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«Solo auto elettriche dal 2035, così il mercato non regge»

De Lorenzi tra i firmatari della lettera-appello del gruppo Stellantis alla von der Leyen. «Rivedere i piani»

Claudio Barcellari

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07 Ottobre 2024 - 05:15

«Solo auto elettriche dal 2035, così il mercato non regge»

CREMONA - Dal 2035, auto elettriche per tutti. È la proposta giunta da Bruxelles nei giorni scorsi. Ma a che prezzo? È sul tavolo di Ursula von der Leyen la lettera di fuoco sottoscritta dai responsabili della distribuzione del gruppo Stellantis (Abarth, Alfa Romeo, Citroën, DS, Fiat, Lancia, Jeep, Opel e Peugeot), firmata da André Figueiredo (Aecp), Cesare De Lorenzi (Accde), Piero Carlomagno (Adefca). L’intento è quello di segnalare la difficoltà di realizzare l’obiettivo, incompatibile con le dinamiche di mercato presenti. Serve più tempo, e serve un approccio più ragionato al problema.


Lo scopo della lettera è quello di dare voce alle istanze della parte più bassa della filiera produttiva. «Le aziende che rappresentiamo – spiegano gli autori nel testo – sono una componente essenziale del settore automobilistico, impiegando circa 13 milioni di persone, circa il 6,6% della forza lavoro europea. Attualmente, le reti di distribuzione di Stellantis stanno riscontrando notevoli difficoltà nel soddisfare i severi obiettivi per le vendite di veicoli elettrici (EV), imposti sia dal produttore che dalle imminenti normative UE, mentre le condizioni di mercato non supportano ancora tale crescita dei volumi».


La scelta dell’Unione Europea in materia di auto elettriche sarebbe rischiosa, perché non terrebbe conto delle recenti dinamiche del mercato. «I progressi tecnologici – prosegue la lettera – nei veicoli elettrici a batteria (BEV) e nell’infrastruttura di ricarica non sono allineati con le attuali esigenze della maggior parte dei potenziali clienti».


Secondo le aziende automobilistiche, dunque, le auto elettriche, rimangono un’opzione B per l’acquirente. I numeri confermano: «Questa discrepanza ha contribuito a una riduzione della quota di mercato per i veicoli elettrici, come dimostrato dal crollo del 43,9% delle vendite a settembre 2024, nonostante la stabilità generale del mercato». Solo il venditore è in grado di misurare l’indice di gradimento del cliente, che, se posto di fronte all’opzione-elettrico, solleva diverse perplessità: i clienti «spesso rifiutano i BEV a causa di preoccupazioni su prezzo, autonomia e accessibilità. Ciò ci pone in una posizione contraria a quella del produttore che rappresentiamo, che rimane ottimista circa il rispetto di queste severe normative UE».


Da qui, la necessità di chiedere più tempo: affinché i veicoli a batteria prendano piede, ci vogliono le condizioni storiche ed economiche. «Crediamo fermamente che gli obiettivi di riduzione della CO2 stabiliti per il 2025 non siano realizzabili nelle attuali condizioni di mercato – prosegue la lettera –. La mancanza di veicoli elettrici a batteria (BEV) accessibili, combinata con un'infrastruttura di ricarica insufficiente, ha creato un divario significativo tra i requisiti normativi e le capacità del mercato. L'elevato costo dei BEV, guidato dall'attenzione del settore sui modelli premium, ha ulteriormente ostacolato l’adozione di massa, rendendo questi obiettivi irraggiungibili entro i tempi previsti».


Il settore non è ancora pronto a vendere un volume sufficiente di auto elettriche, e l’unica via è quella di rinviare gli obiettivi. «Se il quadro attuale rimane invariato – scrivono gli autori – i produttori dovranno affrontare significative sanzioni finanziarie. Queste multe porterebbero inevitabilmente a una riduzione dei volumi di produzione all’interno dell’Ue, che a sua volta diminuirà drasticamente i volumi che noi, come distributori, possiamo vendere. Questo scenario creerebbe una situazione economica insostenibile per l'intero settore, minacciando posti di lavoro e aziende lungo tutta la filiera». E concludono: «Vi esortiamo rispettosamente a prendere in considerazione modifiche legislative che faciliterebbero una transizione più graduale verso gli obiettivi del 2035».

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