20 Febbraio 2025 - 05:30
Antonia Bonetti e Guido Della Rovere docente e allievo alla Scuola Europea di Monaco di Baviera
CREMONA - «Il mondo è proprio piccolo», commenta Antonia Bonetti, cremonese, da 25 anni a Monaco di Baviera, docente presso la Scuola Europea, istituto internazionale per i dipendenti degli uffici europei, della Comunità Europea e diplomatici. Vicino c’è Guido Della Rovere, calciatore 17enne, che milita nelle fila del Bayern. «Chi l’avrebbe mai detto», sorridono Bonetti con Della Rovere, increduli a loro modo di un incontro che anche a raccontarlo ha qualcosa di incredibile.
«È la mia professoressa preferita — confessa il calciatore —. È la mia tutor, mi aiuta ed è stata un appoggio importante per inserirmi qui a scuola». La docente cremonese non vede neppure tutto il suo Guido. «È stato buffo, quando la direzione mi ha chiamato dicendomi che mi avrebbe affidato uno studente italiano, calciatore del Bayern. Mi hanno detto abitava in una città vicino a Milano, Cremona — racconta —. Io mi sono accesa, con grande stupore del direttore. I miei colleghi sanno, infatti, che sono sposata a un mantovano, ma non conoscono le mie origini cremonesi».
Insomma alla fin fine Guido della Rovere alla Scuola Europea di Monaco si è sentito un po’ a casa: «Certo ha aiutato, mi sono subito legato ad Antonia. Ogni tanto parliamo di Cremona, è la mia professoressa preferita. Quando torno a casa vado ancora a trovare i miei professori del Torriani, qui devo ancora trovare la confidenza con i miei docenti — spiega —. Va comunque bene così, studio e faccio allenamenti, è dura. Ma poi, quando scendo in campo, mi diverto ed è una cosa impagabile. È proprio una bella esperienza. Con i miei compagni di scuola mi trovo bene, anche se i miei tempi sono scanditi dagli impegni calcistici».
«Il direttore generale della Scuola Europea di Monaco di Baviera, Anton Hrovath è un grande tifoso dell’FC Bayern e sostiene molto i giovani talenti come Guido – spiega Bonetti –. Anche per questo il Bayern ha fatto un accordo con la nostra scuola e manda presso di noi i giocatori in età scolare. Alla società calcistica preme molto la preparazione anche culturale e scolastica dei suoi atleti. Il mio compito è seguire Guido e costruire un programma ad hoc che coniughi le esigenze formative e quelle sportive. Gli allenamenti, ma anche le partite da disputare un po’ ovunque, Guido è appena tornato da Alicante in Spagna per un incontro con la Nazionale italiana U23, impongono di un approccio individualizzato, strategia particolari perché lo studio e l’attività sportiva possano coesistere nel miglior modo possibile. Comunque abbiamo appena dato le pagelle e Guido ha bellissimi voti, ampiamente sopra la sufficienza».
Il calciatore sorride e la guarda con dolcezza. «Mi vengono a prendere con il pullmino la mattina e sono a scuola fino alle 16, a meno che non ci siano allenamenti o partite da disputare — spiega Della Rovere —. Riesco a studiare la sera, non è sempre facile, ma bisogna essere determinati. Lo sport ti aiuta a essere disciplinato. Ma poi ci sono momenti di svago. Quando possiamo esco la sera con gli amici, anche se il campus del Bayer è fuori da Monaco».
Sorridente e accogliente Antonia Bonetti commenta: «Siamo in una scuola speciale — afferma —. Istituto come questi ce ne sono solo 13 e sono presenti in sei paesi: Belgio, Paesi Bassi, Germania, Italia, Spagna e Lussemburgo. Il Bayern si è affidato al nostro istituto per avere il meglio per i suoi atleti. Guido è un ragazzo che sa il fatto suo, è determinato, ma è pur sempre un ragazzo che va guidato, consigliato, seguito. La scuola europea assicura questo». In merito osserva il direttore Anton Hrovath: «Un’ottima assistenza pedagogica significa un grande successo: la nostra Antonia Bonetti educatrice/pedagoga lo vive ogni giorno quando si occupa del benessere degli alunni affidati alle sue cure. Con Guido, accompagna con successo uno dei suoi protetti preferiti a scuola».
Guido dà conferma di quanto dice il direttore e guardando la sua tutor sorride e dice: «Eh, sì quando ho qualche problema, so che Antonia c’è». Nostalgia di casa? Non risponde e sorride, poi dice: «Mi trovo bene, mio papà se potesse verrebbe da me ogni settimana. Mi fra piacere quando viene a vedermi, viene per me, ama il cacio, ma soprattutto vedermi giocare». Il tempo è scaduto, pausa pranzo terminata, Guido ha lezione di scienze, in classe laboratorio con compagni di una decina di nazionalità differenti. Il mondo è proprio piccolo.
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