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ISTRUZIONE UNIVERSITARIA

Troppo pochi i laureati, Cremona è maglia nera

Nella fascia 25-49 anni solo 3 dottori su 10: la città fanalino di coda tra i capoluoghi lombardi

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

25 Ottobre 2024 - 05:00

Troppo pochi i laureati, Cremona è maglia nera

CREMONA - Cremona è la città con la più bassa percentuale di laureati fra tutti i capoluoghi lombardi: nella fascia anagrafica 25-49 anni solo il 31,8% dei residenti ha una laurea o un titolo di studio superiore. Un dato che colloca la città del Torrazzo a distanza siderale da Pavia, leader sia regionale che nazionale con il 49,5%, ma anche da Milano (48%), Bergamo (41,5%), Monza (41,2%) e Lecco (40,2%). A livello territoriale, Crema fa meglio di Cremona con il 36,1%, mentre Casalmaggiore non va oltre il 24,3%. I numeri, che emergono dall’elaborazione di Openpolis su dati Istat, vanno incrociati con un’altra rilevazione cruciale, contenuta nell’ultimo report ‘Benessere e sostenibilità delle province’: nel territorio cremonese la percentuale di laureati tra 25 e 39 anni si ferma al 24,4%, ben al di sotto della media regionale (31,8%) e anche di quella nazionale (28,6%).


ITALIA ED EUROPA


Nello scenario italiano, sono 17 i capoluoghi in cui la quota di adulti con laurea non arriva a un quarto dei residenti tra 25 e 49 anni. In 14 casi si tratta di città del Mezzogiorno, dove è minore l’incidenza delle immatricolazioni ed è massivo il trasferimento verso le città con maggiore domanda di lavoro qualificato. In particolare la quota è più bassa nei comuni di Prato (20,7%), Trapani (20,5%), Carbonia (20%) e Andria (16,6%). I dati fanno scattare un campanello d’allarme che non va assolutamente sottovalutato, in particolare alla luce delle statistiche di respiro europeo: nei Paesi della Ue, il 43,1% dei giovani fra i 25 e i 34 anni è laureato o comunque in possesso di un titolo terziario.

POVERTÀ EDUCATIVA

«Negli ultimi anni — sottolineano gli esperti di Openpolis — è emersa chiaramente la relazione per cui al crescere del titolo di studio diminuisce l’incidenza della povertà assoluta. Una famiglia la cui persona di riferimento ha il diploma o un titolo superiore si trova in questa condizione nel 4% dei casi. La quota triplica, raggiungendo il 12,5% dei nuclei, se la persona di riferimento ha al massimo la licenza media». L’analisi rende evidente come il livello di istruzione resti profondamente legato alla condizione economico-sociale. Una constatazione sulla quale si innesta un ulteriore elemento, messo in rilievo da Openpolis: «Se il genitore è laureato, l’incidenza dell’abbandono scolastico tra i figli risulta residuale (1,6%). Quando il titolo massimo dei genitori è il diploma la quota sale al 5%; raggiunge il 23,9% quando hanno al massimo la licenza media. Ciò implica di fatto una trasmissione generazionale del titolo di studio e, di conseguenza, dei livelli di povertà».

CITTÀ UNIVERSITARIA

Alla luce dei dati, il progetto di ‘città universitaria’, su cui il sistema Cremona sta investendo con convinzione, esprime un enorme potenziale non solo in virtù dell’opportunità di ‘importare’ talenti da coltivare, ma anche per la possibilità di offrire una formazione qualificata ‘sotto casa’ ai giovani cremonesi. Con un obiettivo ancor più ambizioso sullo sfondo: trattenerli sul territorio, garantendo chance di carriera di alto profilo.

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