08 Febbraio 2025 - 20:23
Stefania Bonaldi, Michele Bellini, Barbara Pollastrini, Carlo Porcari e Giancarlo Storti
SORESINA - Il primo summit da segretario dei democratici cremonesi, Michele Bellini, l’ha fatto in Sala Gazza. Una scelta coraggiosa, quella di cominciare proprio da Soresina. E anche simbolica: la città sotto la Tettoia, peraltro con un lungo e importante passato progressista, all’ultima tornata ha votato ‘forte e chiaro’ per cambiare rotta dopo 10 anni. Adesso governa il centro-destra. E visto che la convention dei dem, la prima di una serie di appuntamenti tutti studiati per parlare di rilancio del partito, serviva riflettere su «come costruire un’alternativa alla destra» forse luogo più adatto non c’era.
Rilanciare il centro-sinistra, quindi. Sì, ma è decisamente più facile a dirsi che a farsi e nessuno, comunque, ha la bacchetta magica. Serve tempo. Però per cominciare nel migliore dei modi, a volte, basta avere le idee chiare. Bellini, che ha appena preso le redini della federazione provinciale, dimostra fin da subito un piglio risoluto: «Come faremo? Partendo dall’ascolto. Ritornando nei luoghi di vita e di difficoltà. Dentro un’Europa vista come punti di riferimento vitale per evitare ricadute pericolose, provando a stare dalla parte di un futuro promettente rispetto a chi coltiva nostalgia per il passato».
Che non sarebbe stato uno dei tanti appuntamenti che i partiti spesso organizzano all’interno del loro 'safe-space’, della loro bolla, per auto-compiacersi o per incolpare gli elettori dei propri successi mancati lo si era capito già dall’inizio e non solo per la location ma anche, e soprattutto, per la squadra incaricata di guidare il think-tank. Accanto a Bellini e con la bandiera della Pace a campeggiare in bella vista c’erano infatti anche l’ex Ministro delle Pari Opportunità e oggi presidente della direzione lombarda Barbara Pollastrini e, sempre dalla segreteria della Lombardia, anche Stefania Bonaldi e Carlo Porcari. E nel Pd che si è visto nella Gazza, in quel partito dove il correntismo è da sempre croce e delizia, stavolta non si sono sentite note stonate ma un coro.
Fil rouge del ragionamento comune è stato il sociale come priorità da cui ripartire, non solo a ragionare in ottica nazionale e locale ma anche su cui confrontarsi quotidianamente con i cittadini. Un indirizzo dato da Bellini che si è snodato nelle analisi di Bonaldi che ha messo l’accento sul ruolo fondamentale che gioca nella partita il welfare e, nello specifico legato ai dati demografici, la capacità delle istituzioni di prendersi cura degli anziani e dei fragili. Un tema complesso e dalle mille sfaccettature che ha suscitato riflessioni anche in merito al contrasto alla crescente povertà e alla difesa della sanità pubblica come bene irrinunciabile. Tutto questo passa inevitabilmente dalla necessità, come evidenziato da Pollastrini, di proporre una nuova stagione di riforme che mettano le basi su nuovi e ragionati modelli di sviluppo.
Anche di sicurezza, che a Soresina è un tema particolarmente caldo, i democratici hanno parlato a lungo. Porcari la questione l’ha declinata in modo ampio, spiegando come serva avere una visione complessiva che tenga conto non soltanto dell’ordine pubblico, ovviamente primo punto, ma anche del concetto esteso: «Sicurezza significa anche sicurezza sul lavoro, sicurezza ‘del’ lavoro, nel senso di garanzia di un posto stabile e che permetta di costruire un futuro, significa retribuzione dignitosa che possa permettere di far fronte ai costi in continuo aumento».
Con Gian Carlo Storti, presidente dell’assemblea provinciale, a fare gli onori di casa e moderare c’era anche il segretario locale Enrico Manifesti che, nel tirare le somme della convention, vede segnali positivi: «La storia di Soresina è anche una storia di buona amministrazione di sinistra. Proprio perché qui abbiamo perso, la riflessione era d’obbligo ed è per questo che mi sento di ringraziare il Pd provinciale e regionale. Hanno colto e raccolto perfettamente questa sfida dimostrando che, se puntiamo sull’autenticità e originalità del fare politica, possiamo fare grandi passi nella costruzione costruzione di una vera alternativa alla destra. Così facendo – chiosa – abbiamo scelto da che parte stare e chi vogliamo realmente rappresentare».
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