04 Febbraio 2024 - 09:21
RIPALTA CREMASCA - Come si dice: fatta la legge trovato l’inganno. Ma non sempre la cosa funziona. Da metà dicembre è in funzione il sistema di rilevamento del passaggio dei mezzi pesanti, superiori ai 35 quintali, posizionato lungo la via Roma, per filmare chi trasgredisce al divieto di transito. La rilevazione fatta dopo il primo mese dice che la novità sta dando i frutti sperati.
Prima che i due varchi, in entrata e in uscita, fossero installati, in media transitavano 200 camion al giorno nel cuore del centro abitato, nonostante il divieto. Da quando i varchi sono attivi, il transito è calato drasticamente. Dal primo al 20 gennaio, sono state elevate potenziali contravvenzioni per 12mila euro. Considerato che l’ammenda è di 43 euro, significa che sono passati 279 camion in 20 giorni, circa 14 al giorno, contro i 200 che transitavano prima che il sistema entrasse in funzione. Di questi 279 mezzi pesanti, però, qualcuno potrebbe essere autorizzato.
Fin qui tutto bene. Se non fosse che i camionisti, come dice una vecchia barzelletta, ne sanno una più del diavolo. E allora hanno cercato una scorciatoia per aggirare i varchi e per evitare di allungare troppo il percorso. Idea diabolica, appunto, se non fosse che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Come spiega il sindaco Aries Bonazza: «I camionisti provano a passare dalla strada della discarica che conduce a Moscazzano. L’abbiamo allargata nei mesi scorsi e loro si immaginano che sia tutta così.
Invece, superati la piazzola ecologica e l’agriturismo La Torre, avanti trecento metri la carreggiata si restringe. A quel punto, capiscono che non possono transitare e allora entrano nella cascina di Francesco Ruini per fare manovra e fanno marcia indietro». Il punto è che non potrebbero neppure arrivare fin lì, dal momento che anche su quella direttrice c’è il divieto di transito ai mezzi pesanti. «In realtà – conferma il sindaco – non potrebbero nemmeno provare a passare, considerato che in via per Moscazzano e in via Marconi c’è il divieto per i camion. Ho già avvertito l’agente di polizia locale di andare ogni tanto a controllare. Chi dovesse avventurarsi per quella strada rischia di finire in un fosso».
Bonazza afferma di capire i camionisti, ma la sicurezza viene prima di tutto. «So benissimo che fare il giro da Chieve per raggiungere Montodine è disagevole, perché la strada si allunga di parecchio, ma non potevamo continuare a far transitare i camion in centro al paese. Le vibrazioni mettevano a rischio le abitazioni, senza contare l’incolumità di pedoni e i ciclisti».
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