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PENSIERI LIBERI

«Con il modello Crema un territorio più forte»

L’area omogenea destinata a diventare paradigma di riferimento su scala provinciale. «Ora servono iniziative di pianificazione trasversale su argomenti di ampio respiro»

18 Febbraio 2025 - 05:25

«Con il modello Crema un territorio più forte»

Le aree omogenee rappresentano una delle chiavi di lettura più efficaci per comprendere le dinamiche territoriali e la loro incidenza sui processi economici e politici. Sebbene il termine possa suonare tecnico e di nicchia, la sua rilevanza è indiscutibile in un contesto in cui la gestione efficiente delle risorse e la coesione sociale sono priorità di sviluppo e stabilità. Le aree omogenee sono, infatti, unità territoriali che condividono caratteristiche geografiche, demografiche, sociali, economiche o culturali simili, e che pertanto necessitano di politiche pubbliche specifiche per affrontare le sfide comuni.

La loro importanza non risiede solo nell’analisi delle disparità territoriali, ma anche nella capacità di generare risposte mirate a fenomeni come la crescita economica, la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale. Questo è particolarmente vero in una fase storica che richiede una riflessione sul modello di governance dei territori e delle città. Un tema che a livello locale è stato sollevato anche dalla consigliera comunale di Cremona Chiara Capelletti, che si chiede provocatoriamente che fine abbia fatto la leadership del capoluogo.

La pianificazione territoriale ha bisogno di strumenti concreti per indirizzare gli interventi pubblici in modo mirato ed efficiente. Le aree omogenee rispondono proprio a questa esigenza, offrendo una base di analisi per attuare politiche di sviluppo che rispettino le diversità locali, ma che siano anche efficaci nell’affrontare le sfide comuni.

N on a caso, negli ultimi anni, il concetto di ‘area omogenea’ è stato impiegato in vari ambiti, come la gestione dei fondi strutturali europei, la realizzazione di infrastrutture e la promozione dell’innovazione e della ricerca. L’articolazione in aree omogenee è un indirizzo strategico che la comunità politica del territorio della provincia di Cremona ha adottato in anni recenti per valorizzare le relazioni tra i Comuni e tra gli stessi e la Provincia.

In questo quadro, l’esperienza dell’area omogenea cremasca, costituita nel 2016, offre più di una conferma delle potenzialità di un modello organizzativo che si candida a diventare il paradigma di riferimento su scala provinciale. L’ambito cremasco si mette dunque a disposizione degli altri distretti del bacino provinciale per restituire quanto di positivo è stato fin qui realizzato in una logica di condivisione e di compartecipazione, con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un nuovo protagonismo dei territori. D’altra parte lo stesso presidente della Provincia, Roberto Mariani, in occasione dell’approvazione del bilancio dell’ente, ha menzionato le aree omogenee come tema di lavoro per l’immediato futuro.

I soggetti che governano l’area omogenea cremasca, a partire dal Comune di Crema, sono convinti che quest’architettura territoriale offra importantissime opportunità di valorizzazione territoriale, al di là di qualsiasi eventuale contrapposizione fra territori; il rischio di degenerazione del modello va, ovviamente, messo sotto attenzione. Il tavolo provinciale voluto dallo stesso presidente Mariani, con i consiglieri regionali e i sindaci dei tre Comuni capoluogo, rappresenta un importante passo avanti nell’ottica di rafforzare il naturale raccordo tra le aree omogenee che si esprime nella necessità dei territori di stare insieme e di progettare insieme, a partire dai temi tradizionali come i rifiuti, l’acqua e le reti informatiche per arrivare alle grandi partite dell’oggi come le comunità energetiche rinnovabili e le reti ciclabili.

La sfida prioritaria è quella dei servizi, che devono essere non solo accessibili e vicini ai bisogni dei cittadini, ma anche efficaci ed efficienti. E questo è anche il momento di ampliare gli orizzonti per estendere la scala dei processi e dei progetti fino ai confini del territorio, inteso in senso geografico e identitario, attraverso iniziative di pianificazione trasversale su argomenti di ampio respiro come, ad esempio, le infrastrutture, gli insediamenti logistici o i servizi sovracomunali.


La fortuna e il merito del Cremasco derivano dalla volontà, maturata nel tempo, di mettere a punto un’autentica operazione sovracomunale. Se Consorzio.IT e Comunità sociale cremasca sono i pilastri dell’area omogenea cremasca, oggi anche gli altri ambiti provinciali sono chiamati a trovare gli strumenti operativi di riferimento in grado di trasformare le strategie in azioni grazie a competenze adeguate. Ovviamente le società sono al servizio delle policy stabilite dalla governance e il rapporto di strumentalità non deve mai venire meno. In buona sostanza, l’area omogenea è lo spazio dove si decidono le azioni, mentre Consorzio.IT e Csc sono i bracci operativi che le mettono in pratica.


Uno degli aspetti fondamentali in cui le aree omogenee giocano un ruolo cruciale è quello della coesione sociale. La frammentazione territoriale, non solo a livello fisico ma anche sociale e culturale, può generare disparità che minano la stabilità e l’unità. La polarizzazione tra aree più ricche e più povere, tra centri urbani e periferie, tra aree industriali e rurali è un fenomeno che rischia di alimentare conflitti sociali e diseguaglianze, facendo crescere sentimenti di esclusione e isolamento. L’identificazione di aree omogenee permette di affrontare queste problematiche con politiche mirate che non solo riducano le disparità economiche, ma favoriscano anche l’inclusione e l’integrazione delle minoranze e dei gruppi svantaggiati.

Le problematiche legate alla sostenibilità ambientale si intrecciano strettamente con quelle economiche e sociali, e le aree omogenee sono fondamentali per un approccio integrato alla sostenibilità. Ogni territorio, infatti, ha le proprie specificità ambientali, che determinano diverse modalità di gestione delle risorse naturali, dei rifiuti, dell’energia e dei trasporti. L’adozione di politiche di sviluppo che tengano conto di queste specificità è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati a livello globale e nazionale.

La governance delle aree omogenee non può prescindere da una visione a lungo termine che integri sia le dimensioni politiche che quelle economiche e sociali. Le politiche pubbliche per le aree omogenee devono essere pensate in modo da favorire la cooperazione tra gli attori locali – dalle istituzioni politiche agli imprenditori, fino alle organizzazioni della società civile – in modo da massimizzare l’efficacia degli interventi e garantire una gestione condivisa delle risorse.
La creazione di aree omogenee, però, non implica una separazione netta tra i territori, bensì un riconoscimento delle diversità e delle specificità che vanno rispettate e valorizzate. Il concetto di area omogenea può essere, quindi, un elemento di dialogo, di costruzione di un’identità collettiva che si fonda sul rispetto delle differenze e sulla ricerca di soluzioni comuni.



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