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SOSPIRO

Mezzo secolo di sacerdozio per monsignor Censori: «La comunità come una famiglia»

Anniversario importante e un traguardo carico di emozione e soddisfazione, celebrato nella chiesa parrocchiale di San Siro

Antonella Bodini

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15 Dicembre 2024 - 12:34

Mezzo secolo di sacerdozio per monsignor Censori: «La comunità come una famiglia»

SOSPIRO - Festa grande e messa solenne per il 50esimo di sacerdozio di monsignor Antonio Censori, o come si definisce lui stesso «un semplice parroco, il titolo è semplicemente un appellativo che mi hanno attribuito». Questa mattina nella chiesa parrocchiale di San Siro a Sospiro, gremita per l’occasione, monsignor Censori ha celebrato, accompagnato da don Ernesto Marciò, don Francesco Tassi e dal diacono Ivano Vicini, un anniversario importante e un traguardo carico di emozione e soddisfazione.

«Torno a festeggiare i cinquant’anni del mio ministero in famiglia – ha ribadito lo stesso nell’omelia – perché è così che considero questa comunità. Un luogo che ha visto il mio primo vero incarico da parroco e al quale sono particolarmente legato proprio per questo. Ma non solo: qui ho lasciato un pezzo di cuore, amici e tante persone che mi hanno dato molto e che ricordo con grande affetto, anche se è ormai dieci anni che me ne sono andato». Monsignor Censori, classe 1948, originario di Scandolara Ravara, è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1974.

È stato vicario a Cingia de’ Botti e successivamente ad Antegnate, dal 1978 al 1985, poi nella parrocchia Cristo Re fino al 2000 quando ha anche ricoperto il ruolo di incaricato della Pastorale dei fieranti e dei circensi. Sempre nell’anno 2000 è stato nominato parroco delle parrocchie di Sospiro, Longardore, San Salvatore e Tidolo e tra il 2010 e il 2011 è stato anche amministratore parrocchiale di Derovere e Vidiceto. Fino al 2014 quando è stato trasferito a Viadana; da settembre scorso il vescovo Antonio Napolioni l’ha scelto come nuovo canonico del Capitolo della Cattedrale, affidandogli anche l’incarico di cappellano dell’azienda speciale Cremona Solidale.

«Questo nuovo incarico è particolarmente impegnativo perché ho a che fare con i tanti ospiti della Cremona Solidale, ma quello che ricevo mi ripaga appieno. È un dono che il Signore mi ha fatto perché sperimento ogni giorno la grazia della fede». Al termine della celebrazione il caloroso saluto dei fedeli e poi un momento conviviale al ristorante Bicocca.

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