ATTACCATO DALLO SQUALO
06 Gennaio 2025 - 16:23
SONCINO - Ospite di ‘Zona Bianca’ su Rete 4, Peppino Fappani, odontotecnico 69enne del borgo, ha raccontato in diretta a Giuseppe Brindisi l’esperienza che lo ha visto lottare con lo squalo nelle acque di Marsa Alam, in Egitto. Doveva essere un viaggio di svago, ma si è trasformato in un incubo, costato la vita al connazionale Gianluca Di Gioia.
«Frequento quel mare da trent’anni – ha raccontato Fappani – ma non mi era mai capitato nulla del genere. In quei secondi continuavo a ripetermi soltanto che volevo sopravvivere». La mattina dell’attacco, Fappani è sceso in acqua come d’abitudine, spingendosi fino alle boe che delimitano l’area di balneazione, sottolineando anche come la zona, definita ‘protetta’, non possa davvero in realtà definirsi tale.
«Stavo per tornare – ha spiegato – e all’improvviso mi ha aggredito da sotto, afferrandomi la coscia e sollevandomi in alto per poi trascinarmi sott’acqua. Il morso era talmente forte che ho pensato fosse finita. Ma dopo qualche attimo mi sono ripreso, ricordandomi che il punto debole di uno squalo è l’occhio. Mi ha attaccato quattro volte: le prime tre ero da solo, poi, alla quarta, ero allo stremo delle forze. Un ragazzo sul gommone aveva un’asta di ferro e lo ha colpito ripetutamente affinché mi lasciasse, e così mi hanno tirato su».
Fappani rivela anche di aver tentato di soccorrere il compagno di villaggio, Di Gioia, che sembrava in difficoltà. «Ho sentito le urla della moglie mentre nuotava verso il pontile – ha aggiunto – e ho visto Gianluca aggrappato a una boa, immobile. Chiedeva aiuto perché non ce la faceva più. Mi sono sentito in dovere di raggiungerlo, ma non avrei mai immaginato la presenza di uno squalo. Dopo pochi metri, la bestia ha attaccato me, senza che riuscissi nemmeno ad arrivare da lui».
Una vecchia indicazione di una guida locale gli è tornata preziosa: «Mi avevano detto di puntare agli occhi del predatore, e quel ricordo mi ha salvato la vita». Prima in Egitto e poi a Manerbio, Fappani è stato sottoposto a una serie di interventi. «Mi hanno dato circa sessanta punti di sutura – racconta –: il morso è stato devastante, ma incredibilmente il dolore è scomparso dopo pochi istanti – probabilmente per l’adrenalina, ha fatto notare Brindisi –. Pensavo solo che dovevo vivere».
A Soncino la notizia si è diffusa rapidamente, suscitando incredulità e sollievo per il pericolo scampato. In tanti hanno espresso sostegno e solidarietà, colpiti dalla lucidità con cui, dopo giorni di silenzio, Fappani ha saputo descrivere una vicenda che poteva concludersi in maniera ancor più drammatica. La famiglia e il sopravvissuto hanno deciso di aprirsi, convocando per sabato mattina una conferenza stampa in Comune per rispondere alle tante domande ancora in sospeso.
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