13 Aprile 2024 - 05:15
Un branco di cinghiali
Peste suina africana: la priorità è fermarla prima che arrivi ai territori lungo il fiume Po e in campo ci sono innanzitutto le Polizie provinciali di Piacenza (alle prese con un’emergenza vera e propria visti i 16 casi già accertati nel territorio) e Cremona, che si sta coordinando con le zone di confine per prevenire la diffusione della malattia che pur non essendo rischiosa per l’uomo – colpisce suini e cinghiali – rappresenta un pericolo per gli allevamenti. Una prevenzione che consiste essenzialmente gli abbattimenti controllati: 67 i cinghiali uccisi su sponda emiliana dal primo marzo al 9 aprile, 60 quelli abbattuti su sponda cremonese da gennaio a marzo.
Il comandante della Polizia provinciale di Cremona, Salvatore Guzzardo, spiega: «Stiamo facendo uscite praticamente ogni sera. C’è l’attività di controllo specie di cui ci occupiamo direttamente e che va avanti da anni, ma anche quella di selezione in capo alle Atc e attivata negli ultimi tempi proprio in relazione alla Psa. La zona dove registriamo la maggiore concentrazione di ungulati è quella di Gussola-Torricella del Pizzo, molta attenzione riserviamo anche a tutte le aree lungo il Po e di confine». Proprio per evitare l’arrivo di animali malati da altri territori. Un ruolo cruciale è giocato anche dalle gabbie trappola acquistate grazie ad un contributo regionale: una è particolarmente ampia e consente la cattura contemporanea di più cinghiali. E infatti lunedì ne sono stati presi sette in un colpo solo. «Solo in questa settimana gli abbattimenti sono stati dieci – continua Guzzardo –, da gennaio a marzo una sessantina, nel 2023 erano stati 162. Ci stiamo coordinando con i territori limitrofi».
È di ieri anche il bilancio dell’ente del Piacentino, dove agli agenti coordinati dal comandante Luigi Rabuffi si aggiungono i cacciatori volontari iscritti all’albo. In poco più di un mese per arginare la Psa, che è arrivata in quasi tutta la provincia eccetto l’area della Bassa, si sono svolti 96 interventi di depopolamento. Numeri che «evidenziano anche un altro aspetto rilevante rispetto all’effettiva densità, ragionevolmente in calo, della presenza locale degli ungulati: la popolazione piacentina di cinghiali sta evidentemente scontando l’effetto di oltre due anni di Psa». L’azione è «tesa a salvaguardare la zona del Piacentino rimasta indenne e ad ampliare quella cuscinetto, grazie ad interventi coordinati e specificatamente autorizzati dal basso (pianura) verso l’alto (collina e montagna) e dalle ali verso il centro, anche a tutela dei confini».
Buona parte degli abbattimenti ha così interessato la zona vicina al Po, con l’area dell’ex centrale nucleare che storicamente ospita numerose famiglie di cinghiali. A Piacenza è anche stata istituita una cabina di regia sul tema, la quale ha disposto l’affissione di appositi cartelli nelle aree boschive: spiegano cosa fare e cosa non fare nel caso in cui si trovi una carcassa di cinghiale. É importante non toccarla così come non dare cibo agli animali selvatici, serve invece raccogliere le coordinate geografiche, scattare una fotografia e contattare il servizio veterinario dell’Ausl al numero 0516092124.
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