10 Giugno 2024 - 05:00
Il voto avrebbe dovuto essere una sorta di referendum sulla ‘maggioranza Ursula’ alla guida dell’Europa, invece si è trasformato in un terremoto politico nei principali Paesi dell’Unione, Italia esclusa.
Stando alle proiezioni diffuse nella serata di ieri, si conferma maggioritaria nel nuovo Europarlamento la maggioranza uscente sostenuta da Partito Popolare Europeo (il più votato), Socialdemocratici (secondi) e Liberali (terzi). Ai quali, almeno stando alle prime dichiarazioni, potrebbero aggiungersi i Verdi, usciti però molto ridimensionati. L’asse franco tedesco è uscito a pezzi. Il vento impetuoso che ha spinto l’ultra destra in Germania, Francia e Austria ha suonato le note del de profundis per il presidente francese Emmanuel Macron, che già ieri sera ha annunciato a sorpresa lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale dopo la diffusione dei primi dati che hanno certificato la netta vittoria dei nazionalisti del Rassemblement National guidati da Marine Le Pen e dal suo giovanissimo pupillo Jordan Bardella, il cui cognome indica chiaramente origini italiane.
Non sta certo meglio di Macron il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Ci aveva letteralmente messo la faccia, Scholz: il suo volto ha campeggiato sui manifesti elettorali in Germania. E dunque queste elezioni europee, nella Repubblica federale, dove la Cdu si è affermata come primo partito e i nazionalisti di Afd hanno sorpassato i socialdemocratici, sono state uno schiaffo proprio al Cancelliere e alla Spd, che ha rimediato il peggiore risultato elettorale della sua storia nel giorno della più alta affluenza di sempre alle europee (65 per cento).
Analoga la situazione dell’Austria, dove gli estremisti del Fpo sono risultati per la prima volta in vantaggio su tutti. Pure qui, dunque, una maggioranza di governo (la coalizione tra Partito Popolare e Verdi) sfiduciata dagli elettori. Sconfitto, in lacrime anche il premier belga, il liberale Alexander De Croo, ha annunciato per oggi le dimissioni. Molto più tranquilla la situazione in Italia, dove FdI si rafforza e si conferma primo partito, e Giorgia Meloni unica leader di un grande Paese a vincere le elezioni in casa propria.
Cresce il Pd di Elly Schlein. Forza Italia vince il derby con la Lega come seconda forza della coalizione di maggioranza di governo. Annunciato il netto calo del M5S. Comunque la si veda, il voto europeo deve essere considerato un campanello d’allarme per le forze della euro maggioranza: il vento nazionalista e dell’ultra destra soffia forte.
Se vorranno evitare che diventi bufera, spazzando via il sogno europeo così come lo hanno inteso i fondatori, devono mettere mano a una profonda riforma che avvicini Bruxelles e Strasburgo ai cittadini, che riveda politiche estremiste come quelle del green deal percepite solo come ideologiche e onerose, trasformandole in un necessario approccio più realistico alla pur necessaria battaglia per la salvaguardia dell’ambiente.
Non ultimo, una riforma che trasformi finalmente il Vecchio Continente da nano politico qual è nel gigante che merita di essere per la sua storia e la sua forza economica. Ne va del futuro: ai confini ci sono due guerre e l’Ue pare essere semplicemente l’esecutrice di politiche decise dalla Casa Bianca, dove potrebbe tornare un personaggio controverso come Donald Trump. Solo così si potrà sperare di portare alle urne più del misero 50 per cento registrato a livello continentale.
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