02 Maggio 2024 - 10:22
CASTELVETRO PIACENTINO - Dieci anni da sindaco significano dieci anni di incontri, aneddoti, problemi ma anche e soprattutto sorrisi, pacche sulle spalle, condivisione. Francesco Marcotti ha deciso di raccontare i suoi (dal 2003 al 2013) in modo anticonvenzionale e ironico, dando voce ad una sorta di ‘Sancho Panza’ che accompagna proprio «lo sindaco» – articolo volutamente errato – in giro per «un piccolo paese che si trova in una zona pianeggiante dove le uniche colline sono i cavalcavia che sovrastano la ferrovia o l’autostrada».
Nasce così ‘Io c’ero’, libro a puntate di cui Marcotti ha fatto stampare, da Fantigrafica, l’episodio numero 1 ambientato a San Giusto. Che in realtà è la frazione San Giuliano. Cosa che si capisce subito fra metafore e riferimenti a numerosi personaggi locali: dall’edicolante all’ex comandante di polizia, passando per parroco, barista e paesani che raccontano a ‘Sancho’ la mitica leggenda del signore che ha dimenticato il cappello… senza mai tornare a recuperarlo.
Ma facciamo un passo indietro, chiedendo all’ex politico locale, molto conosciuto anche nel Cremonese, il perché di questo racconto apparentemente di fantasia. «L’idea mi è venuta parecchio tempo fa - dice Marcotti - quando in biblioteca ho letto il libro di un ex sindaco intitolato ‘Cinque anni di solitudine’. Non mi sono ritrovato in quelle pagine, perché al di là di stanchezza e arrabbiature talvolta inevitabili, a Castelvetro non mi sono mai sentito solo. E così ho deciso di provare a narrare quello che ho vissuto in modo ironico, anche per lasciare quel racconto ai miei figli. Ho inserito i tanti personaggi che negli anni ho conosciuto, stimato, apprezzato, il tutto in una dimensione un po’ fantastica proprio sul modello del ‘Don Chisciotte’».
Nel racconto ambientato a ‘Castrum Vetus’, «lo sindaco» anziché peregrinare a cavallo pedala a bordo della su bicicletta (messa a punto dal titolare di una bottega storica, che effettivamente possiamo incontrare a Castelvetro) e fa tappa nei punti caratteristici della frazione. Ma sono già state scritte altre puntate: «La seconda a Cignano e Soarza – spiega Marcotti –, la terza a Mezzano e al Ponticello, la quarta a San Pedretto con un breve ritorno a San Giusto-San Giuliano. Per la quinta, che scriverò nei prossimi giorni di pioggia, stavo pensando di attraversare il ponte e fare tappa a Cremona (che nel libretto viene chiamata Torrazza, ndr)».
I piccoli volumi non sono in vendita, ma Marcotti ammette che in tanti li stanno chiedendo: «Mi piacerebbe che in qualche modo restassero alle persone del paese – continua –. I disegni presenti nel primo episodio sono stati realizzati da mia moglie Mira, quello di copertina dalla nostra cara amica Anna, mentre nel secondo episodio ci sono i disegni fatti dai miei figli Emanuele e Davide quando erano bambini». Alla fine del libretto numero uno è stata anche pubblicata una poesia, scritta proprio da Francesco e Mira, dedicata ‘Al sapiente Carlo’: l’indimenticato farmacista Carlo Bossi. Nelle pagine, però, non si trova mai la firma dell’autore del libro. Inevitabile chiedere all’ex primo cittadino il perché di questa scelta: «Ma in realtà è firmato – risponde con la battuta pronta –: da ‘Sancho Panza’».
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