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GIUSTIZIA

Tribunali e carceri, Crotti: «Egregio ministro... nozze coi fichi secchi»

Duro intervento della presidente della Camera penale distrettuale Lombardia Orientale all'inaugurazione dell'Anno giudiziario a Brescia

Francesca Morandi

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27 Gennaio 2024 - 19:07

Tribunali e carceri, Crotti: «Egregio ministro... nozze coi fichi secchi»

BRESCIA - «I problemi del sistema non possono rimanere sempre e solo sulle spalle di avvocati, magistrati, Uffici di esecuzione penale esterna (Uepe), direttori di carceri che con responsabilità suppliscono alle mancanze di una macchina che chi di dovere ignora». Nel suo intervento, fa un duro attacco alla politica e all’«egregio ministro» Carlo Nordio, Maria Luisa Crotti, presidente della Camera penale distrettuale Lombardia Orientale ‘Giuseppe Frigo’. Sulla carenza del personale amministrativo, Crotti fa l’esempio di Cremona: «Non c’è il dirigente, per direttori e funzionari la scopertura è del 60% e per cancellieri e assistenti del 50%, è scoperto l’Ufficio spese di giustizia che paralizza l’operatività stessa del Tribunale e la tutela dei più deboli con il blocco del gratuito patrocinio».

La conseguenza è che «si sospendono le udienze, si blocca l’operatività degli uffici e il deposito telematico ha tempi biblici ovunque, per cui, caso reale e non raro, una querela depositata sul portale è in verifica da 8 mesi e si riesce ad avere certezza del deposito degli atti spesso a termini scaduti».
Sulla transizione digitale, la presidente Crotti dice: «Bella! Peccato che chi scarica gli atti è sempre una persona e se le persone non ci sono, se non sono formate, la digitalizzazione è un flop. E sono inutili i prestiti racimolati da questa o quella amministrazione locale, perché si tratta di personale non stabile nel tempo, non esperto e non competente». E, allora, «egregio ministro, le nozze coi fichi secchi non si possono fare. Questa è la giustizia negata e le responsabilità sono evidenti e non stanno in questo distretto».


La presidente Crotti fa un forte richiamo, tra gli altri, alla presunzione di innocenza, principio «scritto a caratteri cubitali» nella Costituzione, ma «ignorato in una società dove, a partire dal legislatore, per passare ai media, alla rete e ai social, punire è divenuta una passione, per cui ‘tutti dentro e buttiamo la chiave’, che si tratti di madri con bambini, di minori o di persone che poi verranno assolte non ha importanza». Rilancia: «E che dire dell’articolo 27 della Costituzione per cui le pene devono rieducare a risocializzare? Principio incomprensibile per una politica e un’opinione pubblica dove a valere dovrebbe essere la legge del taglione e chi entra in galera, lì deve marcire».

Il ministro Carlo Nordio

Del carcere dice: «Ormai è diventato il tragico palcoscenico delle garanzie virtuali nonostante l’impegno profuso in questo distretto dalla Presidente del Tribunale di Sorveglianza, dalla Camera penale, dai difensori, dai direttori degli istituti penitenziari e dall’Uepe». Nell’anno passato, «tutti ci siamo sforzati di dare attuazione agli istituti deflattivi ed anche alla giustizia riparativa, perché, egregio ministro, al trauma delle vittime non si risponde con slogan e aumenti di pene, ma con istituti che hanno già dato prova di efficacia e che vanno finanziati perché se i centri non ci sono, il castello crolla. Per fortuna, in questa sede, con sforzo di tutti e, soprattutto, dell’Uepe e dei servizi sociali, sulla scorta dell’esperienza minorile, i centri di fatto ci sono, manca l’accreditamento e quello, purtroppo, non dipende da noi, ma dal ministero».

