panino con la salamella in mano ammirano lo sberluccicare dei legnetti non lo si vedeva da tanto tempo. C’è stato da aspettare, è stata dura e soprattutto c’è chi ha fatto importanti sacrifici per arrivare a riportare il vero Falò a Castelleone. Ma è impossibile dire che non ne sia valsa la pena.

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