23 Dicembre 2024 - 18:20
CREMONA - Il gip del tribunale di Brescia ha rigettato la richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare avanzata dal legale di suor Anna Donelli, la religiosa cremonese arrestata nell’ambito di un’inchiesta dell’antimafia di Brescia. La religiosa resta dunque ai domiciliari.
Da anni volontaria nelle carceri bresciane e a San Vittore, suor Anna è accusata di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso nell’indagine su presunte infiltrazioni della Ndrangheta nel territorio bresciano. Secondo le indagini, «si è messa a disposizione del sodalizio criminale per garantire il collegamento con i sodali detenuti in carcere». In particolare a suor Anna vengono contestati rapporti con i Tripodi, padre e figlio, considerati vertici di un gruppo di stampo ndranghetista residente a Flero, nel Bresciano, ma legato a famiglie calabresi della criminalità organizzata.
Nel corso dell’interrogatorio davanti al Gip del 13 dicembre scorso, come ha spiegato il suo legale, Roberto Danieli, suor Anna aveva «radicalmente negato tutto», sia per il ruolo che ha come suora, sia per quello che si considera: «un po’ l’angelo degli ultimi». «Se tutte le persone fossero come lei, il mondo andrebbe molto bene. Lei ha negato radicalmente tutto e ha dato una spiegazione», aveva aggiunto il difensore.
«In particolare, quelle intercettazioni sono fatte da altri, dette da altri, ma lei non c’è. Lei è stata in quella che è ritenuta la base dei Tripodi accusati di mafia, che era un’officina, ma perché semplicemente, in un certo periodo, ha vissuto a Brescia perché era in una comunità qui, quindi lavorava anche nel carcere di Brescia e conosceva uno dei due perché lo aveva aiutato come volontaria quando era stato detenuto per breve tempo a San Vittore e quindi l'ha ritrovato lì», aveva detto l’avvocato.
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