LA VOCE DEI PRIMI CITTADINI
17 Febbraio 2025 - 05:00
CREMONA - La rabbia degli amministratori locali, in particolare quelli di centrosinistra, per i tagli in finanziaria previsti dal governo a carico di comuni e provincia, nel complesso oltre 9,5 milioni in cinque anni. «Ci risiamo — protesta il sindaco di Cremona Andrea Virgilio —: ancora una volta, il governo taglia i fondi agli enti locali, scaricando sulle città il peso delle proprie scelte. Dopo quelli dello scorso anno, che graveranno sui bilanci futuri, ne arrivano di nuovi, come se il messaggio non fosse già abbastanza chiaro: i territori contano sempre meno».
Per Cremona, il conto è salato: 212mila euro in meno nel 2025, 424mila euro in meno nel 2026, e altrettanti nel 2027 e nel 2028, fino a toccare quasi 750mila euro nel 2029. «Risorse sottratte ai cittadini, ai servizi, agli investimenti — prosegue Virgilio —: ma il paradosso è un altro. Il provvedimento non è nemmeno stato firmato dal ministro competente, eppure gli enti locali sono già stati invitati a coprire questa variazione di bilancio. Un’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza di un Governo che, con oltre 500 decreti attuativi ancora bloccati, sembra incapace di gestire persino le proprie decisioni».
Inevitabilmente la vicenda diventa anche politica. Virgilio chiama in causa la minoranza di centrodestra. «Nel prossimo consiglio discuteremo questa ennesima batosta. E mentre tutto questo accade, il centrodestra locale rimane in silenzio, impegnato a vigilare su qualche cantiere, ma distratto di fronte ai danni provocati dal proprio governo». Anche in Provincia adesso devono rifare i conti.
«Stiamo attraversando una fase particolarmente complessa, segnata da sfide importanti e dalla necessità di far fronte a nuovi tagli imposti dal governo – sottolinea il presidente Roberto Mariani –: la riduzione di un milione di euro per la manutenzione stradale e altre spese essenziali grava ulteriormente su una situazione già critica per gli enti locali. Adesso si aggiunge un altro ostacolo. La manutenzione delle scuole e della rete viaria è essenziale, eppure il Governo continua a scaricare il risanamento del bilancio statale sugli enti locali, penalizzando chi opera in prima linea nell’amministrazione pubblica».
Mariani sottolinea come questa politica non sia un episodio isolato. «Un problema strutturale che coinvolge tutte le amministrazioni provinciali, indipendentemente dal colore politico. Nonostante le difficoltà, la Provincia ha comunque avviato interventi strategici per garantire servizi e infrastrutture al territorio». Nei giorni scorsi, il sindaco di Crema Fabio Bergamaschi aveva sottoscritto un documento con altri colleghi amministratori: «Questi numeri dimostrano l’impatto negativo delle scelte del governo – sottolineava Bergamaschi – che continua a penalizzare gli enti locali, costringendoli a operare con meno fondi proprio mentre i cittadini chiedono giustamente servizi migliori e più efficienti».
CASALMAGGIORE-PIADENA - È evidente l’amarezza dei sindaci dei due primi centri del Casalasco, il capoluogo Casalmaggiore e Piadena Drizzona, per i tagli delle risorse. «Certo — commenta il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni — 60mila euro l’anno in meno non fanno piacere. Capisco che il Governo chieda uno sforzo a tutti dopo le spese pazze del bonus 110 per cui devono recuperare circa 160 miliardi di euro. Mi auguro trovino alcune misure compensative nel corso di questi anni, perché i comuni sono il livello più vicino ai cittadini e le spese sociali stanno crescendo a vista d’occhio. Va anche specificato, comunque, che una parte sono tagli e una parte sono accantonamenti su spesa corrente, spendibili l’anno successivo per spesa investimenti».
Il sindaco di Piadena Drizzona Federica Ferrari afferma che «è singolare come a parole il Governo elogi i Comuni, come è successo durante l’Assemblea Anci regionale e nazionale del 2024, dove in passerella sono venuti ministri che si sono complimentati con i sindaci per il loro ruolo di garanti della gestione ordinaria e straordinaria del territorio, salvo poi, nei fatti, con la nuova manovra di bilancio, a questi stessi sindaci vengano tolti gli strumenti per fare bene il proprio lavoro».
Nei prossimi cinque anni, continua Ferrari, «Piadena Drizzona vedrà un taglio complessivo di circa 145mila euro: 14.680 nel 2025, che diventeranno oltre 29mila all’anno fino al 2029. Ma comprimere la spesa dei Comuni, presidio di vicinanza e di partecipazione, vuol dire comprimere la loro capacità di soddisfare i bisogni. Negli ultimi anni è aumentata tantissimo la spesa sociale, il Comune non può venire meno al suo ruolo di punto di riferimento essenziale per la tenuta del territorio eppure le risorse a cui può accedere sono sempre meno ed è ancora una volta ai Comuni che si chiedono nuovi sacrifici».
«La preoccupazione è molta, perché logicamente bisognerà capire come mantenere servizi primari ed importanti che toccano il welfare, la scuola, l’assistenza a chi ha più bisogno — le domande di aiuto sono in continuo aumento —, la cura del verde, le infrastrutture, con la consapevolezza che i fondi a disposizione saranno sempre meno. Occorrerà una analisi attenta per capire come poter offrire alla comunità servizi efficienti, a fronte di scelte governative che continuano a penalizzare gli enti locali, senza dare alternative e supporto. Proprio per questo — conclude Ferrari — bisognerà cercare altrove i fondi necessari, attraverso bandi e finanziamenti che, come è immaginabile, saranno sempre più presi d’assalto in una guerra tra poveri».
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