29 Settembre 2024 - 18:08
CELLA DATI - Il prestigioso organo della chiesa parrocchiale di Cella Dati è tornato in vita. Sabato sera il concerto di inaugurazione dello strumento, costruito nel 1850 nella bottega dei bergamaschi Angelo Bossi e nipoti, che nei mesi scorsi è stato protagonista di un’ingente opera di restauro. Chiesa di Santa Maria Assunta gremita ed un concerto che ha entusiasmato tutti i presenti. A fare gli onori di casa il neo parroco dell’unità pastorale Madre Nostra don Ernesto Marciò che ha salutato i fedeli, le autorità civili e religiose e i numerosi sacerdoti che nel corso degli ultimi decenni si sono avvicendati alla guida della parrocchia cellese.
«Ridare vita ad uno strumento musicale del passato non è solo un’opera riservata a cultori appassionati del settore – ha introdotto don Marciò – ed in questo la piccola comunità di Cella Dati ha saputo cogliere l’occasione di restituire alla comunità uno strumento prestigioso e fondamentale affinché la liturgia sia celebrata adeguatamente. Uno sforzo notevole ed un grande impegno per un intervento che ha anche un alto valore culturale di cui tutta la nostra unità pastorale deve andare fiera. Abbiamo messo a disposizione del territorio un bene che accompagnerà la nostra preghiera liturgica e rappresenterà significativi momenti di promozione di attività culturali e artistiche».
Il sindaco di Cella Fabrizio Lodigiani ha ribadito l’importanza dell’intervento «che riporta in vita un pezzo di storia che io personalmente, per ragioni anagrafiche, non ho mai sentito all’opera. Con questo concerto diamo anche il benvenuto al nostro nuovo parroco don Ernesto Marciò». La procedura dell’intervento era cominciata a fine 2021 grazie alla volontà dell’allora parroco don Umberto Zanaboni, presente sabato sera, e ai fondi derivanti dall’8 per 1000 della Cei e dall’aiuto di Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona e della Diocesi, oltre che da varie iniziative benefiche e altri benefattori al di fuori del paese.
«Si restituisce un bene culturale alla cittadinanza che va oltre la realtà ecclesiale – ha spiegato don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i beni culturali ecclesiastici e membro della segreteria generale della Cei – un bene ritrovato che arricchisce la comunità cristiana di Cella Dati a sostenere celebrazioni ancora più belle. Un doveroso grazie a chi ha permesso il restauro di questo gioiello e a questa comunità che si è spesa molto nella raccolta fondi».
Poi la parola è passata ad Ugo Cremonesi, il restauratore che si è occupato dell’intervento con il suo team della Bottega Organaria di Soncino e che ha spiegato brevemente le fasi dell’intervento «su questo straordinario strumento formato da 1.250 canne». Infine il maestro Alberto Pozzaglio ha incantato tutti facendo risuonare nella piccola chiesa cellese musiche che ben hanno evidenziato la straordinaria varietà timbrica ed il carattere sonoro dei diversi registri. Da Mozart a Pietro Mascagni, passando per Gioacchino Rossini, Théodore Dubois e Paolo Sperati per un programma che ha messo in risalto una profondità di suoni e una ricchezza uniche. E che ha trascinato il pubblico presente ad un lungo e caloroso applauso al termine del concerto.
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