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SORESINA/CASALBUTTANO

Truffa dell'esibizione cinofila, 65enne assolto

Tutti i commercianti ingannati lo hanno perdonato (hanno rimesso la querela) tranne una

Francesca Morandi

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13 Marzo 2025 - 20:53

Rientra a Crema dalla Moldavia, ma l'espulsione durava altri due anni

Il tribunale di Cremona

SORESINA/CASALBUTTANO - A settembre del 2019, c’era un tizio che girava per Soresina e Casalbuttano, chiedendo ai commercianti 30 euro per sponsorizzare una presunta esibizione cinofila. Si faceva dare i soldi, lui rilasciava la ricevuta con la promessa di acquistare in un caso fiori, in un altro pizze, in un altro ancora targhe per la premiazione. Quel tizio incassava, poi ‘evaporava’. Un truffa.


Per l’accusa, il truffatore è un signore oggi di 65 anni, residente in zona. Tutti i commercianti ingannati lo hanno perdonato (hanno rimesso la querela) tranne una: la fiorista di Soresina. Ma da quest’ultimo raggiro, l’anziano oggi è stato assolto per la particolare tenuità del fatto, mentre è stato assolto ‘per non averlo commesso’ dall’altro reato: sostituzione di persona. Il pm aveva chiesto di condannarlo a 7 mesi e 300 euro di multa.

L'avvocato Paolo Zilioli


All’imputato, un brigadiere dei carabinieri era arrivato grazie a una «fonte confidenziale: era già noto. Ho contattato i truffati, ho preparato un fascicolo fotografico». In tre lo avevano riconosciuto, fiorista compresa. Un uomo - così era stato descritto — sui 50/55 anni, di corporatura molto robusta, accento non cremonese. «A mia memoria potrebbe essere lui, ma ora non ho la certezza», ha detto ieri uno dei raggirati (il truffatore gli ordinò anche le pizze) che poi ha deciso di chiuderla lì, ritirando la querela nei confronti del «possibile colpevole».


«Non ho compiuto le truffe indicate», si è difeso il 65enne, assistito dall’avvocato Paolo Zilioli. «Non sono mai stato in questi negozi, non conosco la fiorista. Sì, da lei ci sono andato, quando ho saputo della denuncia. Sono andato da lei per dirle che io lì non ero mai venuto. Lei stessa è rimasta allibita. Io sono di Cremona, parlo cremonese. Lei mi ha detto che il truffatore aveva un accento diverso. Mi ha detto che le avevano fatto vedere delle foto eccetera eccetera», ha detto prima di riaccomodarsi accanto all’avvocato Paolo Zilioli.

«Manca la prova al di là di ogni ragionevole dubbio — ha arringato il difensore —. Un teste non lo ha riconosciuto, l’unica è la fiorista, però aveva detto che aveva sui 50/55 anni. Il mio assistito all’epoca ne aveva 60. La signora aveva detto che era molto robusto, mentre l’imputato è di corporatura normale. La signora aveva detto che l’accento era diverso».

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