08 Giugno 2024 - 09:27
CREMONA - Per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale l’elettore può innanzitutto votare solo il primo cittadino, senza segnare anche il simbolo di una delle liste collegate: in tal modo è come se si rinunciasse a esprimere la propria preferenza per il rinnovo del consiglio. Se si votano sia il sindaco che una lista si va invece a influire anche su quelli che diventeranno i consiglieri. Se invece si vota soltanto una lista, è come se in automatico si votasse anche il candidato sindaco appoggiato dalla stessa. Altro caso ancora è quello del voto disgiunto: la legge permette di indicare un candidato sindaco e al tempo stesso una lista a lui non collegata.
In prima battuta, il candidato che raggiunge al primo turno la maggioranza assoluta dei voti (50%+1) viene immediatamente eletto. È solo se questo non succede che si passa al ballottaggio tra i due nomi che hanno ottenuto più preferenze. Al secondo turno — che si tiene sempre la seconda domenica successiva a quella del primo — diventa sindaco chi ottiene anche soltanto un voto più del suo avversario. Per quanto riguarda il Consiglio comunale, ciascun elettore può esprimere fino a due voti di preferenza per i candidati consiglieri. In tal caso bisogna però indicare un nome di genere maschile e uno femminile, della stessa lista, altrimenti la seconda preferenza viene annullata.
Quanto alla ripartizione dei seggi in consiglio, le liste collegate al candidato sindaco che la spunta al primo turno ricevono un premio di maggioranza pari al 60% dei seggi in consiglio, sempre che nessun’altra lista o altra gruppo di liste collegate abbia superato il 50% dei voti validi. Le liste del vincitore possono anche ottenere più seggi, sulla base della ripartizione proporzionale dei voti. Non si accorda il premio di maggioranza se hanno invece raccolto meno del 40% dei voti, ipotesi possibile ad esempio in caso di numerosi voti disgiunti. Le regole sono le stesse per il vincitore al ballottaggio. Una volta attribuiti tutti i seggi alle liste per il vincitore delle elezioni gli altri vengono spartiti in maniera proporzionale alle altre liste (se hanno superato la soglia del 3% di sbarramento, da sole o dentro un gruppo di liste).
Per quanto riguarda le europee sono 720 gli eurodeputati da eleggere, 15 in più rispetto allo scorso mandato. All’Italia ne spettano 76. Come stabilito dalla legge elettorale europea, tutti i Paesi devono utilizzare un sistema elettorale proporzionale, che assicura alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti ottenuti. Nel nostro Paese viene utilizzato il voto di preferenza, che permette agli elettori di segnare fino a un massimo di tre preferenze nella stessa lista (purché i candidati scelti siano di sesso diverso).
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