15 Agosto 2024 - 15:00
Mara Concari, di San Salvatore, frazione di Sospiro, ha potuto prendere parte alle Olimpiadi come tirocinante del primo corso di management olimpico Giulio Onesti
SOSPIRO - Partecipare ai Giochi Olimpici è un’esperienza incredibile per qualsiasi atleta, ma anche per chi si occupa da sempre di sport. Non fa dunque eccezione Mara Concari, da San Salvatore, frazione di Sospiro, che ha potuto prendere parte alle recenti Olimpiadi parigine come tirocinante del primo corso di management olimpico Giulio Onesti, organizzato per la prima volta dall’Alta Scuola di Specializzazione Olimpica del Coni. «Un’avventura incredibile, un sogno che si avvera - spiega ancora emozionata la stessa Mara – e per uno sportivo, non solo inteso come atleta, è una delle esperienze più entusiasmanti che ci siano».
Laureata in scienze motorie, un master in sport ed inclusione sociale, attualmente coordinatore tecnico provinciale Coni di Parma, dove si occupa di formazione, la cremonese ha saputo a metà giugno che avrebbe potuto vivere l’atmosfera dell’evento più importante nel panorama sportivo.
«Avremmo dovuto partecipare alle Olimpiadi per un breve periodo, ma a giugno hanno comunicato a tutti noi stagisti che saremmo rimasti per l’intero periodo dei Giochi. Siamo dunque partiti assieme alla delegazione italiana, circa 900 persone, e sono stati giorni davvero bellissimi».
Mara alloggiava presso il Villaggio Italia, una delle tre strutture che hanno ospitato i nostri connazionali, «ma ovviamente ci spostavamo anche a Casa Italia: noi ci occupavamo del benessere dell’atleta a 360 gradi, ovvero dall’accoglienza all’organizzazione dei trasporti ai luoghi delle gare, dall’alloggio all’organizzazione del vestiario e in generale di tutti servizi per la cura e il confort dell’atleta che così doveva solo ed esclusivamente pensare alla prestazione sportiva. Il nostro lavoro dietro le quinte era quello di far arrivare l’atleta alla gara concentrato sull’obiettivo».
All’interno dei villaggi olimpici un’atmosfera unica, la convivenza di culture ed esperienze diverse e poi i tanti atleti che ha incontrato. «Vivere nel villaggio olimpico è stato bellissimo; vedi tutti gli atleti che partecipano ai giochi, ne condividi ansie e timori, ma ti capita anche di scambiare quattro chiacchiere con ragazzi molto semplici che di lì a poco conquisteranno medaglie importanti. Come Gregorio Paltrinieri, molto simpatico, gli ho anche prestato le carte da gioco per un momento di relax. Oppure Filippo Ganna al quale abbiamo fatto una festa bellissima perché è stata la prima medaglia italiana a Parigi. Anche quella un’emozione molto forte, così come incontrare Rafa Nadal, molto cordiale».
E poi le gare che ha seguito. «Lo storico oro delle ragazze del volley è stata la classica ciliegina sulla torta. Io poi vengo dal mondo della pallavolo e vedere la nazionale battere le campionesse in carica e arrivare sul gradino più alto del podio è stato meraviglioso». Emozionante anche la cerimonia di chiusura. «A quella di apertura non abbiamo partecipato, ma quella di chiusura è un’altra delle cose che mi porterò sempre nel cuore: uscire dal tunnel con tutta la delegazione, il boato dello Stade de France che ci acclamava, gli atleti, i suoni e i colori. Indimenticabili».
Un’esperienza, lavorativa e personale, che difficilmente potrà scordare. «Ho toccato con mano quello che è il vero spirito olimpico, quello che ti insegnano sui manuali di teoria e cioè che lo sport crea unione e non divisione, che si fa parte di un gruppo che lavora sodo per raccogliere i frutti di anni di sacrifici. Ho cercato di dare il mio meglio mettendo a disposizione l’esperienza che avevo maturato in questi anni; di certo il mio bagaglio professionale si è ulteriormente arricchito». Anche di belle emozioni da raccontare alla famiglia e ai tanti amici che da San Salvatore l’hanno sempre sostenuta.
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