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SANITÀ: L'ALLARME

Boom di polmoniti estive: «Colpa del clima anomalo»

I continui sbalzi termici contribuiscono alle infezioni batteriche: +10%. La direttrice di Pneumologia Monia Betti: «Registriamo un aumento rispetto al passato, ma il reparto non è ancora pieno»

Elisa Calamari

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09 Luglio 2024 - 05:00

Boom di polmoniti estive: «Colpa del clima anomalo»

CREMONA - I continui sbalzi termici di un’estate che sembra faticare a decollare sono fra le concause di un’insolita impennata di sindromi influenzali e di un incremento delle polmoniti batteriche, non ancora preoccupante a livello numerico (al Maggiore si parla di un +10% di ricoveri rispetto alle estati scorse) ma sicuramente anomalo perché ad essere colpiti non sono solo i fragili, ma anche giovani senza patologie.


Monia Betti, direttrice della Pneumologia dell’ospedale di Cremona, spiega: «In estate le polmoniti batteriche non sono poi così inusuali, ma solitamente ci troviamo ad avere a che fare prevalentemente con casi di legionella, legati ad esempio al maggiore utilizzo dei condizionatori (il batterio può moltiplicarsi rapidamente in ambienti come serbatoi, condotte e punti di ristagno, ndr). Quest’anno, invece, il clima anomalo da una parte ci sta facendo registrare una diminuzione dei casi di legionellosi visto che le temperature non hanno ancora richiesto l’uso massiccio degli impianti di raffreddamento, dall’altra ci sta mettendo di fronte ad un aumento dei casi di altre polmoniti batteriche».

Monia Betti

A Cremona, infatti, da giugno è stata registrata solo una legionellosi. Al contrario dalla primavera sono in salita le infezioni da pneumococco anche in giovani adulti: «Parte dei casi di polmonite che arrivano in ospedale è già reduce da un primo ciclo di antibiotico – continua Betti –. Ci sono anche casi in cui la polmonite è stata invece preceduta da infezioni virali con sintomi banali come raffreddore e mal di gola, ai quali ha fatto seguito una sovrainfezione batterica. Nel 50-60% delle situazioni, la diagnosi avviene tramite broncoscopia».

«Indubbiamente registriamo un aumento rispetto al passato, ma anche se la stima non è ancora precisa in quanto l’estate è in corso, non si tratta di una percentuale allarmante: direi attorno al +10%. Attualmente il reparto non è pieno – rassicura –. L’aspetto sicuramente da rilevare, però, è la tipologia di pazienti in cura: sono colpiti anche giovani e in buona salute. Anche per questo stiamo facendo una fotografia del fenomeno. Altro aspetto interessante è il fatto che solitamente in estate assistiamo prevalentemente a forme gastroenteriche, quest’anno invece prevalgono quelle respiratorie».

Più che di cause, Betti parla di concause. Sicuramente spicca l’aspetto climatico, con continui sbalzi termici legati all’alternanza sole-pioggia. Anche l’inquinamento atmosferico e l’impennata dell’ozono tipicamente estiva fanno la loro parte, se non altro perché alimentano le irritazioni dell’apparato respiratorio. «Da solo non provoca polmoniti – chiarisce la dottoressa –, ma l’inquinamento può essere considerato un fattore che contribuisce». E poi ci sono i virus: secondo il virologo Fabrizio Pregliasco in tutta Italia stiamo assistendo ad un’inattesa ondata virale fuori stagione, tanto che in giugno sono stati stimati circa 150mila casi a settimana fra rhinovirus, enterovirus, adenovirus, metapneumovirus e naturalmente persistono alcuni focolai di Sars-Cov-2.

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