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Rodini e Magri: «Noi, tra campo e realtà: atlete per vocazione»

L’olimpionica di canottaggio e la coach di volley: «Ci mettiamo in gioco ogni giorno, la fatica è il nostro carburante»

Gabriele Cogni

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08 Marzo 2025 - 10:34

Rodini e Magri: «Noi, tra campo e realtà: atlete per vocazione»

Valentina Rodini e Valeria Magri

CREMONA - Una carriera in campo, da protagonista nel mondo del volley. Per Valeria Magri lo sport è sempre stato componente fondamentale della sua vita. Un impegno incessante che l’ha portata a ottenere grandi soddisfazioni, prima come atleta e, appese le ginocchiere al chiodo, da diversi anni come tecnico.

È un’eccellenza cremonese tra le donne impegnate nel mondo sportivo con incarichi tecnico-dirigenziali di alto profilo. A livello nazionale sono peraltro ancora bassi i dati relativi alla rappresentanza femminile in questi ruoli all’interno di società sportive. La stessa Magri, due stagioni fa, è stata l’unica allenatrice, con l’Esperia, nei due campionati di serie A femminile. Ora è alla guida della Fantini Folcieri Ostiano nel torneo di B1, categoria in cui, tra le 56 squadre al via, solo 6 hanno allenatrici in panchina.


«Quando ho raggiunto la serie A – ha spiegato Magri – l’ho vista come traguardo accessibile, proprio perché ero riuscita anch’io: alla fine, però, quando poi ci sono da fare la valigia e prendere decisioni per trasferirsi non è facile, in particolare per chi, come me, è mamma. Servirebbe un maggiore aiuto da parte del sistema, nel senso che ora se hai famiglia e figli sei limitata: anche per questo ci sono pochissime donne che allenano ad alto livello».


Come vive questa sua esperienza di tecnico?
«Ho sempre guidato squadre femminili e devo dire che mi sento avvantaggiata rispetto a un allenatore, nel senso che tra donne c’è un maggiore dialogo, senza tuttavia togliere la giusta distanza tra allenatrice e giocatrice. È un rapporto differente quello che si viene a creare, che mi ha agevolato nel ruolo».


Cosa direbbe a un’atleta che, finita la carriera da giocatrice, vorrebbe intraprendere un’esperienza in un ruolo all’interno di una società sportiva?
«Conta molto la passione: per me è sempre stata un motore, tuttora mi viene ancora voglia di giocare, di stare in campo, e questo mi aiuta a svolgere nel migliore dei modi il mio lavoro. Rimanere nello sport porta sicuramente a momenti di condivisione e di aggregazione, poi bisogna valutare la propria strada ideale, che può seguire ruoli differenti, tecnici o dirigenziali».

RODINI: «SE CE L'HO FATTA IO, RAGAZZE, POTETE RIUSCIRE ANCHE VOI»

Proprio lunedì, a Palazzo Montecitorio, Valentina Rodini è stata madrina della cerimonia di premiazione ‘Donne coraggiose 2025’ e ha raccontato la determinazione e il coraggio che le hanno permesso di conquistare l’oro all’Olimpiade di Tokyo 2020. La campionessa di canottaggio è un modello di ispirazione per le sportive cremonesi, e non solo, sia per quel risultato straordinario ottenuto ai Giochi, sia in particolare per tutta la sua energia e la sua umiltà.


«Se ce l’ho fatta io – ha subito voluto sottolineare con il sorriso – ragazze, potete riuscire anche voi». L’azzurra ha proseguito: «Serve impegno, è vero, nessuno ti regala nulla, ma proprio con coraggio e sacrificio è possibile raggiungere i propri obiettivi». Rodini non si ferma solamente alle sportive impegnate nell’attività agonistica e rivolge un messaggio al mondo femminile: «Lo sport aiuta per il benessere in generale, ma in particolare fa benissimo per le donne: permette di conoscere il proprio corpo, ad abituarsi a prendersi cura di sé e questo porta subito a sentire anche se c’è qualcosa che non va. Lo sport porta benefici alla salute ed è uno strumento di prevenzione».


Sulla sua lunga e importante esperienza da atleta, la campionessa delle Fiamme Gialle ha detto: «Nel canottaggio non ho vissuto disparità di genere, perché in questo sport c’è meritocrazia». Poi ha continuato, proprio sulle donne nello sport, con la voce del suo nuovo e fresco incarico: «Sono in consiglio federale e stiamo facendo progetti per la squadra femminile e sono molto orgogliosa di questo: c’è grande impegno, poi però devono essere brave le donne, remata dopo remata, a raggiungere i propri obiettivi».


Infine, Rodini ha lanciato una sfida sportiva alle donne cremonesi, sempre con il suo grande sorriso, altresì con la sua consueta energia che la caratterizza: «Dai che ci divertiamo. Non bisogna fare sport per soffrire, ma perché ci si diverte. Ragazze, sperimentate, non vi piace il primo sport che praticate, non vuol dire che dovete smettere: cambiate, provate, ci sarà di sicuro una disciplina di gradimento, vi sfido. La pratica sportiva fa benissimo per salute e benessere».

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