All’«egregio ministro», la presidente Crotti fotografa la situazione attuale: «18 decessi in carcere nei primi 14 giorni del 2024 e un sovraffollamento del 127,54%. La tendenza, grazie alle scelte panpenalistiche della politica, è in costante crescita da un anno». Prosegue: «Egregio ministro, trattasi di persone recluse e affidate allo Stato. In carcere si muore o, in queste condizioni, si può solo peggiorare, altro che recupero e sicurezza». Quindi, «non c’è più tempo per attendere progetti edilizi o padiglioni che potranno ospitare non più di 600 persone sui 13mila detenuti in eccedenza. E con quali agenti si copriranno i posti di lavoro all’interno di questi fantomatici edifici, se la polizia penitenziaria è già gravemente insufficiente per gli istituti esistenti?». Per la presidente Crotti, «occorre riportare il sistema al rispetto della dignità e della vita delle persone detenute e alla legalità costituzionale. Di fronte a questo disastro e alla tragedia dei suicidi, siamo angosciati e proviamo profonda vergogna, ma continuiamo a fare il nostro dovere». L’auspicio è «che sia un anno che segni una reale inversione di rotta».

IL NODO CARENZA DI PERSONALE

All’inaugurazione dell’Anno giudiziario, l’allarme lanciato dal presidente del Tribunale, Anna di Martino, sulla grave carenza di personale amministrativo risuona attraverso la relazione del presidente vicario della Corte d’Appello, Antonio Matano. Pagina 63: «Il presidente del Tribunale di Cremona segnala la vacanza del posto di dirigente amministrativo (dal 2019, ndr) e la vera criticità dell’Ufficio, consistente proprio nell’assenza di personale di ruolo ministeriale qualificato con grave impatto nella filiera di espletamento dell’attività giurisdizionale vera e propria».


L’allarme risuona nelle parole di Giovanni Rocchi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Brescia e dell’Ordine distrettuale: «Merita in particolare di essere posta in evidenza la grave carenza di personale amministrativo che a seguito dei trasferimenti del personale che ha risposto all’interpello ordinario nazionale del 26 luglio 2023, si sta venendo a trovare in una gravissima situazione di scopertura rispetto alla pianta organica, pari al 50% ed oltre per tutte le figure professionali. Si tratta di una situazione che può portare alla paralisi dell’attività, alla quale va posto rimedio senza indugio». L’allarme risuona anche dalle parole dell’avvocato Maria Luisa Crotti, presidente della Camera penale distrettuale Lombardia Orientale ‘Giuseppe Frigo.

Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Cremona


«Mi sembra di rilievo il fatto che negli interventi che sono stati svolti sia dal presidente Giovanni Rocchi dell’Ordine di Brescia, che è il presidente dell’Ordine distrettuale, sia nell’intervento di Maria Luisa Crotti, che è presidente della Camera penale della Lombardia Orientale - ha commentato Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Cremona -, si è segnalata, tra tutti i circondari del distretto, la situazione di gravissima scopertura del personale amministrativo del Tribunale di Cremona. Ricordo che la scopertura è pari o superiore al 50%. Ciò significa che nei ruoli apicali - direttori di cancelleria - la scopertura è del 60%, nel ruolo immediatamente successivo, cioè funzionari giudiziari, è del 58%, nei ruoli di assistente giudiziario e cancelliere è del 50% rispetto alla pianta organica. Il personale amministrativo è la metà di quello che dovrebbe essere. Questa è la situazione. Il fatto che se ne sia parlato oggi, unico caso tra tutti i circondari citati dall’Avvocatura, secondo me è estremamente significativo; alla presenza del ministro Nordio è ancora più significativo».

Più in generale, Romanelli ha definito «interessante» l’intervento del ministro: «Come sempre, bisogna vedere in quale modo le affermazioni dei principi di carattere generale vengano calati nella realtà. Possiamo però essere tutti d’accordo nel dire che è stato un bellissimo segnale l’essere venuto qui oggi, nel 2024, dal momento che quest’anno ricorre il 50esimo anniversario della strage di Piazza della Loggia: mi sembra molto importante e, a maggior ragione oggi, nella Giornata della Memoria».

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Commenti all'articolo

  • 04973

    27 Gennaio 2024 - 21:25

    Si ma per il ministro è importante togliere l'abuso d'ufficio e le intercettazioni per tutelare i politici tutti da dx a sx, quindi cosa interessa se c'è carenza di personale nei tribunali e i reati vanno in prescrizione, è quello che vogliono.

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