20 Gennaio 2025 - 20:02
CREMONA - Un matrimonio andato a rotoli da tempo, una coppia ai ferri corti. Due litigi nell’estate del 2021. Il primo in casa con la moglie che impugna due coltelli da cucina, il primo più grande del secondo, e aggredisce il marito: 5 giorni di prognosi. Il secondo litigio, nel piazzale del McDonald’s dove la moglie molla un ceffone al coniuge: 2 giorni di prognosi.
Per le lesioni, la donna oggi è stata condannata a 7 mesi (il pm aveva chiesto 1 anno, il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche) con il beneficio della non menzione. E della sospensione della pena a condizione che risarcisca con 3mila euro i danni all’ex marito, parte civile con l’avvocato Alessandro Patti di Milano.
L’imputata è stata anche condannata a 3mila euro di spese legali sostenute dall’ex coniuge. Entro 45 giorni sarà depositata la motivazione della sentenza. I fatti risalgono a luglio e a settembre di cinque anni fa. Storia di una guerra tra ex coniugi culminata, nel 2024, in una separazione consensuale.
Primo litigio. È la notte tra il 21 e il 22 luglio. La centrale operativa dei carabinieri raccoglie una segnalazione. «Lite in atto in famiglia». Sul posto viene mandata una pattuglia. «Era l’una e mezza di notte. Siamo andati nell’abitazione — aveva testimoniato il maresciallo —. Il marito ci ha raccontato di essere stato aggredito. Marito e moglie erano agitati. Il marito ci ha fatto vedere anche un video. Abbiamo anche sequestrato due coltelli da cucina usati dalla moglie. Su di lui c’erano segni al volto, alla spalla, al collo e alle natiche. I segni li abbiamo visti nel video poi acquisito insieme alla denuncia che il marito ha fatto da noi alle sei e un quarto del mattino. Anche la moglie è venuta da noi a sporgere querela». Il secondo litigio risale al 21 settembre successivo, sul piazzale del McDonald’s. Un testimone vede la donna dare uno schiaffo al marito. Arriva la polizia.
Al processo l’imputata aveva raccontato i retroscena di un matrimonio ormai agli sgoccioli. «Mi sono tolta la fede nel 2018, perché per tanti anni lui ha usato violenza psicologica su di me: offese tutti i giorni, provocazioni tutti i giorni. Ero arrivata all’esasperazione, all’esaurimento. Ero nervosa, io non farei del male ad una mosca». Sull’episodio accaduto davanti al McDonald’s, aveva fatto mettere a verbale: «Non mi ricordo di avergli dato una sberla».
Sul litigio scoppiato a luglio, si era difesa così: «È stato la ciliegina sulla torta. Stavo stirando, ho ricevuto una telefonata. Lui era dietro la porta ad origliare. Stanca, sono andata a letto ed è nata una discussione. Io con il telefonino lo stavo registrando, perché volevo avere una prova. Lui ha visto la luce rossa, si è girato di scatto, ha gettato il telefono, mi ha bloccato i polsi. Cercavo di divincolarmi, sono sgattaiolata in cucina, ho preso un coltello per non farlo avvicinare». Il marito filma la scena. E quel video di 5 minuti diventa terreno di battaglia nell’arringa del difensore Luca Curatti: «Regia e scenografia». Del marito dice «che davanti alla telecamera parla ad un pubblico che non c’è. Un video creato ad arte. Il marito parlerà di pericolo». E nel tentativo di smontare il ‘pericolo’, il difensore fa notare che «quando la mia assistita prende il coltello, lui le dice: ‘Come sei bella con il coltello’. Lui provoca. E non arretra da una donna impazzita? Non arretra e si fa anche i selfie. Lei prende un coltello più piccolo e lui: ‘Questo è più bello!’. Si inquadra la pancia, la fa vedere al suo pubblico inesistente: ‘Mi ha toccato lei’. Lui ha costruito lucidamente le prove». Non così per il giudice: condanna.
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