28 Maggio 2024 - 10:23
Fabio Rossi (Cingia De' Botti) e Roberto Oliva (Unione Municipia)
CINGIA DE’ BOTTI - L’Unione Municipia, composta dai Comuni di Scandolara Ravara e Motta Baluffi, presenta il ‘conto’ al Comune di Cingia de’ Botti, uscito ufficialmente dall’aggregazione il 1° gennaio 2023, a seguito di una delibera consiliare approvata il 18 giugno 2022. Ma Cingia non ci sta e ha dato mandato a un legale di opporsi.
Tutto parte dalla ingiunzione di pagamento, notificata al Comune di Cingia de' Botti il 29 febbraio scorso, riguardante spese di personale riferite ad annualità passate. «Si tratta di circa 120mila euro – spiega il presidente dell’Unione Municipia e sindaco di Scandolara Ravara, Roberto Oliva —. Ma non è solo quello, perché poi ci sono anche spese per gli incentivi dei dipendenti e spese relative a bollette del Comune di Cingia. Abbiamo fatto una ingiunzione ma il percorso è solo all’inizio».
Considerata la necessità di difendere gli interessi del Comune, l’amministrazione cingese, guidata dal sindaco Fabio Rossi, ha deciso di affidare l'incarico legale all’avvocato Paolo Colombo, con studio a Mantova. Il professionista, noto per la sua vasta esperienza in diritto amministrativo e degli enti locali, avrà il compito di rappresentare il Comune nella vertenza contro l'Unione Municipia. L’incarico ha un valore complessivo di 5.861,20 euro. Il Comune di Cingia mira a sospendere l’efficacia esecutiva dell’ingiunzione di pagamento, dimostrare che il Comune non è debitore della somma richiesta e ad accertare eventuali crediti nei confronti dell’Unione Municipia. Tra gli atti forniti al legale, Cingia ha trasmesso tutta la corrispondenza intercorsa fra i due enti negli anni 2022/2023 e 2024 inerenti principalmente i rapporti finanziari tra i due enti, relativi a crediti e debiti, e la determinazione della quota di avanzo di amministrazione spettante al comune uscente. C’è anche l’atto con cui l’Unione Municipia ha accertato la parte dell’avanzo composta da fondi vincolati riconoscibile direttamente al Comune di Cingia de’ Botti.
La vicenda richiama quanto avvenuto nel 2023 tra il Comune di Sesto e l’Unione Lombarda Soresinese. In quel caso la vertenza arrivò al Consiglio di Stato, che finì per rigettare il ricorso di Sesto che, nel 2021, aveva impugnato la sentenza del Tar di Brescia che gli imponeva di versare all’Unione Lombarda Soresinese (in liquidazione) 105 mila euro come rimborso delle spese generali dell’ente sovracomunale, del quale aveva fatto parte solo sulla carta. I magistrati romani confermarono la tesi dei colleghi bresciani, in base alla quale il solo fatto di appartenere all’Unione giustificava il pagamento delle spese. Il caso non è uguale a quello di Cingia ma presenta similitudini su cui Municipia conta per avere ragione. La decisione assunta dall’Unione con l’ingiunzione trova la sua giustificazione anche nella volontà di non incorrere in eventuali richiami da parte della Corte dei Conti. Solo il tempo dirà chi ha ragione nella vertenza.
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