I NODI DELLE ‘PARTECIPATE’
01 Febbraio 2025 - 17:30
Filippo Raglio, Gianni Rossoni e Valeria Patelli. Dietro un render che illustra un tratto della prevista autostrada regionale Cremona Mantova
CREMONA - Centropadane sotto la lente dei consiglieri provinciali di centrodestra Filippo Raglio (Lega), Valeria Patelli e Gianni Rossoni (Forza Italia), che in una nota diffusa oggi precisano la loro posizione. «La società di progettazione partecipata della Provincia di Cremona ha lanciato un’allerta sulla perdita d’esercizio del 2024, che verrà certificata nel prossimo bilancio, da approvare questa primavera», scrivono.
«L’ordine di grandezza del disavanzo è di centinaia di migliaia di euro, e probabilmente imporrà alle amministrazioni partecipanti una nuova immissione di denaro pubblico per garantire il funzionamento della società. Nel frattempo, un primo soccorso giunge dal progetto di ampliare le attività e i servizi offerti, in particolare nel campo energetico e della riqualificazione degli edifici, cercando di attrarre nuovi soci tra i Comuni cremonesi e bresciani. Progetto che è passato per una modifica dello statuto di Centropadane, deliberata dalla recente seduta del consiglio provinciale».
«In merito, abbiamo espresso un ‘benevolo’ voto di astensione, precisando che un’apertura collaborativa al salvataggio della società non cancella le colpe gestionali che hanno implicato l’attuale situazione. Già la scorsa primavera avevamo duramente criticato la scelta dell’allora presidente Signoroni relativa alla composizione del cda di Centropadane; perché l’interesse di una società strategica a partecipazione pubblica veniva sacrificato assecondando un piccolo gruppo di potere. Ora sottolineiamo anche quanto una società ‘in house’, che per legge vende i propri servizi in larga misura agli enti soci (come la Provincia) abbia gioco facile nel prevedere le proprie entrate e debba adattare e flessibilizzare i costi di conseguenza: esattamente ciò che non è avvenuto, mancando totalmente una gestione strategica da parte della società e della Provincia, stabilmente a guida centrosinistra».
«Il Cda di Centropadane incassa compensi (circa 100 mila euro all’anno) più onerosi rispetto a quanto prevedono altre società pubbliche, come nel caso di Padania Acque: una società sana e con un fatturato ben 28 volte maggiore. L’unico motivo per il quale non ci siamo espressi negativamente sulla proposta di modifica dello statuto, sottoposta al consiglio senza la presentazione di un piano industriale, è che riconosciamo il valore strategico di una simile azienda, se ben amministrata, per la Provincia e potenzialmente anche per i Comuni cremonesi e casalaschi; come braccio operativo in tema di progettazione, sviluppo del territorio e condivisione dei servizi. Come già avviene nel Cremasco con Cosorzio.it».
«Un percorso auspicabile, ma complesso e necessitante del coinvolgimento di tutti gli attori territoriali e politici, sul quale finora è mancata la regia e che non può certo avviarsi sbrigativamente, in emergenza, al precipuo scopo di tenere a galla una nave che imbarca acqua, lasciando sempre gli stessi al timone. Prima di tutti devono essere interpellati i sindaci in merito ai servizi che possono essere utili ai comuni» concludono.
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